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Naturalmente Pianoforte, Eugenio Finardi: “Nei borghi l’ascolto diventa il fulcro"

Musica

Matteo Rossini

Foto di Francesco Vangelisti

Protagonista della quarta serata di Naturalmente Pianoforte, Eugenio Finardi ci ha parlato dell’importanza e della bellezza di portare musica e spettacoli nei borghi: “Sono luoghi magici in cui le pietre antiche si uniscono al pianoforte”. La nostra intervista

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I borghi come custodi del tempo. Eugenio Finardi è stato tra i protagonisti della quarta e penultima giornata di Naturalmente Pianoforte, il festival in programma nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi fino a domenica 21 luglio. Il Maestro ha regalato uno spettacolo unico portando i presenti in un mondo parallelo.

Eugenio Finardi: “La presenza è partecipativa”

 

Eugenio Finardi, affiancato da Raffaele Casarano e Mirko Signorile, ha presentato il suo ultimo progetto Eufonia Suite nell’affascinante centro di Pratovecchio, fulcro del festival anima del Casentino, in chiusura questa sera, domenica 21 luglio, con il concerto di Tosca. In circa due ore di spettacolo, il Maestro ha accompagnato il pubblico in un viaggio emozionante. Lo abbiamo intervistato.

 

Partiamo da Naturalmente Pianoforte. Com’è esibirsi in un borgo, un luogo molto diverso rispetto a quelli a cui spesso siamo abituati?

Lo stiamo facendo molto in questo periodo, mi piace l’abitudine di andare nei borghi e di trovare luoghi particolari in cui suonare.

 

Una realtà emozionante

Nei piccoli borghi è possibile creare l’ambiente giusto per concerti più raffinati in cui l’ascolto diventa il fulcro. Anche il silenzio è importante.

 

Un’esperienza totalizzate

I borghi sono luoghi magici in cui le pietre antiche si uniscono al pianoforte. Un’ora e trenta minuti senza interruzioni con una partecipazione completa che richiede abbandono. Inoltre, questi luoghi sono perfetti poiché il pubblico può vederti da vicino e rendersi conto che stai camminando sul filo del rasoio. La presenza è partecipativa.

 

Un diverso rapporto con il pubblico

Un contatto diretto. Cerchiamo di portare una musica un po’ più complessa.

 

Nel 2022 hai pubblicato Eufonia Suite compiendo una scelta rivoluzionaria nel panorama musicale di oggi

Se non sono rivoluzionario io, chi lo è? È musica ribelle allo status quo. Ormai non penso più alla musica volgendo lo sguardo al presente, ma al passato e al futuro.

 

Com'è nato il progetto?

Questo progetto è nato durante il lockdown in cui ho sentito il bisogno di una musica totale che rimpiazzasse il silenzio assoluto e desse spazio all’improvvisazione. A settantadue anni non si ha più voglia di fare le cose sempre uguali, ma si ha il desiderio di uscire e di giocare con i pensieri inseguendo lo stato d’animo della serenità. Mi ha ispirato anche la concezione che la musica classica cinese non fosse considerata un’arte, bensì una medicina. L’idea di una musica che cura e messaggia l’anima.

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Nel corso degli anni hai sperimento toccando generi differenti, ce n’è uno al quale ti senti più vicino?

Amo molto tutta la musica barocca, ma al contempo adoro il blues. La classifica di fine anno di Spotify mi ha rivelato di aver ascoltato ventitré generi diversi nel 2023. Dipende dallo stato d’animo.

 

Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Ho appena finito il nuovo disco.

 

Ci puoi anticipare qualcosa?

Ci saranno sonorità diverse da quelle di Eufonia Suite, ma lo scopo è stato lo stesso: aprire la mente a nuovi orizzonti.