Musicultura, Serena Brancale presenta Stu cafè: “Scaccia la pesantezza delle giornate"

Musica
Matteo  Rossini

Matteo Rossini

©IPA/Fotogramma

Serena Brancale ha presentato Stu cafè sul palco della 35esima edizione di Musicultura: “Suonare allo Sferisterio è stato meraviglioso, un evento indimenticabile. È stata un’emozione bellissima"

Ascoltare Serena Brancale è come fare la valigia, presentarsi in aeroporto e partire per una destinazione sconosciuta. Dialetti, suoni e generi si mescolano seguendo il ritmo dettato dalla voce della cantautrice. Serena Brancale ha presentato il nuovo singolo Stu cafè sul palco di Musicultura, l’abbiamo intervistata.

SERENA BRANCALE: “La contaminazione arriva in modo naturale quando fai ascolti liberi”

 

Il successo di Baccalà è soltanto l’ultimo gioiello musicale regalatoci da Serena Brancale. In oltre dieci anni di carriera la cantautrice ha mescolato generi e suoni affermandosi come una delle artiste più poliedriche e all’avanaguardia nel panorama musicale italiano. Serena Brancale si è recentemente esibita con Stu cafè a Musicultura. L’abbiamo intervistata.

 

Sei reduce dalla partecipazione come ospite a Musicultura, com’è andata?

Conoscevo il festival di fama, ma non avevo mai partecipato. Nel pomeriggio ci siamo preparati al meglio con un soundcheck pazzesco, impeccabile. Suonare allo Sferisterio è stato meraviglioso, un evento indimenticabile. È stata un’emozione bellissima.

 

Hai battezzato il nuovo singolo Stu cafè sul palco di Musicultura

Ho presentato Stu cafè in anteprima, lo Sferisterio lo ha benedetto. Sono molto felice della resa live, grazie anche alla professionalità dei tecnici, del service e di tutta la squadra con cui sto lavorando.

 

Quando è nato il brano?

Stu cafè è nato in treno. Io e il mio manager stavamo viaggiando quando abbiamo iniziato a raccontarci la storia di questo caffè un po’ scacciapensieri dalle malelingue. L’idea di un gesto semplice che fa dimenticare la pesantezza delle giornate. Io amo bere il caffè, mi accompagna durante il giorno e di notte mentre compongo. Ho voluto cantare in dialetto barese unendo il napoletano per omaggiare Napoli. Nella canzone dico ‘Sta jurnat’ quant’è bona, mo pigliat’ stu’ cafè. È nu’ capolavor’ se sent’ Napule è’ che non è Napoli, ma la canzone di Pino Daniele.

 

La tua musica è una commistione di lingue e suoni, da cosa derivano le influenze?

Sicuramente dagli ascolti misti che faccio. La contaminazione arriva in modo naturale quando fai ascolti liberi e prendi spunto senza farti domande.

 

Artisti con cui vorresti collaborare?

Mi piace molto Mahmood perché ha fatto un grandissimo lavoro di contaminazioni. Thasup è un genio, magico, intrigante. Un altro artista con cui mi piacerebbe collaborare è Salmo, lo ammiro come rapper e musicista, è un grande batterista.

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In questo momento stai già lavorando ad altro?

Sto lavorando all’album, ma ora siamo concentrati su Stu Cafè, tra poco uscirà una bella sorpresa. Inoltre, siamo stati in Marocco a girare il video della canzone, ci saranno scene bellissime.

 

Tanti progetti

Ci sono altri brani belli che stanno per uscire, stiamo preparando altre canzoni, sempre in dialetto, ma con generi pazzi. Poi mi sto preparando anche per i concerti nei teatri che spoilererò a settembre.

 

Quest’anno ricorre il decimo anniversario della tua partecipazione nelle Nuove Proposte al Festival di Sanremo. Domanda di rito: pensi a un ritorno?

Lo prendo in considerazione, ma con molta clama. Sono esperienze bellissime che però devono arrivare nel momento giusto. Sicuramente vorrei scrivere qualcosa di bello, ma non sono per comporre brani appositamente, quindi vediamo un po’ cosa mi porterà quest’estate.

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