Daniele Cobianchi pubblica l'album Richie Cunningham: "Sono un custode di ricordi"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Daniele Poli
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Un viaggio nella normalità per gestire le ansie generazionali e cogliere il meglio del mondo tecnologico in quotidiano cambiamento

Richie Cunningham, il nuovo progetto discografico di Daniele Cobianchi, fa riferimento al personaggio protagonista della serie cult Happy Days, interpretato dal regista e sceneggiatore premio Oscar Ron Howard allora ventenne, e nasce dalla voglia di diffondere un vero e proprio manifesto generazionale. In una società dove le dinamiche dei media sono sempre più interconnesse alle identità generazionali, etichette come Boomer, Millennial, Generazione X, Y, Z si moltiplicano, definite sempre più anche dal grado di digitalizzazione, e sembrano disegnare un quadro in cui il gap generazionale è sempre più marcato e dove il tratto comune è che ognuno è infelice a modo suo.

Daniele, il tuo Ciclista Amatoriale ha avuto una nascita poetica, è lo stesso anche per l’Ep Richie Cunningham oppure si è sviluppato per altre strade?
Ciclista Amatoriale arriva dopo 25 anni che non facevo musica professionale e dovevo riconnettermi con quel ragazzo che aveva i suoi sogni. Ha una missione di continuità, qui ho scoperto la possibilità di mettere nella mia quotidianità musica nuova.

Un filo che unisce i tuoi due lavori è la critica alla tecnologia che allontana: se, come dici, è impossibile sconfiggere da soli la gravità del vivere, in che modo possiamo farci amica la tecnologia?
Sto leggendo un libro che racconta come l’intelligenza artificiale cambierà la nostra vita. La tecnologia offre opportunità straordinarie e dobbiamo stare al passo della sua velocità. Ma offre anche a persone che hanno nella superficialità la loro cifra stilistica uno strumento straordinario per enfatizzarla. È compito nostro approfondirne temi e valori.

Per Cremonini nessuno voleva essere Robin, per i Pinguini Tattici Nucleari c’è Ringo Star, tu hai scelto Richie Cunningham: perché ci identifichiamo nella normalità in questa stagione di eccessi?
I giovani di oggi vivono un eterno presente perché noi non gli abbiamo costruito una idea potente di futuro. Oggi non sai che materia studiare per il lavoro della vita o per come raggiungere un obiettivo. Ho scelto lui perché manca la possibilità di sognare in grande, oggi sogni di essere il re del palazzo o dei like. Lui aveva sogni straordinari e ci aiutava a costruire i nostri sogni. E la normalità era un sogno bellissimo, erano sogni diversi ma collettivi. Ora ogni sogno è individuale e per questo si creano le community per sopperire a una idea potente di futuro. Siamo dipendenti da noi stessi e da chi ci critica. Dobbiamo essere sempre performanti ma per andare dove?

“Ho ancora negli occhi quei giorni felici”: questo pensiero retrospettivo pare una negazione del futuro, come se non ci fossero più giorni felici.
Non voglio essere catastrofico ma nessuno è felice adesso. I giovani non si ritrovano nel presente, noi ci sentiamo spinti in fuorigioco da un mondo che non sa vivere il suo tempo. I quarantenni sentono già i Gen Z dietro che a loro volta hanno due generazioni sotto che spingono.

“Non esiste inverno che non abbia dentro una estate invincibile” è una frase poetica e molto. Ma l’estate è breve e l’inverno fin dai tempi napoleonici è un generale. L’estate dell’anima è effimera? Per altro l’estate all’inizio e che non finisce mai è anche in Come un concerto di Vasco.
È un verso da me riutilizzato di Albert Camus, la sua poesia è Invincibile estate. L’estate è speranza, sogni, è un’altra possibilità anche emotiva. Vasco è l’attesa non di un concerto ma di qualcosa di più. L’estate è attesa con desiderio e quando è all’inizio sembra non finisca mai per quando inizia offre infinite possibilità.

Come a un Concerto di Vasco perché è una storia ambientata a maggio? E perché Vasco? Inoltre i titoli citati delle canzoni hanno un significato particolare o è una questione di metrica?
Da lui ti aspetti sempre Albachiara per l’esplosione finale di emozione. Racconto l’attesa del concerto che è anche condivisione, è una esplosione emozionale collettiva. Maggio è il mese che precede l’estate ed è ancora più forte, hai un anticipo d’estate e già ne godi della bellezza anche se non è ancora partita.

Dove sono oggi gli Uomini Ormai? Sempre persi di vista?
Sì perché la verità è che anche le amicizie forti si perdono dal punto di vista fisico. Ma quel legame, seppure non lo vivi, lo senti dentro per sempre. Tieni la magia ma bisogna andarlo a rivivere. Siamo tutte le età che abbiamo vissuto e quelle che vivremo.

Quale è la differenza tra ricordi e nostalgia?
La nostalgia ha a che fare col rimpianto, io non sono nostalgico, vivo bene il presente e cerco cose nuove per il futuro. Dei ricordi sono un custode, so che ho avuto una vita bella.

Il passato per te è un bagaglio leggero con dentro l’essenziale.
Cerco sempre di viaggiare leggero. Ma dentro porto cose pesantissime da un punto di vista emotivo ed esistenziale. Oggi siamo più routinari, calamitati in una normalità. Sono contento di avere dentro di me immagini di quaranta anni, fanno parte della mia vita.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto parlando con dei booking. Penso a cose piccole con un pubblico che ascolta e non qualcosa di definibile come show case o mini tour. Penso a piccoli festival culturali che apprezzino la mia modalità acustica nel raccontare storie e che ci sia condivisione. Se forniamo alle persone prodotti che il main stream non offre la gente corre ad ascoltare.

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