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Etta: "Con l'album Scemi e Contenti voglio dare fastidio al mondo e farlo riflettere"

Musica

Fabrizio Basso

L’ambientazione del disco è una clinica dove lavora una psichiatra che ha condotto uno studio su un farmaco miracoloso: ciascun personaggio/paziente, con le sue caratteristiche, rappresenta uno spaccato della società contemporanea. L'INTERVISTA

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Scemi e Contenti è il nuovo concept album di Etta, prodotto da V_Rus, pubblicato dall’etichetta B Music Records e distribuito da ADA Music Italy. Raccoglie tredici tracce arricchite da diversi featuring: da Edoardo Bennato a Bunna (Africa Unite), dalle Bambole di Pezza ad Adriana fino a IN6N e Vipra. Scemi e Contenti racchiude tutta l’irriverenza, l’autoironia e l’animo ribelle che contraddistinguono Maria Antonietta Di Marco che con questo lavoro vuole mettere luce su alcuni temi spesso banalizzati dalla società attuale: salute mentale, emancipazione femminile, depressione, discriminazione, politica, inquinamento e molto altro.

Etta come nasce Scemi e Contenti e perché hai scelto una clinica per raccontare il mondo di oggi? In cosa l’album è un farmaco?
Parte da una idea di voler creare una sorta di provocazione e riflessione per tuti quelli che lo avrebbero ascoltato. Oggi non si vive più felici e contenti, da essere pensante non riesco a vivere una vita senza problemi sapendo che muoiono bambini mentre noi stiamo parlando, che non c’è eguaglianza di genere e non si può parlare di omossessuali. Oggi ci anestetizziamo e io invito a pensare. Sono un po’ pazza, viaggiando con l’immaginazione ho cercato una cura al contrario, mi sono immaginata una paziente in una clinica con problemi che non lo sono nella realtà: non sentirmi adeguata è un problema del mondo non mio. La dottoressa mi ha reso scema e contenta e la pillola richiama quella dell’italiano medio di Maccio Capatonda: non ce la fai più a combattere con i sentimenti, ti arrendi e prendi questo farmaco che ti rende scema e contenta.

Il sound così variegato e a tratti disturbante sembra descrivere una società senza punti di riferimento, quasi distopica: lo hai pensato così?
Voglio dare fastidio al mondo in generale. Anche col brano Amadeus ero andata a disturbare, a portare qualcosa di diverso. Sono fastidiosa per mia scelta.

In Game Over dici “voglio illudermi di essere libera”: oggi ci resta solo l’illusione o possiamo avere una vita vera?
Sì se siamo consapevoli di lottare ogni giorno per cambiare il mondo in cui viviamo. Non ci aspetta la pace ma una lotta con le ginocchia sbucciate.

Scemi e Contenti affronta in tema diretto la salute mentale, ripreso anche in Britney: se ne parla ancora troppo poco secondo te? Basta raddoppiare le pasticche e arriva il sorriso da scemi e contenti?
Se ne sta iniziando a parlare ultimamente ma in modo paraculo. Ognuno ha una sua interiorità, ha disturbi della personalità: c’è chi finge che non esistano e chi invece è più fragile e dunque ha una sensibilità che permette di ascoltarti e ascoltare. A contatto con l’anima i piccoli cambiamenti sono più incisivi. Le pasticche distolgono ma restano i dolori dentro.

In Big Drama parli del buio interiore, quello che consuma ma che è anche il frutto della nostra storia. In un mondo popolato di hikikomori è sempre più difficile chiedere aiuto. Hai una soluzione?
Non guardiamo l’arrivo ma il viaggio. Aprirsi è il primo passo per provare a raggiungere la felicità. Ho amici che i problemi se li sono tenuti per sé credendo che i genitori non li capissero…ma dirlo ad alta voce è il primo passo per stare meglio. Proviamo a essere capiti e a capire.

Humanity è il lamento del pianeta sofferente: non credi che un giorno saremo noi a scomparire e lui rinascerà? Che il male che gli facciamo porterà noi alla fine e non il pianeta?
E’ brutto come pensiero ma spero di sì. La mia rabbia in questa canzone è che ho vissuto come fossi io il pianeta, per lui facciamo tanto di buono e ugualmente tanto di male, l’indole umana è sovrastare tutto e tutti, la chiamo egomania. Penso a volte alla perfezione di una foglia e poi si distruggono boschi e animali. Attiviamo la parte giusta della testa, non distruggiamo una cosa così pura come l’universo.

Quale è la tua idea di libertà? Quel “dal sempre mi chiami strega” è la società che teme le donne?
Per me le streghe sono le prime femministe della storia, donne di incredibile intelligenza ma perseguitate. Non siamo più perseguitate ma siamo trattate in modo diverso dagli uomini. Il problema sono secoli di stereotipi che ci portiamo dietro e finché non cadranno, anche per gli uomini, la situazione resterà discriminante. Io lotto per l’uguaglianza di tutti.

In Never mi ha colpito la parola “approvazione”: è un male della nostra epoca? E’ il dovere performare sempre al massimo per essere accettati? E’ accettare un cuore bionico?
L’approvazione per natura la cerchiamo fin da piccoli, pensa a quando ti dicono brano e tu impari subito a battere le mani. Ma non deve poi intaccare la libertà degli altri né il bene inteso come assoluto. Vanno prese le decisioni giuste e se serve un cuore bionico perché il cervello si utilizzi un po’ meglio va bene. In questo momento mi auguro che sapremo prendere la decisione più giusta per le elezioni.

Alla fine possiamo dire che quando ti svegli la mattina sei un po’ meno nervous?
Oddio no. Sempre più incazzata. Non mi sono calmata.

Che accadrà in estate?
Saremo in tour e poi continua la fase di scrittura. Mi piacerebbe creare un evento di chiusura solo mio con ospiti tutti coloro che hanno fatto dei featuring nell’album. Spero di riuscirci a ottobre.

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