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Ferrara sotto le Stelle 2024 debutta coi live dei Blonde Redhead e di Any Other

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

BLONDE_REDHEAD

Il cortile del Castello Estense ha ospitato il primo live di questa edizione: la band italo-giapponese ha mosso ricordi e nostalgia, l'artista italiana cui è stato affidato l'opening act ha dimostrato come con una chitarra si possa diffondere poesia. LA RECENSIONE

Blonde Redhead e Any Other per l'esordio dell'edizione 2024 di Ferrara sotto le Stelle. Nel cortile del Castello Estense la band italo-giapponese e l'artista veronese ma residente a Milano hanno costruito un clima di magia difficile da inventare. Serata sold out da tempo, pubblico eterogeneo, attento e curioso trascinato in due viaggi musicali così lontani ma così vicini. Una sola annotazione per gli organizzatori: quando i concerti sono infrasettimali anche il quarto d'ora accademico di ritardo non va concesso. C'è chi il giorno dopo ha la sveglia presto per andare al lavoro e c'è chi viene da lontano, dunque coerenza con gli orari annunciati. I prossimi appuntamenti saranno il 4 giugno con Dry Cleaning, il 5 (sold out) con la visionaria Daniela Pes e Birthh, il 7 Dente e Ibisco, l'8 The Murder Capital e The  Leatherette e si chiude l'8 luglio con Fantastic Negrito, unico concerto in trasferta, niente cortile del Castello bensì appuntamento alla Delizia Estense di Benvignante ad Argenta.

Any Other

L'EPICA DEI BLONDE REDHEAD E IL TEMPO SOSPESO DI ANY OTHER

Come Ed Sheeran con la sola chitarra ha tolto il fiato a San Siro, Any Other con la sola chitarra ha tolto il fiato al popolo del Ferrara sotto le Stelle. Adele Altro, questo il suo vero nome, polistrumentista e produttrice nata a Verona ma di base a Milano, già attiva da parecchi anni nella scena musicale italiana e internazionale, ha inaugurato la stagione 2024 della rassegna musicale che si svolge nel cortile del Castello Estense. Protagonista del suo live stillness, stop: you have a right to remember, il suo terzo disco uscito lo scorso gennaio. Molti non la conoscevano, neanche di nome. E lei con due canzoni ha conquistato tutti. I suo testi intimi e accoglienti hanno un afflato quasi esoterico, sono un flusso di coscienza che rapisce e ipnotizza. Il titolo del suo recente progetto discografico invita a rallentare, rivendica il diritto alla memoria ed è quello che ricrea dal palco: il tempo pare sospeso, le note che diffonde sono pacifiche e pacificanti. Certo nei testi non tutto è etereo, c'è un brano che si intitola Awful Thread che pare un anatema laico-amoroso, quasi stilnovesco o troubadorico, ma la sua levità rende il risentimento quasi giocoso e dunque ancora più efficace. Magica.

Stanno per scoccare le 22 quando i Blonde Redhead, band formatosi nel 1993 a New York e composta dalla giapponese Kazu Makino e dai gemelli italiani Amedeo e Simone Pace sale sul palco sulle note di Falling Man, un brano del 2004, un brano neoventenne. È l'inizio di un viaggio iniziato nel 1994 con l'album eponimo. Il loro set, compresi i tre bis, è composto da quindici canzoni ed è la declinazione di una epopea artistica unica nel panorama musicale. Sperimentatori, intellettuali al punto di nominare il loro secondo album La Mia Vita Violenta con un riferimento a Pier Paolo Pasolini, miscelano gli stili diventando maghi del suono. Per chi ultimamente li ha persi è stata una importante occasione per prendere confidenza con i loro lavoro più recente, quel Sit Down for Dinner del 2023 che ce li ha restituiti dopo nove anni di latitanza dal mercato discografico. In scaletta, tra gli altri, Melody Experiment, Maddening Cloud e chiusura con Rest of Her Life brano che ci ricongiunge al nostro passato. Blonde Redhead e Any Other i cantori della memoria.

 

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