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Mal, fa festa con l'album I’m still singing e una biografia scritta con...Furia

Musica

Fabrizio Basso

L'artista inglese naturalizzato italiano ha celebrato i suoi 80 anni con un disco e un libro che racconta la sua storia: entrambi li ha presentati in occasione di Falcomics. E ora lavora sulla reunion dei Primitives. L'INTERVISTA

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Ottant'anni festeggiati con un album, I’m still singing, e un libro, La Furia di Mal. E ora pensa alla reunion dei Primitives, suo storico gruppo. Paul Bradley Couling, noto semplicemente come Mal, è stato ospite, a Falconara Marittima, della rassegna Falcomics, una rassegna organizzata da LEG Live Emotion Group sempre più un punto di riferimento per un universo che va dal comic alla cultura Pop: l'artista inglese naturalizzato italiano ha raccontato la sua storia, i suoi progetti e, ovviamente, ha canticchiato l'epica Furia Cavallo del West.

Mal partiamo dalla fine e dall’album I’m still singing: perché un artista con la tua storia ha il bisogno di ribadire che sta ancora cantando?
Ho compiuto 80 anni lo scorso 27 febbraio e ho fatto uscire il libro e il disco; il mio manager mi ha detto di fare una bella cosa quindi ho realizzato un disco per i collezionisti. Ho sempre interpretato canzoni degli altri ma durante il covid chiuso in casa ho iniziato a scrivere la mia biografia partendo da giovane, rivedendo le foto mie in braccio a mia mamma. Ho raccontato come sono arrivato a 80 anni. Le canzoni sono rimaste nel cassetto, mai state usate e quando le ho fatte ascoltare ci meravigliati tutti. Lo ho registrato a Lugano con gruppo di amici all’Heaven Studio.

Un verso del brano dice “continuo a essere romantico”: il romanticismo si è perso? E’ difficile scrivere oggi canzoni d’amore visto che tutto corre sui social?
Non è difficile ma ci troviamo un muro, non si usa più dire io ti amo. A volte canzoni semplici ma vere come quelle di Ed Sheeran spaventano il mondo con le loro parole d’amore semplici e umane. C’è poi il linguaggio dei giovani che non va ignorato. Ma occorre ancora usare certi vocaboli.

Dedichi una canzone al Piper e c’è anche un video: era la Roma della bella vita e tu ci hai portato il Rock. Dici “quelle emozioni ancora il cuore sente”: ce n’è qualcuna più forte delle altre?
Il rock già esisteva e io ne ero un rappresentante. Negli anni 60 c’è stata una rivoluzione musicale inglese con i Beatles e i Rolling Stones, una rivoluzione che è passata attraverso Woodstock e l’Isola di Wight. Noi eravamo tra le tante band; non esisteva il computer la musica dovevi sentirla dal vivo. Lì c’era il cuore.

Me Ne Vado è una canzone triste, parla di una perdita, di una assenza: che storia ha? C’è il contrasto tra l’amore e la sofferenza, ci sono le lacrime e il desiderio di “salvare questo amore”.

La ha scritta mia moglie e anche se in origine non credevo mi ha spiegato che parla di noi.

Due canzoni che, almeno in Italia ti hanno cambiato la vita, sono Parlami d’Amore Mariù e Furia Cavallo del West: erano il 1975 e il 1977. Cosa ricordi di quel periodo?
Prima ancora c’era stata Pensiero d’Amore che era una cover dei Bee Gees, era la stagione dei  musicarelli. Canzone in classifica e il film fatto in un mese. Quella stagione la ho rivissuta ora facendo il libro, ho tirato storie fuori dall’archivio. Guardo il futuro ma non posso inserirmi nella discografia di oggi. Lavoro senza aspettative.

Anni dopo hai detto che Furia ti ha rovinato la vita. Però la tua biografia la hai titolata La Furia di Mal: qual è la verità?
Che quello era uno scherzo, era una battuta.

Nel 2007 si discusse molto per il progetto Romantica che hai fatto con Eva Henger: come nacque? E quanto fu rivoluzionario fare cantare una canzone così romantica a una pornostar?
Che memoria! Ho fatto un reality con lei ed è nato un bel feeling di complicità dentro La Fattoria. Mi è stata proposta e ho detto facciamola. Non è andata molto bene.

Nella seconda metà degli anni 70 sei stato amatissimo dai bambini per le tue sigle, tipo Mackintosh e Uomo Squalo. Però per seguire quel filone hai rinunciato ad andare a Sanremo con Bella da Morire, che vinse. Ti sei mai pentito?
Era la scelta giusta in quel momento. Ero nel cast di Sanremo dopo tanti anni, il precedente era stato nel 1971. Era con la Ricordi e mi hanno proposto canzoni diverse, poi è arrivato il cambiamento di genere, i cantautori si sono presi la scena e noi, cito per tutti Gianni Morandi e Massino Ranieri, siamo stati messi un po’ da parte Ho fatto dischi inglese, tedesco, francese, ho cantato in greco. Il manager Alberigo Crocetta aveva già sondato e arrivo io che rifaccio Parlami d’Amore Mariù. Intanto il cast di Furia era già scritto e io lo sapevo già a dicembre, la Rai aveva comprato il film in bianco e nero di Furia: nessuno ci credeva. Ti dico che quel 45 giri lo abbiamo fatto così in fretta che il retro era lo stesso brano solo in versione strumentale.

Come hai festeggiato i tuoi 80 anni? Che dicono Kevin Paul e Karen Art di papà?
Mia moglie mi ha fatto una sorpresa, ha organizzata una festa a sorpresa al mio campo di golf, nel Club House, ha chiamato mezza Italia. Almeno 40 personaggi del mondo dello spettacolo che mi hanno mandato glu auguri.

Sei stato ospite di Falcomics: cosa conosci di questo mondo? Hai dei cartoon o dei supereroi preferiti?
Durate il Covid ho ritrovato i Primitives; mi sono affidato a uno studio mobile per registrare la batteria. Poi con i pezzi sono andato in studio a Lugano. La copertina non si poteva perché sotto covid non potevamo trovarci, allora un amico vicino a casa, che è il disegnatore di Diabolik, me ne ha inventata una: si chiama Emanuele Barison. Una volta invece ho fatto foto vestito da Diabolik. Arriverà un video a cartoni animati.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Porto avanti i miei progetti e lavoro alla reunion dei Primitives.