Mokuna, Il Vuoto che c'è è un viaggio intimo ed essenziale: il video

Musica

Il brano racconta la distanza che a volte divide due persone e il vuoto che ne consegue

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND

Il vuoto che c’è è un singolo estratto dal nostro album Metropoli, un disco che nasce

dall’esigenza di voler recuperare una forma di scrittura e composizione musicale radicale, ed essenziale ma allo stesso tempo elaborata e profonda nel contenuto. Le riprese del videoclip si sono svolte durante la fase di registrazione della canzone

effettuata interamente live a studio. Era per noi importante mostrare la dimensione della fase produttiva nel tentativo di coinvolgere lo spettatore in quella che da sempre ha rappresentato per musicisti e artisti il luogo principale della creatività e della finalizzazione del processo compositivo. Il video, infatti, si incentra essenzialmente sulla parte esecutiva musicale effettuata da tutti e quattro i componenti del gruppo durante l’interpretazione del brano.

Il protagonista principale del videoclip resta dunque la canzone suonata dal vivo, rimarcando così l’importanza della performance live e della spontaneità emozionale a essa legata. L’idea principale con cui è stato concepito Il video era quella di utilizzare un unico piano sequenza, interrotto solamente da una breve alternanza di inquadrature nel punto più intimista e narrativo del brano. La scelta delle luci, con il loro cambiamento da calde a fredde, è stata dettata proprio dall’esigenza di voler sottolineare anche visivamente quel preciso momento.

Il nostro obiettivo è quello di riuscire ad unire il mondo cantautorale con le sonorità e le ritmiche del rock. Per questo non ci siamo posti limiti nel voler sperimentare più generi possibili passando dal punk al rock, da ballad più acustiche a sonorità reggae. Metropoli, infatti, non è solo il titolo dell’album, ma identifica il nostro stile musicale: così come nella metropoli si miscelano tra di loro suoni, colori, sapori ed emotività a essi legati, così nei nostri brani vengono a convergere tra di loro diversi generi e sottogeneri musicali, al punto da arrivare a definirci una band “Metro-rock” o “Metropolitan Rock”. In particolare, il brano Il vuoto che c’è racconta la distanza che a volte divide due persone e il vuoto che ne consegue. Come forma di scrittura abbiamo privilegiato la ballad in quanto racchiude in sé tutta l’emozione della scrittura cantautorale con il suo andamento morbido e le sue sonorità intimiste e narrative. Per quanto riguarda invece l’arrangiamento abbiamo scelto di vestire il brano ispirandoci al sound tipico del rock britannico degli anni ’90, caratterizzato dal graffio del suono crunch delle chitarre elettriche. L’emotività e la continua ricerca di pensieri volti al riempimento del vuoto interiore hanno rappresentato per noi il tema

centrale del brano.

Il vuoto che c’è è sicuramente una delle tracce più emotive e malinconiche del disco e si inserisce perfettamente nello spirito con cui lo abbiamo concepito. Abbiamo voluto creare un album che fosse estremamente variegato ed eclettico nella forma compositiva dei suoi brani perché l’obiettivo artistico, che ci eravamo prefissati, era quello di voler riprodurre in musica le molteplici forme e dinamiche che coesistono nella globalità di una metropoli. Nonostante il disco sia permeato nella sua totalità da sonorità rock, non mancano brani più intimisti ed esistenziali e Il vuoto che c’è è sicuramente uno di quelli.

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