Nonostante la cantante abbia commesso “irregolarità” nella dichiarazione dei redditi del 2018, i pubblici ministeri hanno chiesto di archiviare il procedimento penale per “mancanza di prove”
Un tribunale spagnolo ha archiviato l’indagine sulla seconda causa per presunta frode fiscale avanzata contro la popstar colombiana Shakira. I pubblici ministeri avevano aperto il caso lo scorso luglio sostenendo che nel 2018 la cantante, all’epoca residente a Barcellona, avesse utilizzato una rete di società, comprese alcune con sede in paradisi fiscali, per truffare l’ufficio delle imposte di 6.6 milioni di euro. Un mese dopo, Shakira aveva saldato il debito. Mercoledì i pubblici ministeri hanno chiesto di archiviare il procedimento penale per “mancanza di prove”, e il giorno successivo la Corte ha acconsentito. Nonostante Shakira abbia commesso “irregolarità” nella dichiarazione dei redditi del 2018, la Corte ha affermato che questo non era “sufficiente a costituire un reato contro le autorità fiscali” e di non aver riscontrato alcun “intento di frode” nella sua condotta. Per Pau Molins, uno degli avvocati della difesa, la decisione “ha posto fine alla campagna diffamatoria condotta dalle autorità fiscali” contro Shakira e “dimostra che non c’è mai stato alcun comportamento fraudolento da parte della cantante”. Ha inoltre aggiunto che la sua cliente è stata “completamente soddisfatta che [la Corte] avesse riconosciuto che lei non aveva commesso alcuna frode criminale".
IL PATTEGGIAMENTO MILIONARIO
Ora per Shakira resta un solo caso amministrativo ancora pendente relativo ai redditi del 2011, anno in cui, come hanno precisato i suoi avvocati, la cantante aveva trascorso “un massimo di 70 giorni in Spagna, neppure la metà del minimo per essere considerata una residente fiscale”. Lo scorso novembre, in un altro caso di frode fiscale del valore di 14.5 milioni di euro relativo al periodo compreso tra il 2012 e il 2014, Shakira aveva invece patteggiato con la giustizia spagnola. L'intesa aveva ridotto in maniera radicale la pena iniziale, una condanna a otto anni e due mesi di reclusione, in una condanna a tre anni di reclusione e nel pagamento di una multa di 7 milioni di euro. L'accordo aveva previsto anche l'ulteriore sostituzione della pena detentiva con una multa di altri 432 mila euro, che aveva evitato alla popstar il rischio di finire in carcere. All’epoca, Shakira aveva deciso di procedere in tal senso “avendo a cuore il miglior interesse dei miei figli” perché aveva bisogno di “superare lo stress e il carico emotivo degli ultimi anni” e di concentrarsi sulla sua carriera. Ora la cantante vive a Miami, negli Stati Uniti, con i due figli avuti dall’ex compagno, l’ex calciatore Gerard Piqué.