La Sad: “Prendiamo l’odio e lo trasformiamo in arte”

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Nel nuovo lavoro il trio formato da Theø, Plant e Fiks collabora con Pinguini Tattici Nucleari, Rose Villain, Articolo 31, Bnkr44, Naska e Donatella Rettore. Il Summersad Tour 2024 parte da Roma il 19 giugno. L'INTERVISTA

Inarrestabile il percorso de La Sad tra chitarre distorte, testi immediati e l'ormai indistinguibile attitudine punk. Il trio che si fa portavoce delle difficoltà di un'intera generazione, dell'importanza di imparare dagli errori, di non rinnegarli e volgere sempre uno sguardo di speranza al futuro, torna con un nuovo album: Odio La Sad. Un titolo forte, provocatorio, che ricorda che spesso gli attacchi personali alle

debolezze e alle fragilità possono diventare un punto di forza per affrontare il presente ma soprattutto il futuro. La Sad torna a raccontare l'odio per parlare di amore e riporta l'attenzione sul tema della salute mentale, importante in tutti gli ambiti ma anche in quello artistico, che dovrebbe essere un ambiente dove i sogni acquistano forma ma che spesso non riesce a placare frustrazione e malessere.

Un titolo forte per questo ritorno, Odio La Sad: come lo spiegate?
E’ un titolo provocatorio ma accompagnato da tanta ironia. Si parla di tematiche che coinvolgono i ragazzi che, come abbiamo visto al Festival di Sanremo con Autodistruttivo, hanno radici profonde. Ci sono poi molti feat e un tour importante.

Riuscite però a trasformare l’odio in positività.
Per noi è più di un disco, è come un figlio. Il titolo deriva non solo dall’odio pre-Sanremo ma per i quattro anni di falliti e venduti che ci hanno urlato, per citare un paio di insulti. Se non trasformi il negativo in positivo non evolvi, spero che sia utile per i fan. E’ un odio che c’è nella società, da discriminati, come accadde a Sanremo, ci facciamo carico di chi è odiato. Prendiamo l’odio ricevuto e lo trasformiamo in arte. Questo è un concpet di rivalsa e protesta contro la società: noi buttiamo fuori le nostre emozioni e questo ci salva. Odio La Sad è una comunità di persone che parla di depressione, suicidio, discriminazione sociale e sessuale. Speriamo di continuare a fare piccoli passi per salvare l’Italia. E’ venuto da sé questo album.

C’è un momento in cui avete compreso che eravate visti con una attenzione diversa?
All’autogrill dopo Sanremo: dagli occhi delle persone notavamo come erano cambiate le cose, si è aperto il bacino del pubblico, si è allargato: grazie a questa maggiore attenzione possiamo fare altri piccoli passi per cambiare le cose.

Tra le collaborazioni c’è quella con gli Articolo 31 in Goodbye.
Ci ha contattato J Ax per il Love Mi dove dovevamo suonare prima della diretta televisiva. Quando Ax ha saputo che non ci saremmo incrociati ci ha detto di aspettarlo nel suo camerino e che ci avrebbe invitati sul palco per fare insieme Domani Smetto; da quel momento abbiamo iniziato a sentirci più spesso, ci siamo trovati subito sintonia e per Goodbye ci ha fatto la strofa al volo. Gli Articolo 31 sono i nostri zii.

Poi ci sono i Pinguini Tattici Nucleari con Maledetta Vita.
Frequentiamo lo stesso studio, abbiamo già collaborato e a livello umano siamo simili. E poi non tanti lo sanno ma Riccardo conosce molto del mondo metal.

Non lo Sai è con Rose Villain.
Ci sentivamo con lei da due anni, è la quarta principessa colorata, fa molti testi Sad. A Sanremo ci siamo conosciuti e siamo entrati in sintonia.

Fuck the Wrld, il pezzo chiusura, sembra la summa di Odio La Sad.
E’ un viaggio lungo dieci tracce e all’undicesima siamo noi al naturale, siamo quelli che non giudicano perché è sbagliato ma che urlano la verità, che escono da quella porta e cambiano il mondo. E’ lo sfogo finale. Tanti hanno capito chi siamo anche grazie alle apparizioni televisive: traspare e dunque la gente lo sa. Con queste canzoni lo capiranno di più.

Che vi resta di Sanremo?
Ci ha forgiato ma già prima ragionavamo su una tematica forte; a livello di scrittura siamo migliorati e abbiamo ampliato la nostra sfera di argomenti.

Soprattutto verso una protezione sociale divisa non per età ma per figure sociali.
Le persone cosiddette diverse sono di qualsiasi età e magari si sfogano attraverso le nostre canzoni. Siamo dalla parte di tutti, compresi quegli anziani che si sono depressi tutta la vita. Non tutti sanno cosa significa liberarsi da una dipendenza e noi ci siamo passati e cerchiamo di essere di supporto agli altri. Eppure alcuni ci dicono che siamo la rovina dell’umanità.

Che mi dite del tour?
Dopo Sanremo ci hanno dato più budget e dunque ci saranno belle sorprese.

Come vedete il futuro?
Ora conquistiamo l’Italia poi il resto del mondo, il prossimo progetto avrà featuring in inglese. Abbiamo portato la scrittura a un livello superiore, scriviamo a tema. Prima era un centrifugato, mettevamo insieme le frasi raccolte sui nostri cellulari. Poi ci sta che ognuno dica la sua come è successo nel brano condiviso con Rose ma per il resto siamo tre teste.

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