I Sierra pubblicano l'album Per Sempre: "Ci confrontiamo con i problemi quotidiani"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Medium e Sila Bower tornano con un disco che è un viaggio fotografico nelle loro storie personali. Sono stati grandi protagonisti della tredicesima edizione di X Factor, dove sono arrivati tra i finalisti. L'INTERVISTA

Il nuovo album dei Sierra, talentuoso duo dell’alternative rap italiano, è Per Sempre e si compone di undice tracce; i featuring sono con Wayne, Nicolette e Quest. Il disco raccoglie le esperienze personali di Medium (pseudonimo di Massimo Gaetano) e Sila Bower (pseudonimo di Giacomo Ciavoni) alternando brani più leggeri ad altri più malinconici e profondi. Tanti i temi affrontati: dall’amore, alla voglia di rivalsa, alla crescita personale. Lo sguardo del duo oscilla tra passato, presente e futuro dando vita a un progetto introspettivo, figlio di una profonda consapevolezza di se stessi e di una maturazione artistica e musicale. 

Partiamo dalla storia dell’album: Per Sempre è un lavoro eterogeneo, sia musicalmente che per le storie che raccontate. Sembra di sfogliare un album di fotografie: nella stagione del ritorno del concept voi siete andati in direzione opposta. Perché e quanto ci avete lavorato?
Il disco ha avuto una gestazione di sei mesi. La necessità primaria è stata quella di tornare sulla terra dopo avere parlato di massimi sistemi, di avere un linguaggio eterico e verso l’eterno. Ora il nostro scrivere è appiccicato a un muro per dare un senso di effimero, siamo più vicini a una dimensione terrena delle cose, ci confrontiamo con problemi più quotidiani.

Avete scelto di partire con Per Sempre che è un brano d’amore, un amore fisico e carnale: è difficile scrivere d’amore nella stagione di Tinder e dei social?
È difficile trovare un amore puro e carnale ma nulla potrà mai fermare una cosa così potente, neanche l’Intelligenza Artificiale. Certo, c’è più superficialità ma lì fuori ci sono gli amori potenti e destinati a sopravvivere nel tempo.

Il momento nostalgia si chiama Ricorderai: quando parlate della vita “in fondo è più tutto quello che gli dai di quello che torna” c’è un senso di arrendevolezza. Il vostro saldo emotivo con la vita, a oggi, è positivo o negativo?
Il nostro fulcro è la musica, siamo contenti. Se ti guardi intorno ci sono zone del mondo senza questa serenità. Dobbiamo essere contenti di quello che si ha anche se l’uomo dell’Occidente vuole sempre di più. Per noi la musica è passione e semplicità, c’è la consapevolezza di essere privilegiati e di non forzare a desideri maggiori. Siamo contenti di base, seppur come con i nostri momenti no.

“Everyday una donna paga la follia di un uomo”: in cosa la nostra cultura sbaglia?
A non dare ascolto a un movimento che ha consapevolezza, dobbiamo ascoltare tutte le minoranze anche se questa non lo è ma viene trattata come tale. Ogni giorno ci sono violenza e casi limite, un artista si rompe di questi atteggiamenti. Diamo il nostro appoggio a questo tema, anche se è minimo. Le istituzioni in primis devono innescare il cambiamento.

Avete chiesto a Roddy Rich se ripaga la dedizione?
È un rapper che con la sua dedizione ha subito un periodo di depressione e over critiche dalla scena e dai fan. Non è sempre detto che dedicarsi a qualcosa possa ripagare il prezzo dell’impegno. Un giorno glielo chiederemo.

Troppo Vicini è attrazione e repulsione nella vita e nell’amore: avete trovato la password per uscire dall’empasse?
Potrebbero essere i rapporti sentimentali part time, contratti di sei mesi così poi non si arriva alla noia cantata da Franco Califano. L’essere umano è così anche se poi il vero amore sa andare avanti.

Se Dio si sta solo esercitando resteremo sempre meno di un coriandolo? Quale è il vostro rapporto con la Fede? Per altro in Piccola Fiammiferaia vi chiedete “perché il mondo è vivo eppure sembra fermo” e in Nostalgia “sull’altare c’è chi venera Dio”. Per non parlare del diavolo più giusto di Dio citato in Battesimo.
In passato abbiamo titolato un nostro album Ave Maria. Per noi è fede artistica. C’è qualcosa che muove la nostra direzione. In questo album dubitiamo, c’è una fede che viene confermata ma a tratti traballa. È una battaglia interna ma nella vita di una persona ci sta il dubitare.

In Piccola Fiammiferaia si spera che la notte porti consiglio: cosa rappresenta per voi la notte? È più festa o più solitudine e riflessione?
Dipende dai giorni. Anche quando si esce c’è la riflessione come quando si è a casa c’è l’euforia. Ora c’è la FoMo, ovvero la necessità di uscire comunque per non perdersi quello che avviene in giro. A volte nella solitudine notturna si scoprivano le cose. Ci sono periodi in cui la gente ha bisogno di staccarsi dall’esterno e le nuove generazioni ne stanno prendendo atto.

Da bambini avevate una favola preferita e una che invece fi faceva paura?
La Disney a noi nati nel 1993 ha folgorato l’infanzia. Alice nel Paese delle Meraviglie per la sua pazzia. La Bella Addormentata con la strega che vedevamo in corridoio come il bambino di Shining sul triciclo vedeva le due sorelline.

In Malincuore dite “i nostri dubbi ostaggi delle mie parole”: vi chiedo se in fase di scrittura sentite un senso di responsabilità che vi porta a ragionare sull’impatto che i vostri testi possono avere in chi vi ascolta?
No. Abbiano il dovere di portare in alto un certo tipo di poetica. Li fuori, questa filosofia, ripaga di più alla lunga. Bastano una chitarra e una voce per fare risaltare la penna.

Citate Minerva, le Pleiadi, le Cariatidi: la mitologia vi affascina?
Tantissimo, perché poi si traduce in astrologia, cosmologia, alchimia… elementi che ci solleticano la penna e portano storie da raccontare. A scuola, al liceo, era bello avere questi riferimenti e adesso è bello farlo per chi ha perso queste tematiche.

Davvero fareste sparire la Fimi, la Federazione dell’Industria Musicale Italiana, come dite in un verso?
I numeri impongono una corsa un po’ troppo spasmodica che da sfogo a tanti tipi di idolatrie e robe strane. Siamo iconoclasti e la Fimi ogni fine settimana può portarti all’ultimo piano del palazzo quando il vero gioco non si sviluppa in altezza ma in piani diversi. Alla fine siamo ragazzi semplici.

Al di là dei concerti già annunciati, che accadrà nelle prossime settimane?
Faremo queste date, poi uscirà un singolo forte a fine aprile, che verrà integrato nell’album. E, anche se non ancora annunciate, sono già pronte le date estive.

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