Cino, il producer alchimista crea una playlist per Sky TG24

Musica
cino

La peculiarità delle sue produzioni è quella di riuscire ad attingere da stili diversi combinando elementi tipici della musica elettronica, tecno e da club a una forte componente melodica e suonata, mettendosi al servizio dell’artista e della storia che vuole raccontare

George Martin - All Quiet on The Mersey Front

A detta di tutti gli altri quattro, il quinto “beatle” era lui: George Martin, storico produttore della band più famosa della storia della musica che ha giocato un ruolo fondamentale nel creare l’identità sonora che tutt’ora conosciamo ed ammiriamo, lavorando a stretto contatto con la band di Liverpool nella stesura delle canzoni, l’arrangiamento orchestrale e nella scrittura delle partiture per i singoli strumenti – lavoro che oggi, grazie alla tecnologia che è accorsa in nostro aiuto, non immaginiamo nemmeno quanto poteva essere complesso e che capacità fossero richieste. In questa canzone, contenuta nella colonna sonora “Ferry Cross the Mersey” del 1965,

George Martin, attraverso l’uso dell’orchestrazione e l’innata capacità di trovare

l’equilibrio perfetto tra i vari strumenti, esprime a pieno quello che è stato il suo tangibile contributo nella carriera dei Beatles come produttore musciale.

The Alan Parsons Project – Sirius – Demo

Alan Parsons è una di quelle figure che nel retroscena delle canzoni e degli album ha

ricoperto un po’ tutti i ruoli: ingegnere del suono, produttore, musicista.. e infine artista a sua volta. Inglese, legato al team di George Martin in quanto divenne fonico resident degli Abbey Road Studios a Londra, ebbe l’occasione di lavorare a stretto contatto con tante bands ed artisti ma, senza dubbio, l’esperienza che gli cambiò la vita fu quella con i Pink Floyd. Alan Parsons, contribuendo alla realizzazione dell’album “The Dark Side of The Moon”, ricevette una nomination ai Grammy’s nella categoria “Best Enginereed Recording”. “Sirius”, contenuto nell’album “Eye in the Sky” pubblicato nel 1981 che divenne il più grande successo della band di Alan Parsons, negli anni ’90 venne utilizzato dai Chicago Bulls come canzone d’ingesso in campo dei giocatori della squadra di basket NBA. Condivido con piacere questa versione, quella demo, perché è così effettivamente che vengono ascoltate le canzoni una volta finita la giornata in studio: un’export al volo, senza troppi crismi. La messa in bella copia avviene dopo, nel momento in cui si decide di pubblicarla e distribuirla per gli ascoltatori.

Giorgio Moroder – Chase

“The Father of Disco”, e non c’è appellativo più azzeccato per definire Giovanni Giorgio Moroder, italiano di nascita ma Berlinese d’adozione. Lui, più di ogni altro, ha dato via a quel connubio che tutt’ora esiste nella figura del produttore, dj, musicista ed arrangiatore. Pioniere della musica elettronica e senza dubbio della disco music, uno dei primi a essere affascinato dai sintentizzatori e ad utilizzarli nelle sue produzioni, vince due Oscar con “Flashdance” e “Top Gun” e, più recentemente, collabora alla realizzazione della traccia “Giorgio by Moroder”, contenuta nell’ultimo album pubblicato ad ora del leggendario duo francese Daft Punk “Random Access Memories.” In “Chase”, che ho scelto per questa playlist, sintetizza perfettamente quello che sarà la sua eredità musicale in lascito negli anni successivi e quello per cui tutti, ancora a oggi, lo ritengono una delle più grandi ed innovative forme d’ispirazione della musica dance e da club.

Quincy Jones – The Dude

Quincy Jones “Q” credo che più di ogni altro sia colui che abbia consolidato nell’immaginario collettivo in modo tangibile il ruolo del produttore.

Trombettista, compositore, polistrumentista, produttore, arrangiatore, autore di colonne sonore per teatro, cinema e televisione, e tanto altro. Quincy Jones ha prodotto il disco più venduto della storia, “Thriller” di Michael Jackson. Vincitore di 28 Grammy’s e del raro riconoscimento “Grammy Legend Award”, a oggi assegnato a solamente quindici artisti, è senza dubbio una figura di grande peso e carisma ben oltre ai confini della musica. “The Dude” fa parte dell’omonimo album “The Dude”, probabilmente uno dei più begli album solita di Q della sua fase degli anni ’80 in cui sono presenti le voci di Michael Jackson e Patti Austin, sin dalle prime note fa riconoscere all’ascoltatore quelle stesse note che poi l’hanno portato, grazie alle sue collaborazioni, ad essere inserito nell’olimpo dei produttori musicali di tutti i tempi.

Dr. Dre, Eminem – Forgot About Dre

Andre Romelle Young è una figura centrale nello sviluppo dell’hip hop, come cultura, per come la conosciamo ad oggi – declinata nella forma della Trap. Snoop Dogg, Kendrick Lamar, Andersoon.Paak, Eminem.. sono solo alcuni (e scusate) tra gli artisti lanciati dal “doc”. Già dai tempi dei N.W.A. (Niggas With Attitude), gruppo di Compton fondato insieme a Eazy-E, con il loro album “Straight Outta Compton” definiscono i canoni del genere rap. Produttore unico nel suo genere, capace di fondere ritmi hip-hop, breakbeats funky insieme a memorabili melodie, i suoi beats diventano la colonna sonora perfetta e vincente per molti artisti a cavallo tra metà anni ’80 fino ai 2000. “Forgot About Dre”, contenuto nell’album “2001” con il featuring di Eminem, è l’esempio perfetto della sua sonorità e del suo stile che lo ha reso indistinguibile e, soprattutto, che lo ha fatto sopravvivere al tempo, tanto da essere riconosciuto oggi come un’autentica leggenda.

Timbaland, Justin Timberlake, Nelly Furtado – Give It To Me

A partire da metà degli anni ’90, Timothy Mosley è stato colui che ha contribuito ad

inserire nel mondo pop tutto ciò che apparteneva al mondo hip hop: batterie, synth,

campionamenti, beat box e linee di basso. La sua genialità è stata individuare le

potenzialità di un genere preciso ed inserirle nelle canzoni dell’immaginario collettivo:

Justin Timberlake, Nelly Furtado, Jay-Z, Missy Elliott.. sono solo alcuni degli artisti ha cui ha dato il “boost” con il suo stile unico ed inconfondibile. “Give it to Me”, in collaborazione con forse due delle sue collaborazioni più vincenti, racchiude in pieno ogni sfaccettatura del produttore di Norfolk che ci ha reso così famigliare il suo “sound”.

Mark Ronson, Miley Cirus – Nothing Breaks Like a Heart

Penso che Mark Ronson sia più di chiunque altro la figura che, ogni giorno, mi porta a

voler e dover migliorare ogni aspetto possibile per potermi avvicinare a quel concetto di “produttore” che aspiro a essere. Dj, musicista, grande conoscitore della musica, amante della moda e della cultura, Mark Ronson, vincitore di 7 Grammy’s, non solo ha pubblicato diversi album che hanno definito indiscutibilmente non solo il suo stile ma anche un nuovo trend, quello del funk e del soul unito a dei mondi più urban, da cui attingeva come dj, ma ha avuto la grande capacità e lungimiranza di portare ogni artista con cui ha collaborato fuori dalla sua comfort zone, proiettandolo in un futuro nuovo e di successo: Amy Winehouse, Bruno Mars, Lady Gaga, Adele.. il suo stile e la sua profonda empatia con gli artisti con cui ha collaborato gli hanno donato un’aura di leggenda vivente. “Nothing Breaks Like a Heart” in collaborazione con Miley Cyrus, è una delle canzoni contenute nel suo ultimo album “Late Night Feelings”, pubblicato nel 2019, in cui si riconoscono già dal primo ascolto tutte le sfumature musicali del produttore e dj inglese con cui ha contaminato gli artisti con cui ha collaborato nel corso della sua carriera.

Metro Boomin, The Weeknd, 21 Savage – Creepin’

808, dark synth, atmosfere minimali e come corredo un suono cinematografico: queste sono le caratteristiche delle produzioni di Metro Boomin, all’anagrafe Leland Tyler Wayne, che gli hanno permesso di ritagliarsi un posto da protagonista nella scena trap e urban contemporanea. Nato a Sant Louis, nel Missouri, la sua storia comincia con il rapper Young Thug. Il suo suono, inconfondibile, nel giro di poco strega gente come Drake, Future, Travis Scott, Nicky Minaj.. collabora con Lana del Rey, nell’incredibile album “Lust for Life”, e compone la colonna sonora dell’ultimo film di Spider Man, dimostrando una grande traversalità. “Creepin’”, uscito nel 2023, è un singolo del produttore discografico statunitenste in featuring con The Weeknd e 21 Savage ed è un remake del singolo di Mario Winans “I Don’t Wanna Know”. Il pezzo, cupo ricco di synth in pieno stile Metro Boomin, ha raggiunto la terza posizione della Billboard top 100.

Tainy, Bad Bunny, Julieta Venegas – Lo Siento BB:/

Tainy è il produttore sudamericano (nato a Portorico) contemporaneo che mi piace più di tutti: sempre raffinato nella scelta dei suoni, non si ripete mai nei suoi lavori e racchiude un forte senso identitario legato alle sue radici senza ricorrere ad alcun compromesso. Quello che invidio a produttori come lui, così come ai produttori d’oltreoceano, è la spensieratezza nell’andare oltre i confini del genere e del mercato, dei trend e degli artisti del momento. Co-autore dei più grandi successi reggaeton e di musica urbana latina, plurivincitore dei Latin Grammy’s, vanta collaborazioni con Bad Bunny, Daddy Yankee, Don Omar, Wisin, Yandel... “Lo Siento BB:/” è l’esempio perfetto di tutto ciò che Tainy ha dato agli altri artisti con le sue produzioni: un raggaeton scuro, elegante, una canzone potente, dai canoni classici ma con una resa dalle sonorità mai sentite. L’unione di Bad Bunny, artista più ascoltato al mondo su Spotify nel 2022 e secondo più ascoltato nel 2023, e Julieta Venegas, leggenda della musica globale e messicana, rendono questa canzone una super hit e una pietra miliare della musica sudamericana contemporanea ed infine dimostra che la

visione è molto più importante della rincorsa di un trend.

Mike Dean, The Weeknd – Artifical Intelligence

Mike Dean, the “king of synthesizer” comincia la sua carriera come mixing engineer e da subito si avvicina al mondo hip-hop, collaborando alla realizzazione degli album in studio di gente come 2Pac, Nate Dogg e altre leggende del rap. Tra questi, un giorno, incontrò Kanye West e quest’ultimo, notando il talento di Mike, lo coinvolse nella produzione dei suoi album successivi: My Beautiful Twisted Fantasy, Yeezus, Te Life of Pablo e Ye. Oltre a questi, intervenne come produttore anche nell’album che Ye fece in collaborazione con Jay-Z: Watch The Throne – album cult tra gli amanti della musica hip-hop e non solo. Questa esperienza, gli spalancò le porte dell’olimpo degli artisti, portandolo a collaborare con Frank Ocean, Desiigner.. ma il sodalizio perfetto l’ha trovato con Abel Makkonen Tesfaye, conosciuto ai più come TheWeeknd: insieme a Mike Dean ha creato una combo esplosiva. I due, insieme, lavorano all’album capolavoro dell’artista canadese: After Hours. Hit dopo hit, l’album raggiunge un successo planetario, grazie al traino di “Blinding Lights” e con esso Mike viene riconosciuto come il “re dei sintetizzatori”, su cui l’album di TheWeeknd è praticamente costrutito. Sonorità analogiche, anni ’80, drum machine sincopate ed il calore delle vere macchine sono la formula vincente di questa coppia che, senza dubbio, ha tracciato una nuova direzione per il trend della musica mondiale. “Artifical Intelligence” potrebbe essere stata tranquillamente una canzone inserita nell’album di TheWeeknd, e invece Mike Dean esplora le sue sonorità producendo un suo album, introspettivo ed estremamente ricercato, in cui ci fa sentire e ci racconta come ha

costruito il suono che ha portato l’artista canadese sul tetto del mondo.

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