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Pino Daniele Day, Greta Bragoni: “Ammettendo gli errori è più facile correggersi”

Musica

Fabrizio Basso

E' una delle voci più potenti della sua generazione. Il suo album Noie è stato inserito nell’elenco dei più interessanti del 2023 su Sky TG24. Nella giornata dedicata all'indimenticato artista napoletano ha raccontato la sua anima più Blues. L’INTERVISTA

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Ascoltare Noie, l'album di Greta Bragoni, è come sfogliare le fotografie al ritorno da un viaggio. Sensazioni, pezzi di vita immortalati come luoghi appena scoperti. Luci e ombre di momenti da non disperdere nel flusso delle cose. Punti fermi salvati su una cartella, a cui far riferimento per definire meglio il presente in cui ci si ritrova. Questa giovane artista è stata protagonista del Pino Daniele Day, dove ha dato voce all'anima più blues dell'indimenticato mascalzone latino.

Greta partiamo da cosa significa, per te, essere protagonista del Pino Daniele Day.
E’ assolutamente un onore, una cosa inaspettata, sono rimasta sorpresa quando mi hanno chiamata, farò un medley di Nun me Scuccià e Ué Man. Faccio la sua parte più blues.

Quale è la sua canzone che porteresti su un’isola deserta?
Di certo Quando, mi emoziona sempre molto. E ora di dico E pò che fà.

Se ti dico “oggi non vorrei fare niente” cosa mi rispondi?
Che è un mio verso e che oggi mi va di fare tutto, ho dormito bene, sono stanca ma felice. Oggi va bene per davvero.

Come ci si difende dal burnout che racconti in Noie? Credi che sia un problema generazionale oppure non ha età ma solo situazioni?
In realtà non lo so, un po’ ci si convive e un po’ si cerca di curarlo. Nella vita i momenti cambiano, quello che citi è stato uno dei momenti in cui ho capito che non si può stare sempre bene, c’è stata una rottura perché ho mentito un po’ a me stessa. La musica aiuta molto, tenersi impegnati sempre è importante. Bisogna cercare di capire: a volte siamo noi che allontaniamo le persone, devi ammettere i tuoi errori così poi è più facile correggersi. Secondo me sicuramente è un fattore generazionale, c’è un futuro incerto, sembra sempre di fare troppo o troppo poco. Ci aggiungo il confronto spesso non veritiero con la vita degli altri attraverso i social: forse più che di generazione è una questione di epoca storica.

L’aspetto per me originale del tuo album Noie è che sembrano pensieri ad alta voce: sono stati faticosi da mettere in fila?
Più che altro non è stato facilissimo, ascoltando tante cose, trovare la quadra musicale. E’ stata anche la prima volta in italiano quindi ho dovuto pure superare l’imbarazzo della lingua, con l’italiano ti togli la maschera.

In Spleen parli di “jeans anni Settanta”: è quella la stagione in cui avresti voluto avere vent’anni?
Avrei vivere appieno gli anni Novanta, amo molta musica nata in quel periodo. In Spleen cito una mia amica che è legata agli anni Settanta, ho scritto pensando a lei. Però, ora che mi ci fai pensare, avere la mia età di oggi a fine anni Settanta, nel pieno della summer of love, non sarebbe stato niente male.

“Giuro che ho smesso di contare il tempo”: che rapporto hai col tempo? Sei puntuale o sempre in rincorsa?
Sempre in rincorsa, ho il vizio di dire sì a qualsiasi cosa senza pensarci troppo. Incastro sempre tutto. Ora ho però smesso di sentirmi in ansia se non riesco a fare le cose. Mi dò appuntamenti razionali anche se a volte non riesco a mantenerli.

Sei una persona ordinata? Nel senso il tuo armadio è curato e quale è il capo di abbigliamento più presente?
Vado a periodi, sono Jekyll e Hyde. A volte l’armadio è a posto ma è tutto accatastato sulla poltrona. In assoluto i pantaloni.

In una tua storia su Instagram giochi con le bolle di sapone…dove volano oggi?
Per aria, ora ho la testa verso il futuro, poi voleranno di più, stanne certo!

Cosa puoi anticiparmi dell’estate in arrivo?
E’ tutto in divenire. Gli impegni universitari mi hanno distratta dal mio progetto. Ora voglio pianificare meglio le prossime uscite, sto scrivendo e sperimentando. I concerti? Li aspetto!

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