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Pino Daniele Day, Alessandra Tumolillo: "La mia generazione sa alzare la voce"

Musica

Fabrizio Basso

Una giovane artista napoletana racconta la sua visione della musica e racconta cosa rappresenta il "mascalzone latino" per lei e per la sua generazione. Oltre ad accompagnarci nel suo universo sonoro. L'INTERVISTA

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Il Pino Daniele Day sarà un’occasione per scoprire come le nuove generazioni di artisti e produttori trovino ispirazione in Pino Daniele e come oggi vengano interpretati i suoi brani. Tra queste Alessandra Tumollillo il cui ultimo singolo si intitola Si t o ssapesse dicere ed è una romantica ballad chitarra-voce che restituisce la personale versione in musica di Alessandra dell’omonima poesia di Eduardo De Filippo.

Alessandra, partiamo da cosa significa per te, partenopea, essere protagonista di questa giornata?
Sono sempre un po’ coinvolta quando si parla di lui, sono nata dove è nato lui e la sua musica la bazzico fin da piccola. Significa unire le mie passioni ovvero musica e napoletanità con tanta responsabilità. Inoltre mio papà ha suonato con lui negli anni Ottanta. Per ricordarlo ho scelto Quando e Un Cielo senza nuvole.

Quale è il suo brano che porteresti in un’isola deserta?
Direi Gesù Gesù.

Il tuo ultimo brano, Si t o ssapesse dicere, è una poesia di Eduardo: cosa ha di speciale?
Antonio Sinagra l'ha messa in musica e a eseguirla mi ha convinto sempre il mio passato. C’era mio padre in quello spettacolo negli anni Novanta, non l'ho vissuto ma l'ho molto ascoltato e dunque c’è un ricordo felice visto che ora i miei genitori sono separati. È un momento di armonia.

Tu sai dire quello che il cuore dice oppure sei difficile da decifrare e interpretare?
Tutte e due, a volte scontata e altre ermetica. Forse sono più ermetica, sto sulla difensiva per paura di soffrire.

Secondo te sarebbe un bene avere ‘o core è analfabeta?
Bisognerebbe buttarsi ma io tendo ad anestetizzare e dunque freno anche se vorrei buttarmi. Sono del segno della vergine, dunque razionale con la passione per il controllo. So che è un ossimoro ma è così.

Come nasce la tua passione per il jazz e l’idea di contaminare così la musica napoletana?
Essere parte di una generazione nuova di giovani artisti può aiutarmi a espandere una voce più alta. Ho il desiderio di riportare il tutto alle nostre origini.

Pochi giorni fa hai postato un video fatto in macchina… un verso dice "tutte le sere venivi all’appuntamento ora che non ci vieni più io ti aspetto puntualmente": qual è il tuo rapporto col tempo? Sei una donna puntuale?

Puntuale ho imparato a esserlo, per fare questo lavoro bisogna essere rispettosi verso chi lavora con te. Il tempo lo vivo quando suono la chitarra, si annulla.

Sai riconoscere le lacrime sincere?
In me non lo so, è difficile interpretare le emozioni. Le mie lacrime più vere sono per la musica. Con gli altri mi resta più facile perché sono empatica.

Ho ascoltato la tua versione di A Mano a Mano di Rino Gateano. Come te la cavi musicalmente con l’italiano?
Scrivo in napoletano e in italiano, porterò avanti entrambi i percorsi. Quando ero piccola scrivevo in inglese.

"Può nascere un fiore ne nostro giardino"… nel tuo quale nasce?
Do tanto valore all’amicizia, è quella che arricchisce di più: amo il confronto, è utile per la scrittura della mia musica. Poi, se ci pensi, l’altro è uno specchio di noi.

Sei una persona ordinata? Nel senso il tuo armadio è ordinato e qual è il capo di abbigliamento più presente?
Il mio disordinato può essere quello ordinato di un’altra, diciamo che sono diversamente ordinata. Le giacche da uomo mi piacciono un sacco, ci ho anche scritto un pezzo che uscirà prossimamente.

Cosa puoi anticiparmi dell’estate in arrivo?
Sarà un periodo di registrazioni per il disco che uscirà probabilmente per dopo l’estate.