Emiliano Pepe e il viaggio futuristico di Born Slippy: il video

Musica

Una alchimia di suoni e sensazioni per costruire un brano che arriva in fondo all'anima

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

Risento alla tv Born Slippy. L’avevo sentita già tante volte, ma questa volta mi soffermo sull’ intro. Sono due accordi di un synth fatti andare a loop. “Che belli! (questi 2 accordi)”. Vado al pianoforte per trovarli. Il primo dei due è l’accordo che si forma sul 6°grado della scala minore. Il secondo è quello che si forma sul 5° grado. 

È una sequenza che già uso spessissimo quando improvviso al pianoforte. 

Che bella coincidenza.

Allora, a 'sto punto, vado avanti, cerco il testo, e provo a cantarla. 

Cantarla, ma anche rapparla, perché la voce è un misto tra le due cose. Il testo mi piace molto: frasi brevissime, un po’ sconnesse tra di loro. Mi sembra quasi una poesia futurista. 

Col pianoforte, e fatta più lentamente, tiro fuori l’anima di un brano in origine molto “pesante”, che pesta. Ma anche uno dei brani della musica “dance” di maggiore spessore. Lo trovo il più “sinfonico”, perché ha uno sviluppo interessante, che coinvolge.
Nel mio studio ho un disegno. Lo osservo quasi tutti i giorni, perché ce l’ho di fronte alla scrivania. È di Andrea Branzi, uno dei più importanti architetti/designer dei nostri tempi, nonché il padre di mia moglie. Il disegno è molto articolato, è un mondo, una visione. Questo mondo potrebbe essere animato, e se ne potrebbe fare un video, penso. Scrivo a Nico Vignali, grafico/videomaker di tante cose che faccio. Lui è la persona più adatta. Mi dice di sì, si può fare. Figata! 
Una volta uscito l’album Black Capuozzo che contiene la mia versione di “Born Slippy”, unisco le due cose: il video del disegno del “babbo” e la canzone. E così è nato il brano, e così è nato il suo video.

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