Geolier, il ritorno a Napoli dopo Sanremo: targa e fuochi d'artificio

Musica
Vittoria Romagnuolo

Vittoria Romagnuolo

©IPA/Fotogramma

Il rapper e cantautore partenopeo è stato accolto nel suo rione da una folla in tripudio che lo ha atteso al ritorno da Sanremo cantando ed esultando fino a notte fonda. Esaurite le polemiche dell'Ariston, resta la gioia incontenibile di una città che celebra il successo globale del suo nuovo eroe

Le chiacchiere che hanno accompagnato la partecipazione di Geolier a Sanremo 2024 sono state abbondantemente coperte dalle esplosioni di gioia dei suoi fan che hanno accolto il rapper in maniera trionfale al rientro a Napoli, a casa sua, al rione Gescal, il quartiere popolare tra Miano e Secondigliano dove Emanuele Palumbo, in arte Geolier, vive con la sua famiglia.
Geolier si è fatto largo tra i suoi supporter che si sono assiepati per applaudirlo attorno al van con cui ha viaggiato per tornare nella sua città che ha deciso di celebrarlo in maniera ufficiale conferendogli una targa in onore della sua esperienza al Festival, consacrazione di una stagione memorabile in cui il meglio deve ancora venire.

La festa spontanea dei napoletani

Napoli celebra Geolier, l'artista che col suo talento e la sua energia giovanile sta contribuendo a offrire un'immagine della città positiva e di successo, a prescindere dai verdetti dell'Ariston e dalle polemiche che hanno appesantito una settimana in cui il rapper è riuscito comunque a dare il meglio di sé portandosi a casa il titolo di trionfatore della serata delle cover e una medaglia d'argento come secondo classificato dopo la vincitrice Angelina Mango.

La folla che ha atteso il cantante a Secondigliano domenica sera al suo arrivo da Sanremo è stata incontenibile e ha bloccato le strade del quartiere dando vita a una festa spontanea che è proseguita per ore ed è stata arricchita dai fuochi d'artificio che si riservano alle migliori occasioni.
Cori da stadio, cori sulle note dei maggiori successi di Geolier e, naturalmente, migliaia di voci che si uniscono sulle strofe di Io p'me, tu p'te, canzone lanciata al Festival, già una hit su tutte le piattaforme di streaming con risultati globali.
Per la fanbase di Geolier, che ha il cuore proprio nel suo quartiere partenopeo, il cantante è il trionfatore assoluto della manifestazione, idolo senza rivali anche fuori dal palco per il modo in cui ha saputo tenere testa ai fischi e alle critiche di chi non ha apprezzato quel brano dalla sonorità internazionale e ultra contemporanea ma scritto in dialetto.
Geolier che ai giornalisti e in tv ha dimostrato di avere le spalle larghe e ha mantenuto un atteggiamento composto nel rispondere che dei fischi non gli importa granché, ha ringraziato i fan dal balcone di casa sua dicendo che la sua vittoria non è individuale ma collettiva. E, a un certo punto, per un attimo, si unisce ai fischi della folla in risposta a quelli che gli sono stati indirizzati durante la gara. Per lui, comunque, non è il tempo delle recriminazioni: è il momento di esultare e godersi questo momento incredibile.

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La targa dal sindaco: “Sono proprietà di Napoli”

Lunedì 12 febbraio Geolier ha attraversato la città per raggiungere il Maschio Angioino all'interno del quale si è svolta una cerimonia per la consegna di una targa conferita dal Comune di Napoli all'artista che ha lasciato la sua impronta sul Festival, edizione 2024.
Geolier, che è stato accolto in trionfo anche qui, ha rilasciato qualche breve dichiarazione nel suo stile semplice e immediato, ricordando ai presenti e al sindaco Manfredi che il suo obiettivo è fare bene, fare onore alla città e ai suoi sogni da ragazzo.
Dopo aver ringraziato tutti per la vicinanza che non era scontata, nonostante il concetto di unione sia intrinseco alla natura del popolo partenopeo, alla stampa nazionale presente ha dichiarato: “Sono andato a Sanremo con l'obiettivo di portare lì la lingua napoletana e ci sono riuscito, sono rimasto contento di tutto” e ha concluso: “Sono proprietà di Napoli p' semp”. Per sempre.  

Geolier e il sindaco di Napoli
Geolier riceve una targa dal sindaco di Napoli Manfredi - ©IPA/Fotogramma

Daniela Di Maggio “indignata” per la scelta del sindaco

Mentre Geolier riceve da parte delle massime autorità della città di Napoli il riconoscimento per i suoi successi a Sanremo, Daniela Di Maggio, mamma di Giovanbattista Cutolo, “Giogiò”, il giovane musicista ucciso ad agosto scorso per futili motivi - ricordato proprio da sua madre durante la prima serata della kermesse - si scaglia contro la decisione del Comune di conferire una medaglia al rapper.
Anche suo figlio, ha detto la donna in un'intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, ha difeso i valori e la cultura della città - le motivazioni alla base del premio dato a Geolier - perché a Giogiò non è stata assegnata alcuna medaglia? Lo sfogo della donna non ha a che vedere con l'artista al quale riconosce di aver mostrato vicinanza e partecipazione in occasione dei funerali di suo figlio, oltre ai meriti artistici, legati al suo modo peculiare di scrivere e fare musica. La madre di Giogiò lamenta l'esclusione di una vittima dal discorso legato al contributo artistico e alza la voce proprio nei giorni in cui Geolier si gode l'abbraccio della città.

Il duro commento di Franco Cutolo, padre di Giogiò

Ancora più duro Franco Cutolo, padre di Giogiò, che su Facebook ha condiviso un post polemico, una foto di Geolier con un mitra dorato tra le mani per la cover di YouTube del suo pezzo Narcos, a cui si aggiungono delle dichiarazioni rilasciate all'AGI: "Geolier è un ragazzo fortunato perché si è trovato spinto da un ingranaggio mediatico e pubblicitario che, a prescindere dal Festival di Sanremo, gli ha fatto intercettare il mood dei ragazzi. Ma ciò non giustifica la sua impresentabilità, la sua mancanza di cultura e di preparazione. Lo dico da artista che ha sempre rappresentato nel proprio teatro le minoranze, che ha dato spazio alla cultura popolare e alle culture subalterne ma qui, però, troviamo solo la cultura dell'efferatezza", ha detto Franco Cutolo.
"Ho saputo che Geolier è uno dei miti dell'assassino di mio figlio e non mi sorprende", ha proseguito il regista, anche se Geolier andò ai funerali di Giovanbattista e lanciò un appello ai ragazzi per condannare l'omicidio. "Ma è retorica, quel che conta è ciò che lui rappresenta: nel look, nel modo di parlare, nel modello che offre ai ragazzi della strada. Smettiamola, per favore, con il campanilismo becero per cui poiché è napoletano noi napoletani dobbiamo auspicare che vinca Sanremo un impresentabile". E ancora: "Questo campanilismo, questa autoconsolazione è la rovina di Napoli. Certi simboli fortificano la malavita e se la malavita si fortifica saranno uccisi altri Giogiò che tanto potrebbero dare alla nostra città. Mi dispiace che la politica sia diventata un business di numeri, che il sindaco si presti a questo solo perché contano i numeri dei follower, degli streaming e dei download. I milioni. Non la qualità. Contano i numeri. Non parlo per classismo né disprezzo le periferie. Semplicemente, mi vergogno che si omaggi questo tipo di rappresentazione. E non solo perché sono il padre di Giogiò. Lo dico da napoletano e da artista".

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