Little Boys: "Ricordati che devi Morire invita a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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Il power duo italiano composto da Laura “Elle” Bertone e Sergio “Esse” Pirotta nel nuovo album racconta tanti aspetti della quotidianità e dell'urgenza di vivere con un finale che sfocia nell'amore. L'INTERVISTA

Little Boys, il power duo italiano nato artisticamente in Giappone e composto da Laura “Elle” Bertone e Sergio “Esse” Pirotta, hanno pubblicato il secondo album Ricordati che Devi Morire. Lo scorso luglio avevano dato un assaggio del nuovo lavoro con 殺害SATSUGAI, il primo singolo scritto in Giapponese, mixato e masterizzato a Tokyo da Kazunori Okamoto. È trascorso un anno dall’eponimo album d'esordio che ha portato i Little Boys a scalare anche la Top Ten Japan lo scorso marzo. Il nuovo lavoro è ricco di collaborazioni importanti, è un proseguimento del primo, un

progetto che ha come spina dorsale del proprio sound il ritorno alle radici della musica contemporanea, la visceralità di generi come il blues, una ricerca sonora per

sottrazione e l’istintività che gioca un ruolo principe nel processo di creazione

di questo secondo progetto artistico.

Laura e Sergio, partiamo dalla storia dell’album e da un titolo, Ricordati che devi morire, che va dal memento mori dei romani alla frase di Massimo Troisi in Non ci Resta che Piangere: voi dove la collocate?
La nostra accezione è ancora più antica, fa parte della nostra foga creativa, siamo sempre a scrivere anche ora che è appena uscita l’album. Cerchiamo costantemente idee per andare in studio e ogni giorno facciamo del nostro meglio perché potrebbe essere l’ultimo.

A proposito della title track: siete sicuri che sapere che c’è una fine sia uno stimolo? E se diventasse ignavia? Siccome si diceva che il mondo sarebbe finito nell’anno Mille, molti sono diventati apatici dicendo perché devo fare cose se tanto il mondo finisce?
Questa discussione la facciamo tra di noi ma abbiamo uno stato d’animo interiore che ci porta ad andare avanti. E’ grazie al rischio dell’ignavia che esistiamo.

Una rivale che non ha mai un argomento è l’invito ad amare prima con la testa?
Sì. E’ la narrazione dell’amore mentale, destinato a durare nel tempo. E aumenta il piacere carnale.

La tua ingenuità è una canzone che toglie il fiato, come se trattenere il respiro fosse una panacea, fosse la luna bianca che mistifica la realtà. Più inganno che ingenuità.
Sergio: Penso che sia proprio così. La peculiarità di Laura è che quando le chiedo dei testi ripete quello che ha scritto dicendomi che senso ha scrivere se poi deve ripetere.

Più che una Genealogia dell’Amore sembra l’anatomia dell’amore visto che la strategia è “lasciarti andare via ora”.
E’ stato visto sotto un punto di vista molto razionale, anatomico ma la strategia è lasciare andare via qualcuno per farlo tornare.
 
Dopo la pubblicazione di Meglio col tuo Cane siete stati invitati a trascorrere il Natale in famiglia?
Purtroppo quest’anno sì ma da sei anni lo scampiamo ma ci capitano cose peggiori. Dunque per evitare di peggiorare ancora abbiamo rinunciato avventura natalizia.

Il Dio che compare in Me è bisogno di Fede o iconoclastia di se stessi? Ed è diverso dal “non avrò altro Dio all’infuori di me” che ne Il Nemico ci mette contro noi stessi?
Descrivono due momenti frutto delle nostre teste. Me è iconoclastia, non c’era altro modo di raccontare il momento in cui ci si guarda. Il Dio del nemico è se stesso, siamo noi i nostri nemici.

Quando fare respirazione olotropica chi è il breather e chi il sitter? O vi alternate? E alla fine della seduta si sa quanto costa l’anima di Laura?
Sergio: Scommetto qualunque cosa che neanche il diavolo vorrebbe la sua anima. E’ un accenno a un breve periodi di meditazione nella nostra vita, ma è durato poco.

Il Fetish è solo per i puri? E’ arte? E’ frammenti di poesia?
Secondo noi è una pratica poetica anche se porta con sé un qualcosa di riprovevole.

“Ho capito che si è vivi solo quando c’è l’amore”: aspettate la fine per essere romantici? Cosa è successo?
Laura: Perché ogni tanto capita di scrivere canzoni romantiche ma il succo dell’album è che la vita va vissuta se c’è l’amore, è l’elemento fondamentale.

Visto come vi siete conosciuti avete mai pensato…mamma avessi perso l’aereo?
Tantissime volte. Siamo iper produttivi perché abbiamo paura di perdere tempo.

Alla fine possiamo dire che siete i pirati di una avventura intensa che di tutto dovete ricordarvi tranne che dovete morire?
Assolutamente sì, siamo noi. Ci sentiamo pirati!

Che accadrà, oltre al tour in Giappone, nei primi mesi del 2024?
Aspettiamo la primavera per l’Italia ma qualcosa abbiamo già, saranno date spot e poi da maggio confidiamo in un calendario più strutturato.

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