La Rua: "Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, non il denaro"
MusicaLa band di Ascoli Piceno titola il suo nuovo singolo "Periodo di Merda" e lo accompagna a un video che mostra le brutture di questa epoca ma senza abbandonare la speranza. L'INTERVISTA A DANIELE INCICCO
I La Rua (Daniele Incicco, Nacor Fischetti e Alessandro “Charlie” Mariani) tornano con un nuovo singolo dal titolo Periodo di Merda (Believe), accompagnato dal video ufficiale che ha la regia di Giacomo Triglia. Nel video sono rappresentati alcuni tra i momenti più brutti che la nostra società sta vivendo negli ultimi anni attraverso immagini emozionanti, e fortemente evocative, dove i La Rua hanno appunto voluto rappresentare il periodo di merda che ci accomuna. Il brano scritto e prodotto dai La Rua, arriva dopo il singolo Cinghiali uscito lo scorso maggio, e racconta in maniera molto intima, un periodo difficile, dello sconforto e del dolore, ma anche della forza per rialzarsi.
Il brano contestualizza un periodo particolare della tua vita ma anche un periodo lungo per tanta gente: con che senso di responsabilità è stato scritto?
Scrivendo, e con la responsabilità delle parole, cerco di mettere nei testi verità, onestà e sincerità nella nostra musica per essere allineato alla vita reale.
Ho letto che il testo è nato in pochissimo tempo: ti capita spesso di essere così istintivo nella scrittura?
Tempo fa era diverso, in questo periodo storico quello che ho voluto fare è essere totalmente sincero e assecondare l’urgenza della comunicazione. E’ un processo di scrittura che uso da tempo, non credo troppo nella costruzione. Resto in ascolto e scrivo.
Il video racconta tante facce di una stessa medaglia ma contiene anche la voglia di cambiare, secondo me rappresentata dalla ragazza di colore che sfida la polizia, e la speranza, con la famiglia che accoglie una nuova vita. Come è nato il video?
Ho voluto che la canzone fosse universale anche nel video, che appartenesse a più persone possibili perché questo periodo è difficile per tanti indipendentemente da livello culturale e sociale. Si vedono dipendenze, guerra, cambiamento climatico, eventi catastrofici: il video è rappresentato attraverso le vite degli altri, dunque quello che racconto non è il mio periodo ma quello di tanti, ecco perché ho cercato l’universale, per non tradire nessuno.
Altro tema che il video ben rappresenta è il disastro climatico che stiamo costruendo: cosa può fare la musica? Quale è il suo ruolo?
Riesce a sensibilizzare senza utilizzare alcuno strumento se non la canzone. Ha una velocità che un politico non ha, la canzone è libera e fa il lavoro per te. Dobbiamo fotografare quello che avviene a livello globale con la nostra sensibilità e raccontarlo.
C’è un modo per ricomprare il tempo perso? O quanto meno per non perderne altro?
Noi diamo un grandissimo valore ai soldi ma nessuno ci insegna che il tempo è la moneta più preziosa e di più facile spendibilità perché non te ne accorgi di spenderlo. Eppure lo spendi tutti i giorni e sovente in cose che non ti appartengono. Spendi tempo bruciandolo, bisogna accorgersene e usarlo bene.
Sempre nella prima strofa parli di “chi non dorme ma sogna troppo”: non è più un mondo per sognatori?
E’ un mondo per chi soffre poiché ci carichiamo di troppe responsabilità. Si dice che gli anni Ottanta e Novanta fossero più facili, oggi chi va incontro a un sogno avrà anni di fatture da pagare e di difficoltà.
Esiste sempre lo scemo del villaggio che incarna lo spirito del cambiamento?
Io ho fatto la scelta delle canzoni oneste e per mantenermi vado a tartufi. Però c’è il disegno alto di vivere collegato alla natura e al vero per fare musica. La gente pensa che la musica sia posizionata in maniera diversa dalla realtà, per me musica e realtà sono vicine. Per alcuni sono stato un folle, ho lasciato Milano per andare a vivere nella natura e adesso vivo di sensazione reali.
Già in Cinghiali parlavate di uno che pensa di avere le ali e invece prende in faccia i pali: possiamo definire questa persona il papà del sognatore?
Più che il padre è l’esperienza. Mio padre è morto giovane con tre attività avviate e indebitato. Il peso dei sogni diventa investimenti che si perdono e creano problemi. Il volo c’è sempre la questione è la caduta. La follia vera è cadere continuamente, le vere cicatrici di chi cade sono le canzoni.
Quando dite che nel tempo avete fatto molte cose in cui non avete creduto e che dunque vi hanno rubato del tempo, vi riferite anche a scelte musicali imposte?
Mi riferisco a canzoni che non ho avuto il coraggio di pubblicare mentre ne ho pubblicate altre. Non avevo il coraggio di andare in una direzione pericolosa. Mi piace il gesto punk e insurrezionalista, valuto di più il coraggio, non voglio che siano i numeri a dirmi cosa scrivere, deve essere il cuore.
Nascere cinghiali aiuta a superare il Periodo di Merda?
Assolutamente. Il cinghiale non è l’invasore delle città come vogliono farci credere, è un animale speciale che cammina nel fango e tra i rovi, ha la pelle durissima, si è creato uno scudo per non appartenere a costrizioni. Chi fa crescere la durezza della pelle e non si fa addomesticare è la persona che scrive una parte di storia quando gli altri rinunciano.
Che accadrà nel 2024?
Abbiamo già scritto un disco, mixato a Los Angeles. Ci saranno altri singoli già programmati e intanto costruiamo un palco nel bosco con materiale di recupero dove forse lanceremo il primo concerto del tour e speriamo che diventi un punto di riferimento per la musica.