Il brano dalle sonorità pop-ska è accompagnato un divertente videoclip. Sul palco di un teatro vuoto il musicista corteggia un manichino
IL VIDEO È INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Sono Nicolò Protto, in arte Protto, tutto maiuscolo e sono cinque anni che ho fatto del mio cognome un nome d’arte, così compatto, denso e buffo per provare ad essere come la musica che scrivo. Le mie canzoni sono un buffet d’aperitivo, dove mille generi diversi, dal rock al gospel, dall’elettronica al grunge, dal jazz alla classica, apparecchiano su un tavolo da osteria piatti variegatissimi tra loro, a volte crudi, a volte elaborati, a volte scanzonati, da sbriciolarsi addosso. Legati insieme solo dalla vena ironica con cui leggo e interpreto il mondo. Sono stato molte cose, un omino Lego con ogni giorno una casacca nuova. Dal 2016 quando ho inaugurato questo progetto tra EP e singoli, fino alla partecipazione a X Factor nel 2021 e alle semifinali di Musicultura proprio quest’anno. Sono stato un prisma con mille facce, un matematico tra i musicisti e un musicista tra i matematici. Un genio, un pazzo, un buffone, serio e faceto, sopra le righe e sotto le cinture e nel mio piccolo forse sono stato dell’arte. Ma essere veramente sé stessi è tanto facile a dirsi quanto difficile a farsi.
La canzone “Facile” è nata proprio così: “Perché per tutti è facile e io qui riempio pagine?”. Un inno triste nell’autoironia e ironico nella tristezza, per chi come me ha sempre rincorso ciò che si doveva essere, in funzione del prossimo, trovandosi poi il peggior giudice di sé stesso. Il verdetto? Inadatto alla vita in tutte le sue declinazioni compreso quanto di più semplice e spontaneo, come amare e parlare. Mi sono sorpreso tante volte a ricopiare in brutta copia le vite degli altri, cercando un po’ di me stesso nei percorsi altrui. Questo non fa altro che innescare un senso di difetto, un senso di colpa per non essere abbastanza. L’impostore latente dentro di me prende il sopravvento e la felicità si allontana. Ma la manovra di Heimlich è sempre possibile e spetta a noi e a nessun altro. Questo singolo, realizzato con il produttore Adriano Vecchio ‘Sette’, punta al contrasto: il testo spiritoso cantato spensieratamente in un mood allegro e danzereccio, fatto di cassa in quattro e una sezione fiati a metà tra lo ska e la dance pop music, cela l’amara verità di sentirsi incompresi e mai in grado di reggere il confronto col prossimo.
Per il videoclip ho deciso di affidarmi totalmente a LOH Photography, con cui collaboro da molti anni ormai. Abbiamo scelto come ambientazione una immaginaria prova di uno spettacolo teatrale, su un palcoscenico vuoto, per raffigurare concettualmente l’inefficacia e inutilità di ogni tentativo di essere come si dovrebbe. Il coprotagonista è un manichino, oggetto (inanimato) delle mie attenzioni, del tutto unidirezionali: un corteggiamento per definizione inconcludente, fatto di balli imbarazzanti e goffi (il mio punto debole di sempre), di dejeuner sur l'herbe, lettere mai finite, tentativi di baci e sposalizi iconografici, in un immaginario che rimanda ad opere d’arte e letterarie del passato.