Mafalda Minnozzi, il suo coração vagabundo pulsa nell'album Natural Impression

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Murilo Alvesso
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Il disco ospita quindici brani, arrangiati da lei e da Paul Ricci, che omaggiano autori leggendari quali Antônio Carlos Jobim, Jacques Brel, Caetano Veloso, Bruno Martino, Lucio Battisti, Roberto Menescal. LA RECENSIONE

Un viaggio intorno al mondo attraverso la musica. Mafalda Minnozzi, e non è una novità, sa suggestionare attraverso il suo latin jazz colorato ed esotico. Noi europei abbiamo spesso l'idea della Bossa Nova legata a un preciso ambiente geografico e una epoca. E invece questa artista pavese sa donargli contemporaneità. Ma non è solo lì che accompagna, perché nel suo Natural Impression sfida brani che portano diritti al confronto con l'originale. Prendo per tutti Ne Me Quitte Pas scritto da Jacques Brel nel 1958 anche se lo chansonnier di Francia la ha pubblicata l'anno successivo: la Minnozzi la destruttura e la ricompone senza tradirne lo spirito originale. Questo per dire che in ogni sua rilettura si incrociano due anime, la sua e quella di chi il pezzo lo ha creato.

Un'altra sfida si chiama E Penso a Te: l'incontro non è solo con Lucio Battisti e Mogol, che il brano lo hanno reso eterno, ma anche con Bruno Lauzi, cantautore e autore che andrebbe riconsiderato, che fu il primo a cantarlo. La voce di Mafalda Minnozzi si appoggia sulla musica come un velo su un altare, liberando una sacralità profana che è una carezza lunga quasi cinque minuti. I suoi giochi vocali sono un featuring che è un regalo in primis a se stessa e poi a un ascoltatore che della musica desidera percepire anche i respiri. Per non dire del celestiale incipit di Começar De Novo, brano che nel nostro paese non è tra i più noti e che diventa, come recita il titolo, un nascere di nuovo a ogni ascolto. La Samba de Verão minnozziana ha il ritmo della bellezza, avanza a passo lento, è un viaggio che seduce: le origini afro-americane di questo genere, i cui natali sono brasiliani, sono allineate a quel gusto europeo che ha incontrato il samba nei primi anni del secondo dopoguerra e questo mescolarsi di epoche dona al brano una freschezza nuova. Al fianco di Mafalda Minnozzi in questo viaggio ci sono Paul Ricci alla chitarra, Helio Alves al pianoforte, Eduardo Belo al contrabbasso, Rogerio Boccato alla batteria e Kassin alle percussioni. La presenza del leggendario Roberto Menescal (voce nella canzone Bruma) e di cinque ospiti di blasone mondiale come Don Byron al clarinetto, Doug Beavers al trombone, Joe Locke al vibrafono, Michael Wolff alle tastiere e John Patitucci al contrabbasso. Mi sento di dire, parafrasando il titolo di uno dei brani più intensi dell'album, che come mai prima Mafalda Minnozzi ha mostrato il suo coração vagabundo.

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