Premio Tenco '23, Carmen Consoli: "Un abbraccio meglio di un click serve il fattore umano"

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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L'artista siciliana viene premiata all'Ariston. La sua poetica è condivisione. Sta scrivendo e componendo cose nuove e intanto pensa al concerto di Natale a casa Consoli dove "siamo metà di mille e mio figlio Carlo suona il contrabbasso". L'INTERVISTA

Una emozione unica. Carmen Consoli conquista il Tenco 2023 attraverso fotografie di vita, a volte belle altre disturbanti, che diventano un patrimonio dell'umanità per quanto siano condivisibili. L'artista siciliana riceve il Premio Tenco e celebra questo riconoscimento con un set incantevole, nell'accezione dell'incanto. Si presenta sul palco dell'Ariston col sorriso e con la sensibilità giusta per raccontare una epica umana lunga sei canzoni: sceglie, per questa speciale occasione Narciso, Fiori d'Arancio, Cose di Sempre, Mio Zio, Ultimo Bacio e, a sorpresa, A' Finestra

Carmen cosa pensi di questo riconoscimento?
Non me l’aspettavo, la gente crede più in me di quanto io stessa possa crederci, ringrazio anche i detrattori, sono uno stimolo a migliorare per me.


Come pensi di condensare 30 anni di carriera nel poco tempo che hai stasera?
Farò tre minuti e 50 di medley delle mie più famose, cercherò di ripercorrere tutta la mia carriera. Non sarà facile ma i siciliani se la prendono comoda, non sono solo semplici ritardatari: abbiamo proprio il gusto di esserlo.

Come nasce la tua musica?
Molte canzoni nate in acustico, con una chitarra e la voce, a casa e voce.

Trasmetti un forte senso di intimità.
Infatti sul palco dell’Ariston in questa occasione speciale porto i fratelli con cui ho iniziato a fare musica. Amo molto condividere le esperienze, vivere avventure con persone a cui voglio bene e che amo. I miei collaboratori non li ho mai cambiati.

Oggi si parla spesso di accettazione del corpo femminile.
Io mi piaccio molto così!

Come è la tua vita in questo periodo?
Mio figlio suona il contrabbasso e abbiamo suonato giusto l’altro giorno insieme Vengo anch’io di Enzo Jannacci Nel futuro prossimo voglio continuare a far la mamma, giocare con Carlo, ho in progetto di laurearmi, sta studiando all’Università Architettura e Design e a breve voglio dare gli esami.

Manca un elemento nelle divagazioni extra-musicali…
E ovviamente desidero continuare a cucinare, soprattutto un’ottima caponata in agrodolce.

Parliamo dell’album Volevo fare la Rockstar, un album che aveva immagini fiabesche e oniriche, dieci brani immersivi: è così oggi la poesia in musica, un sogno con le radici ben piantate?
La poesia è la visione della realtà aumentata, una visione poetica della realtà magnifica. Le radici affondano nel sogno e affinché la vita possa essere poetica occorre il sogno che non è solo materia per perdigiorno, il sogno magnifica la realtà portandoci a lottare per quello che si vuole. Immanuel Kant spiegava che la natura fornisce al genio gli strumenti dell’arte e l’artista li tira fuori.

Sta succedendo mi ha colpito perché racconta di un amore istintivo capace di sovvertire la quotidianità: è quel che resta dell’amore lontano dai social?
Siamo investiti da un nuovo modo di intendere i rapporti, all’inizio trovi tanti amici con poco sforzo. La caponata su Instagram non ha sapore. Certo mi aiutano nei contatti, ma poi incontro i fan sempre quando posso: spesso il tempo che condivido con loro è più lungo di quello del concerto. L’abbraccio è meglio del click, non è la stessa cosa se manca il fattore umano.

Ogni tanto ci pensi a quando il tavolo della tua cucina era il più grande palco del mondo?
Certo e ti dico che nella nuova sala da pranzo di casa Consoli ci sarà proprio quel tavolo che viene dalle mie origini del Nordest. Noi amiamo molto mangiare, siamo per la poesia della polpettina. Penso già agli odori e Natale.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto lavorando allo spettacolo di Natale di casa Consoli, siamo sempre metà di mille. Studiamo il repertorio del Natale con i musicisti e con mio figlio che sarà al contrabasso. Alle 19.30 circa si comincia e suoniamo per una quarantina di minuti. Oltre questo sto scrivendo e suonando, voglio comporre cose nuove.

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