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Targhe Tenco 2023, Niccolò Fabi: "Andare Oltre è una canzone adulta"

Musica

Fabrizio Basso

Il cantautore romano conquista il prestigioso premio nella categoria Miglior Singolo: la canzone racconta il coraggio di rimettersi in gioco dopo 25 anni. L'INTERVISTA

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Niccolò Fabi si aggiudica la Targa Tenco 2023 per la Migliore Canzone con il brano Andare Oltre, inedito contenuto nel suo ultimo lavoro discografico Meno per Meno uscito per BMG a dicembre 2022 in occasione dei suoi 25 anni di carriera. Niccolò Fabi con i suoi testi riesce a emozionare e a offrire sempre interessanti spunti di riflessione, grazie alla consolidata capacità di

raccontare il suo tempo e le esperienze di vita più disparate, compreso il cantare dell'amore anche nelle sue fasi più dolorose, sempre con delicatezza e

profondità. Dopo aver vinto la Targa Tenco nel 2016 con l’album Una somma di piccole cose e nel 2013 con l’album di inediti Ecco, il cantautore romano si aggiudica nuovamente uno dei riconoscimenti più importanti del cantautorato italiano, e questa volta con una canzone d’amore che, per circa cinque minuti, fa immergere l’ascoltatore nel racconto delle complesse dinamiche che si celano nel ricominciare e rimettersi in gioco dopo una separazione. Andare Oltre segna anche il primo incontro ufficiale tra il cantautore romano e un’orchestra sinfonica di 35 elementi: l’Orchestra Notturna Clandestina del Maestro Enrico Melozzi.

Niccolò partiamo dalla Targa Tenco come migliore canzone: cosa rappresenta per te questo riconoscimento?
Da una parte è una sorpresa, il mio linguaggio di scrittura negli anni si è sempre più privatizzato, inteso come un racconto più intimo e che rimane più facilmente nella penombra e dunque per scoprirlo ci vuole più attenzione. Qui le canzoni vengono ascoltate due o tre volte e non è usuale.

In cosa secondo te Andare Oltre è un testo speciale? Forse perché sarà “una storia per sempre”?
Credo contenga una dose di spudoratezza nel mettere in scrittura cose complesse e renderle semplici. Per spudorate intendo prive di protezione, ho un mio modo di renderle sentimentali e comunque calde, non lezioni da saggio.

Fossi stato tu un giurato avresti premiato Niccolò Fabi per Andare Oltre o avresti scelto un altro brano di Meno per meno?
Non è stato preso in considerazione come disco per la sua conformazione, contiene solo quattro inediti. In realtà la mia preferenza era per L’Uomo che Rimane al Buio ma il testo di Andare Oltre è più immediato e diretto.

“Permettere a un altro di occupare il nostro spazio” è il disagio umano causato dall’era social?
Non c’è una sfumatura sull’ingerenza della contemporaneità, qui ha un valore un po’ più assoluto. Parlo di imbarazzo, desiderio, paura e nostalgia nell’iniziare una nuova fase della tua vita, è una canzone adulta: incominciare a raccontarsi di nuovo dopo 25 anni, rende eccitante il racconto.

La canzone è una riscoperta della quotidianità, un valore importante: tu ti senti un uomo del quotidiano oppure ti senti schiacciato da un mondo che continua ad andare troppo veloce?
Il mondo va veloce e mi ricavo una mia quotidianità, finché posso e vivo il tempo. Non senza difficoltà, te lo confesso, perché ho un ritmo diverso.

Nel testo si ripete la parola perdono: quale è il suo valore oggi?
Il perdono di cui si parla lì si auto concede o non si riesce a darsi quando si rinuncia per andare verso altro. Fedeltà è una parole importante, quasi religiosa.

Parli di andare oltre come una condanna: è una provocazione o la presa d’atto che la nostra vita è un costante andare oltre, come oltre le colonne d’Ercole era per glia antichi?
Le canzoni che hanno un verbo nel titolo possono avere mille sfaccettature. Il coraggio c’è ma la sfumatura finale non è quella, seppur c’è coraggio nell’andare oltre, bensì rappresenta la fatica di ricominciare.

Ero un anno fa all’Arena di Verona: che ricordi hai di quella serata? Sorridi pensando ai tuoi 25 anni di storia musicale?
Non proprio sorridere però mi fa commuovere, rispetto alle mie scelte e al mio linguaggio. E’ stata una serata simbolica per la sua grandezza.

Qui si celebra il cantautorato: uno dei tuoi assiomi è sempre stato quello della libertà d’espressione, credi che oggi la musica sia libertà d’espressione?
Nell’arte ci sono sempre pressioni di vario tipo, le aveva anche Michelangelo Buonarroti: ci sono il gusto della famiglia e degli amici per fare un esempio, è difficile essere in totale indipendenza. Mi sento gradualmente più forte nel farlo senza paura di rinunciare a qualcosa, ma nel senso vero della libertà.

Che accadrà nelle prossime settimane della tua vita artistica?
Schiaccio il tasto pausa che significa non dover pensare a quello che devi fare ma pensare alla vita.

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