Célie Angelon: "Basta discriminazione, è la voce che fa la differenza non l'estetica"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La giovane artista francese accompagna l'ex 883 Mauro Repetto in questo viaggio abbinato al suo libro "Non ho Ucciso l'Uomo Ragno" che potrebbe trasformarsi in un musical. Ospite a Ferrara di IMAGinACTION, Célie ha colpito non solo per la voce ma anche per la maturità e il coraggio delle sue idee. L'INTERVISTA

Dove con la voce non arriva Mauro Repetto, arriva lei. Si chiama Célie Angelon ed è al fianco dell'ex 883 in questo viaggio, umano e artistico, fatto di musica e racconti. Repetto, da poco uscito con un libro che racconta la sua storia ("Non ho Ucciso l'Uomo Ragno") è stato ospite a Ferrara di IMAGinACTION, il Festival Internazionale dei Video Musicali, per parlare della sua biografia e per cantare un po' della sua storia, che pare destinata a diventare un musical. E' nei camerini del Teatro Comunale di Ferrara che ho chiacchierato con Célie.

Célie quando hai sentito il richiamo della musica?
Da sempre, infatti ho cominciato col Conservatorio a 6 anni, mi sono specializzata in trombone, corale e solfeggio. Ho fatto pure un anno di lirica.
So che hai una passione per i musical.
Li ho sempre amati. Li sento nelle mie corde.
A Ferrara abbiamo apprezzato, oltre che la tua voce, la tua dolcezza: vorresti fare la cattiva?
E’ un mio desiderio! Ho sempre voluto fare la cattiva e comunque sembro dolce ma non sempre lo sono. Mi sarebbe piaciuto un ruolo da strega ma, senza essere presuntuosa, mi è sempre stato affidato il ruolo principale, quello da protagonista, e le figure cattive non lo sono. Ci aggiungo che le cattive hanno una voce alta che io non ho e dunque anche per questo mai ho avuto un ruolo cattivo.
So che hai partecipato come modella a una sfilata dell’Unesco per l’Africa e la hai definita una esperienza memorabile.
E’ vero. Ho accettato per appoggiare una mia amica che è originaria del Congo, ho indossato gli abiti del suo paese e ne sono diventata ambasciatrice. Una esperienza bellissima esperienza anche se stressante. E’ stata la prima volta che ho aderito a un evento per l’Africa e non conoscevo quegli abiti. Ti confesso che ho scoperto un mondo.
Ti senti figlia della tua epoca?
Sono sempre stata scombinata rispetto all’epoca attuale. Sono fan dei grandi cantanti francesi e delle canzoni con un testo importante. Mia madre che faceva ascolti meno impegnati mi riteneva la strana di casa. E non solo lei!
Scrivi anche?
Ho cominciato a scrivere molto tardi e ne sono fiera seppure lo faccia raramente. Ma credo che essere scrittore sia un mestiere altro. Mi piacerebbe essere più prolifica ma per ora non mi sento nel mio elemento.
Tu hai una voce unica. Ti senti “strana” in un’epoca dove per salire su un palco non occorre essere intonati?
In generale lo trovo un po’ triste ma penso pure che i grandi della canzone francese non avevano sempre una bella voce; io continuo a sostenere che il testo deve essere profondo. Ci aggiungo un altro tema, se posso.
Certo.
Ho amiche con voce bellissima che sono penalizzate dal fattore estetico. C’è molta discriminazione soprattutto nel campo della commedia musicale. So di convocazione di casting dove il messaggio era o sei bella e fine o non venire.
Hai fatto la corista per Mika.
E una persona gentilissima; non c’è interazione fuori dalla scena, ha bisogno di molta concentrazione. Sul palco ha una energia eccezionale.
Sei l’insegnate di canto di Mauro Repetto: che allievo è?
Cocciuto e limitato, nel senso che vuole migliorare ma nonostante i consigli se frega e fa di testa sua. La sua filosofia è: adoro le lezioni di canto ma ho già una mia idea in testa.
Il tuo duetto dei sogni?
Con Christina Aguilera anche se ultimamente non canta molto. E poi ci sarebbe quello impossibile con  Whitney Houston.


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