Mafalda: "Sarò un po' all'antica ma sono fieramente romantica"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La giovane artista napoletana, ma milanese d'adozione, racconta la vita attraverso una "Soluzione Salina". Tra le poche della sua generazione a sapere leggere i sentimenti in maniera trasparente e identitaria. L'INTERVISTA

La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria...Maria Carmen Basile è tutto questo all'ennesima potenza. E' la Napoli che seduce il mondo. Il suo nome d'arte è Mafalda, ha una laurea in Giurisprudenza ma è la musica che governa le sue giornate. Le sue parole sono il mappamondo sul quale ognuno vorrebbe appoggiare il polpastrello e sognare, in qualunque luogho si fermi. Il suo singolo più recente è "Soluzione Salina" (l'anteprima del video la ha affidata a Sky TG24) ed è un tuffo in un mare di vita e bellezza.

Quando Maria Carmen diventa artista?
Sono la pecora nera della famiglia anche se laureata in Giurisprudenza, vengo da una famiglia di giuristi. So però che da parte di mio padre c’è stato uno scultore, il mio trisnonno Giuseppe Renda e forse le radici artistiche vengono da lì. Mio padre me lo ha raccontato qualche anno fa.
Per realizzarti hai lasciato la tua Napoli.
A 18 anni sono andata via da casa di mamma per avere una mia indipendenza ma non c’era l’idea della musica. Partita per studiare e poi sono rimasta qua, mi sono trovata bene alla Statale, un ambiente giovane, una università bellissima. E’ stata Milano che mi ha portato verso la musica.
C’è un momento esatto?
Intorno ai 22 anni stavo concludendo l’università e ho fatto un anno di Accademia artistica: lì ho capito che era, almeno inizialmente, un piano B quello di studiare musica e scrivere. Prima dipingevo e poi ho iniziato a scrivere e sono nate le canzoni.
Eccoci a “Soluzione Salina” come singolo post estate e alla storia del nome d’arte Mafalda.
Mafalda mi è stato dato da ragazzina da una persona speciale della mia vita. All’epoca dipingevo, come ti ho detto, e la musica mi piaceva ma non era neanche un sogno. La pittura rappresentava il mio lato artistico, così firmavo i dipinti ed è stato naturale sentirlo mio quando è arrivata la musica. E’ anche un portafortuna. Il brano: ero andata al mare a respirare aria di mare e poi sono corsa in studio da un mio amico con la canzone improvvisata: mi ha detto facciamola subito.
Perché per “Soluzione Salina” hai scelto di mescolare il napoletano con l’italiano?
Con Silvio Silent Parente, che ne è il produttore, abbiamo realizzato che ha tutto di Napoli ed è stato spontaneo cantarla così. Desideravo da un po’ portarcelo il napoletano nella mia vita.
Vorresti branchie e pinne per vivere sotto il mare?
Mi piacerebbe ma poi vorrei tornare sulla terra: mi piacerebbe essere una donna anfibio.
E’ una canzone ottimistica: ti senti figlia del tuo tempo?
La visione è positiva, mi sento parte della mia generazione, sono del 1996. Mi sento nel presente ma proiettata nel futuro. Il problema non è cosa ci ha lasciato chi è venuto prima ma che la mia generazione non sente di potere cambiare le cose nel presente per il futuro.
Il tuo precedente singolo è “Inquieta”: come sarebbe la persona che consigli alle tue amiche?
Non gelosa né possessiva, il senso è che offro bellissimi consigli ma su di me non funzionano. La gelosia è stata molto caratteristica nei miei rapporti con i partner. Ora va meglio, forse sono più sicura.
Dove il confine tra la molestia e l’inquietudine?
L’inquietudine è una cosa personale. La viviamo nel nostro mondo interiore ma se comunicata male diventa molestia.
E se comunicata bene?
E’ una canzone.
Se non è vero che ami e non è vero che odi…la verità dove sta?
La cerco nella musica come tutte le risposte che non mi rivela la vita, le cerco attraverso le emozioni. Oggi ascolto cose scritte tempo fa e non comprese sul momento ma che ora mi danno risposte. Nel brano è una inquietudine fine a se stessa.
Cosa ti dice oggi “quella voce del male”?
Mi fa essere insicura, mi dice che non sono abbastanza o mi mette in testa che niente è vero del mio viaggio musicale. E’ la voce che mi distoglie dal percorso artistico.
Sei davvero gelosa? Non lo consideri un sentimento dannoso e anche un po’ anti-storico visto che oggi ci si ama soprattutto attraverso i social? Non sarebbe più giusto dire che sei romantica?
E’ una bella interpretazione, va contro le relazioni aperte. Le ammiro e guardo con fascino e sono evolutive, la promiscuità era parte dello stile di vita degli antichi romani ma il romanticismo mi piace. Sono gelosa non solo nelle relazioni affettive ma anche nel mio lavoro: talvolta mi domando se sono un po’ all’antica. Per certo ti dico che sono fieramente romantica.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Non ci saranno nuovi singoli, arriverà un album nel 2024. Ho un po’ di concerti sparsi tra ottobre e novembre, in particolare un live durante la Milano Music Week. Poi col collettivo Cambio Palco organizziamo eventi, c’è la rassegna Origimi che il 21 settembre all’Arci Bellezza apre la stagione. Siamo in quattro e con diversi progetti ma ci siamo uniti per promuovere la musica dal vivo.

madalfa

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