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Coma_Cose in concerto, la forza di un duo che “dà ossigeno e fa sentire in bilico”

Musica

Valentina Clemente

Foto di Onofrio Petronella

“Dopo questa data, non suoneremo a Milano per un po’. Venite: il concerto sarà bellissimo”. California e Fausto l’avevano detto via social nel pomeriggio di venerdì 15 settembre, a poche ore dal live al Carroponte. Promessa mantenuta: è stata una festa. E mai, come in questo concerto, i Coma_Cose hanno “dato ossigeno e fatto sentire in bilico”. Dai successi dei primi anni fino alle canzoni più recenti, California e Fausto hanno fatto anche da colonna sonora a una proposta di matrimonio. Il racconto

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“Credo che questo sia il concerto più grande fatto dai Coma_Cose”, dice California al termine di “Fiamme negli occhi”, in un mix di emozioni che comprende felicità, stupore e gratitudine. Passano gli anni, ma loro rimangono sempre gli stessi, non c’è nulla da fare. E forse la loro bellezza sta proprio qui: nel non cambiare mai, nonostante tutto. Soprattutto nel modo in cui dialogano durante i loro concerti con chi è presente. Sarà perché il tour estivo dei Coma_Cose sta volgendo alla fine (a metà ottobre California e Fausto saranno anche negli Stati Uniti e suoneranno anche a Los Angeles, nel leggendario locale “Whisky a Go Go” il 17 ottobre), sarà perché Milano è casa per California e Fausto. Sarà perché “Coma Cose è il nome della mia famiglia”. Sarà perché ai loro live non ci si sente mai soli. Ma questo concerto è proprio una festa, per tutti.

 

“Milano è il nome della mia famiglia”

Ci sono ragazzi, Millennials e Gen Z, ma anche tante famiglie e tanti bambini con le loro bellissime cuffie: tutti, insieme, al Carroponte, a cantare le canzoni dei Coma_Cose, da quelle più recenti, come “Agosto morsica” a “Fiamme negli occhi”, fino a quelle degli inizi, come “Mancarsi”, “Via Gola” e “Mancarsi”, tratte da Hype Aura, album del 2019 (e, a mio parere, uno dei più belli degli ultimi anni). Non è un tuffo nel passato, ma un racconto del presente, di quello che sono California e Fausto, di quello che rappresentano per tante persone. E del bello che riescono a creare, ogni volta che salgono sul palco. Nella loro semplicità, nel raccontare le loro storie, nell’essere se stessi, sempre.

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L'inizio con "Jugoslavia"

Il concerto si apre con una breve intro e in pochi istanti i Coma_Cose ci catapultano nel 2019, nell’album “Fondamenta”: si sentono le note di “Jugoslavia” a cui segue “Deserto”, per poi ascoltare “Granata” e “Beach Boys”, tratte da “Hype Aura”. Poi arrivano “Chiamami”, tratta dall’ultimo album, e “Anima Lattina” del 2017, il perfetto connubio di quello che sono, sin dall’inizio, California e Fausto. Ma attenzione: in questo live non c’è spazio per la nostalgia, perché bisogna divertirsi. Certo, ogni tanto qualche lacrima scende, ma anche questa è la forza della musica: regalare momenti, ricordi, qualche istante di commozione, tutto insieme. O come dicono proprio i Coma_Cose: “fammi sentire in bilico”.

L’addio non è una possibilità (e c’è una proposta di matrimonio)

“Fammi pensare che questa giornata non sia grigia” cantano i Coma_Cose nella loro “Mancarsi”, poesia contemporanea. E loro ci riescono, in questo concerto: regalano quell’emozione sì di sentirsi in bilico, ma anche di farci pensare che la giornata trascorsa non sia stata così grigia come – magari – può risultare. E tra una canzone e l’altra Fausto cerca tra i presenti Marco di Cogliate che, poco dopo, sale sul palco con la fidanzata. Sì: è una proposta di matrimonio, sul palco del Carroponte, con i Coma_Cose. Marco fa proprie parole de “L’addio”, in cui si dice che “l’addio non è una possibilità”. Una festa nella festa, che poi si conclude con “Sei di vetro”. La foto di rito, i saluti, l’arrivederci a presto. Ma tanto lo sappiamo: ci vedremo presto, Coma_Cose. Sì, perché l’addio non è una possibilità, l’avete detto voi. E noi ci crediamo, e ci speriamo.

 

 

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La scaletta

 

Into+Jugoslavia

Deserto

Granata

Beach Boys

 

Chiamami

Anima Lattina

La canzone dei lupi

French Fries

 

Napster

Novantasei

Odio i motori

 

Fiamme negli occhi

 

Zombie

Pakistan

L’addio

 

Mariachidi

Afosto morsica

Via Gola

 

Squali

 

Mancarsi

Post Concerto

Sei di vetro

 

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