Anna Carol: "Ora non devo più dire a nessuno che ci sono"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Edoardo Conforti
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L'artista di Bolzano sarà protagonista allo Spring Attitude Festival in programma a Roma, agli studi di Cinecittà, il 23 e 24 settembre. Per lei una estate in tour a raccontare il suo album, "Cinetica", e il singolo "Colla". L'INTERVISTA

Gli aggettivi che vestono Anna Carol ogni giorno aumentano. Nata a Bolzano ma figlia dell'Europa, questa artista, il cui album d'esordio "Cinetica" e entrato nella mia selezione dei 45 dischi più interessanti e belli del 2022, ha attraversato l'estate...attraversando l'Italia per raccontare non solo la sua musica, ma anche una filosofia di vita dove al centro ci sono gli incontri e l'intimità umana, la melanconia e la leggerezza. Anna Carol merita attenzione perché con le sue parole porta luce in una generazione smarrita. Il prossimo 24 settembre sarà protagonista di un set live nell'ambito dello Spring Attitude Festival che per due giorni (l'altro è il 23) trasformerà Cinecittà in un oasi di arte musicale.

Anna partiamo dall’estate che sta finendo: come la hai vissuta? Che strada ha fatto la tua musica?
E’ stata incredibilmente densa di incontri, di feedback sull’album “Cinetica” che lentamente sta arrivando al pubblico e comunicarlo con la musica live è bellissimo. Dal vivo c’è una intimità diversa col pubblico. Io trasmetto ancora di più dal palco e dunque è un elemento importante. Poi ho girato tanta Italia con la musica arrivando in Sicilia e scoprirla così vicina alla mia Bolzano è bello, si scambiano pensieri. E’ emozionante quando le persone si riconoscono nelle parole e mi scrivono per dirmelo.
Oggi, con un po’ più di esperienza, rifaresti la cover con le fiamme? E se sì sarebbe un esorcismo al passato oppure il futuro che ti brucia dentro?
Per la prima volta ho un cover che non mi ha ancora stufato, è quella opera d’arte che volevo per il mio disco, è firmata da Alecio Ferrari. Il fuoco resta rappresentativo, brucia quando incontro posti nuovi, quando nasce un dialogo con persone appena conosciute, è la fonte d’energia per quello che verrà.
“Cinetica” si apriva con “Sono qui”, un brano che manifestava tutti i tuoi dubbi: oggi abbiamo una Anna più consapevole?
Dubbi ne ho ancora ma quello era il mio modo di dire che ero presente, lo dicevo anche a me stessa. Ora mi sento che non devo più dire sono qui, sono arrivata a varie realtà.
Hai trovato la giusta distanza tra l’artista e la donna? Oppure saranno sempre amiche-nemiche?
Saranno sempre la stessa persona. La giusta distanza è l’introspezione che porta alla leggerezza.
Come nasce “Colla” e perché lo ha scelto come singolo della tua estate?
L’estate è il periodo in cui finiscono tante cose e altre ne iniziano. Parla dello sgretolamento della memoria, di una relazione, degli oggetti della vita…è un pezzo a gamba tesa pensata per il live e infatti è spesso la chiusura dei miei concerti.
A proposito di cover, come è nata quella di “Colla”?
L’idea era di rappresentare una colatura che non sta su e rovesciare quella colla sul volto.
Hai scelto una parte del tuo viso come immagine e sembra che la con la colla formi stalattiti: “stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei” cantava Lucio Battisti, a te restano i boh. C’è lo stesso dolore ma raccontato in modi diversi?
Il mio boh è il non sapere, il dubbio è il momento di stasi, accetto di non avere scelto e neanche la direzione da prendere: lo dico a me stessa e a chi parlo, c’è una sospensione che può anche essere dolore, la sospensione è fatica.
“Ti ho lasciato un bel ricordo, usalo”: tu lo fai? Usi i bei ricordi anche se nascono da un dolore?
Da ogni rottura c’è qualcosa che si rianima e quello che resta nella memoria può fare nascere anche cose più positive.
Per curare l’anima e il corpo meglio la colla o il kintsugi?
Con tutta la filosofia che si porta dietro…la colla è più comoda. Diciamo che c’è un merito va bene il kintsugi se no una cascata di colla.
Che set proporrai allo Spring Attitude Festival il 24 settembre?
Sarò col mio batterista Marco Soldà, ci troviamo bene insieme, e io suono la chitarra. Prevedo un live di circa mezz’ora, ma noi in trenta minuti raccontiamo tante storie.
Alla fine possiamo dire che ora sai dove va a finire la memoria?
Rimane lì. Si può riaprire qualche scrigno ma di base non ci lascia mai del tutto.
Che accadrà nel tuo autunno artistico?
Sto lavorando a un nuovo disco, ho idee e cose pronte ma ora ci devo mettere la testa. Qualche concerto ancora ci sarà ma la priorità è l’album.

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