Anna Carol accende la Cinetica: "La musica è uno spettacolo teatrale"

Musica

Fabrizio Basso

E'il primo album di questa artista di Bolzano ed è la sintesi dei suoi due mondi: quello più acustico e quello più elettronico. E' una alchimia nella quale si mescolano tutti gli elementi e le influenze che compongono il suo universo musicale: R&B, cantautorato italiano, jazz, soul e canzone pop. L'INTERVISTA

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Eterea sul palco, poetessa nella musica. Anna Carol è una e tante anime nel contempo ma soprattutto è una artista completa. Il suo album d'esordio Cinetica è come sfogliare un album di fotografie, da quelle seppiate a quelle tridimensionali. Sul palco ha una sua sacralità con la luce che la illumina da dietro e rende i suoi contorni come avvolti da una aura magica. Un po' Patsy Kensit un po' Madison Beer, fascino e concretezza. Ho visto il suo set live in duo a Bologna, in un Locomotiv che anche con poca gente resta accogliente e ricco di sensazioni positive. 

Anna partiamo dalla storia dell’album che so che ha un qualcosa di liberatorio: è un condensato di energia cinetica? Inoltre nelle fiamme della cover bruci il passato e quindi l’Evoluzione?
Brucio il passato ma non volontariamente, le fiamme sono l’energia perfetta che si autoalimenta. Sono entusiasmo e brillare degli occhi, sono il non perdere né arrendersi mai. Le fiamme che racconto mi hanno portato al disco e a tante nuove conoscenze.
Eraclito diceva che tutto ha inizio e fine nel fuoco: è così?
Assolutamente.
Mi domando poi, prendendo Sono qui e il suo senso di incertezza tra presente e passato, se ora ti sai accettare e se le orme non sono più quelle già percorse ma sono le tue e sono nuove.
E’ l'incipit dell’album ed è il brano delle fragilità e dell'incertezza. Qui c'è un percorso di ricerca nella mia vita. Talvolta ho paura di non essere identitaria e il non poterlo comunicare sono le orme.
Giri davvero nuda per casa come scrivi nella canzone? Quel che mi sento di dire però è che non ti vesti a caso…in fin dei conti gli abiti possono essere una forma d'espressione.

Ieri da mia mamma ho visto un centrino al quale stava lavorando e le ho chiesto di tirare su la maglia perché lo voglio cucito addosso (confermo che è come un ricamo sulla maglia che indossa, ndr). Anche quella è una ricerca di verità, la musica è una forma di spettacolo teatrale. Comunque ogni tanto sì, se sono sola può capitare che giro nuda per casa!
Anche in Ballare c’è un po’ di melanconia: l’amnesia e il ricordo di una notte così. Ascoltandoti a volte ho la sensazione che la tua energia cinetica abbia qualche pausa.
Ho dei momenti in cui vorrei sfruttare la creatività fino in fondo. La paura di perdere l’energia nasce dal fatto che a volte si nasconde.
Ora prova a guardare oltre queste pareti: è la tua versione della stanza senza più pareti di Gino Paoli?
Mi piacerebbe averla pensata in questi termini, è un periodo che sto in casa eppure io amo l’esterno, le pareti restano un limite quindi si guarda oltre.
Come si riconosce chi conta le stelle anziché le ore e chi ferma i pianeti che girano e poi ti guarda?
E’ una persona che vive il momento e se lo gode fino in fondo. Mi piacciono la connessione con la natura e il suo lato romantico.
Di solito ammiro il talento degli altri: quale è il talento che gli altri vorresti ammirassero in te?
Essere brava a suonare e cantare.
Non credi che se questo mondo dovesse cambiare e premiare chi il talento se lo beve sarebbe una rivoluzione epocale?
Eccome se sarebbe una bella rivoluzione. No so perché non la facciamo. A volte per amore non guardiamo quello che è il talento.
Alla fine posso dire che a guardarti bene sei ancora in piedi e che la stanchezza, fisica e mentale, la hai sconfitta? Che hai smesso di scavare per guardare le cose con la giusta distanza?
In alcuni momenti non penso di averla sconfitta del tutto. Anzi, a volte lo penso altre no. Mi riprometto di giungere la giusta distanza.
Se ti prendono a Sanremo prometti che suoni con John Coltrane?
Prometto. Per altro suonare uno strumento a fiato mi piacerbbe.
E’ davvero amore immaginarsi da lontano?
Forse lo è ancora di più rispetto all’essere vicini.
Francesco Guccini nel suo Inutile prova a inventare insieme primavera, a regalare un compleanno un po’ diverso…se le canzoni d’amore sono così inutili perché non possiamo farne a meno?
Perché ci aiutano a espiare le sofferenze che l’amore stesso genera. Farne a meno significa perdere un enorme amplificatore, sarebbe come se io salissi sul palco senza la chitarra.
Una curiosità: il tuo cognome, Bernard, è poetico, ha un suo fascino. Perché lo hai cambiato in Carol?
Serviva un qualcosa di diverso, capisco quello che dici ma a me non ha mai dato quella sensazione. Carol ha tante motivazioni, una è la passione per Carole King. Poi avevo un gruppo che si chiamava Carol may knows.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho altre date, terrò tre concerti in Sicilia poi uno a Bolzano, a casa mia. Mi riprometto di suonare tutto il 2023., di assaggiare tanti palchi.

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