Si tratta di un brano di osservazione, cantato guardandosi allo specchio, che non offre facili soluzioni ma una cruda e viscerale analisi del mondo e del periodo in cui è stata composta
IL VIDEO E' PRESENTATO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND
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"Tutti contro tutti" è una delle canzoni portanti del nostro nuovo album "Crepe" uscito il 9 Giugno scorso per Vrec Music Label. Il ritmo incessante di batteria che percorre il brano è il terreno su cui cammina il protagonista, un essere umano imperscrutabile, smarrito e confuso, immerso nei suoi pensieri che oscillano tra le quattro parole chiave che ruotano intorno al nostro progetto: rabbia, incoerenza, gioia, inadeguatezza. La copertina del disco, opera originale di Luca Font, noto illustratore e street artist milanese, non a caso raffigura la testa di un uomo statuario attraversata da delle crepe dorate volte a rappresentare i punti di rottura che hanno portato alla composizione delle dieci canzoni del disco. Usarle per ricomporre i pezzi, l’uno con l’altro come l’oro usato in Giappone per riparare le ceramiche, questo è il nostro obbiettivo.
"Tutti contro tutti" è un brano di osservazione, cantato guardandosi allo specchio, che non offre facili soluzioni ma una cruda e viscerale analisi del mondo e del periodo in cui è stata composta. È la sintesi, secondo il nostro filtro di percezione, della deriva di una parte della società moderna, la più egoista, divorata da inutili smanie di perfezione, successo, potere, realizzazione. Un contesto in cui la concorrenza spietata genera disagio e non motivazione, in cui si è rivolti perennemente alla scelta del momento e mai alle conseguenze. “Sono disposto a dare tutto, cosa vuoi in cambio?” la domanda segreta, fatta a voce bassa e di nascosto da chi è disposto a partecipare a questo gioco. “Fin che non capita non mi riguarda” il senso supremo dell’egocentrismo dilagante. “Non mi fido di me stesso, non mi fido di voi adesso” l’epilogo finale, la frattura che si espone, la pressione che ti schiaccia. Il videoclip nasce da un’idea di Filippo Giovagnoni di Beamlight Factory che lo ha realizzato. Era nostra intenzione metterci la faccia, essere presenti facendo la cosa che più di tutte guarisce le nostre frustrazioni e dà sfogo alla nostra creatività, suonare. Le riprese in controluce rispondono a quel senso di omologazione imperante, a quella sensazione ormai dilagata di essere la copia già vista di qualcuno, “Vendo riscatto, gli occhi di un altro”.
Le riprese in slow motion sul finale esaltano la parte strumentale del brano dove a farla da padrone è un assolo di chitarra dal sapore anni ’90, richiamo velato al tessuto musicale da cui tutti e quattro proveniamo. È questo, di sicuro, uno dei momenti più rock dell’intero lavoro registrato tra il 2021 e il 2022 alle Frequenze Studio di Monza con Pietro Foresti alla produzione artistica. Prendere posizione, andare altrove. "Life’s but a walking shadow!, Macbeth Atto V Scena V.