Marco Ferradini, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato: “La gente si identifica, siamo fatti tutti allo stesso modo. Diamo per scontato un amore infinito, invece quando c’è qualcuno che non ci degna di uno sguardo siamo attratti, vorremmo conquistarlo”
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Alessandra Arachi ha intervistato Marco Ferradini per il Corriere della Sera. Il cantautore ha parlato di vita e carriera citando anche il grande successo di Teorema: “Una prima opera che mi ha travolto”.
marco ferradini: “Diamo per scontato un amore infinito"
Dal debutto all’importanza di Teorema, Marco Ferradini ha raccontato genesi e successo del brano: “Negli anni Settanta ho cominciato a cantare con un gruppo che si chiamava 'Drogheria Solferino’, che era il negozio di vestiti dell’Equipe ‘84. Sponsorizzavamo il negozio e loro ci davano giacche e pantaloni per i concerti”.
Il cantautore ha poi ripercorso la nascita della canzone: “Durante un week end in montagna con il grande Herberth Pagani. Ne abbiamo scritte quattro di canzoni, un concept album che racconta il mio travaglio sentimentale: Schiavo senza catene, Questa sera, Week end e poi l’utima…”.
Marco Ferradini ha aggiunto: “La gente si identifica, siamo fatti tutti allo stesso modo. Diamo per scontato un amore infinito, invece quando c’è qualcuno che non ci degna di uno sguardo siamo attratti, vorremmo conquistarlo. È una questione di bassa psicologia. E poi conta il periodo”.
Spazio ad alcune considerazioni sul mercato musicale odierno, l’artista ha dichiarato: “Oggi la musica è molto diversa, le canzoni delle nuove generazioni sono tendenzialmente povere di contenuti. Però una canzone come Teorema sarebbe sopravvissuta a questo tempo, ha un contenuto universale”.
Marco Ferradini ha aggiunto: “Andiamo sulle stelle ma le nostre radici sono sulla terra. Puoi stare lì tutto il tempo a cercare il senso della vita poi apri la finestra e vedi passare una donna: uno sguardo, un sospiro, valgono più di mille parole”.
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Inoltre, alla domande se abbia mai trattato male una donna, il cantautore ha risposto di esser stato trattato male da Teresa, la ragazza a cui quarantadue anni fa dedicò la canzone: “Macché. È successo il contrario”.