Lazza in concerto a Parma: "Diventare grandi è anche non filmare tutto"
MusicaEntusiasmo al Parco Ducale della città emiliana per il rapper dei record. Jacopo Lazzarini, questo il suo vero nome, ha regalato due ore di energia e riflessioni. Unico elemento negativo i 40 minuti di ritardo sull'inizio della festa. IL RACCONTO
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La costellazione di "Sirio" illumina il Parco di Palazzo Ducale a Parma. Lazza porta l'album dei record e la sua storia a Parma Città della Musica. Due ore di energia e adrenalina, un pubblico caldo e appassionato, che ha cantato e ballato tutta la sera, coinvolgendo, in questo rutilante sabba del Rap, anche numerosi genitori. Molti erano all'esterno, sul ponte Verdi dirimpetto al Palazzo della Pilotta, un po' in apprensione per i figli intenti a saltare sulle parole di "Gigolò", "Re Mida" e "Porto Cervo", ma quelli che hanno scelto di curare la prole un po' più da vicino, si sono liberati del ruolo genitoriale in una manciata di brani e hanno dato il loro contributo alle coreografie spontanee della serata. Il concerto è divisio in due atti, il primo con la band e il secondo con Drillionaire nel ruolo di super deejay.
LAZZA: "MESSAGGIO AI ROSICONI, CON SIRIO ABBIAMO ZITTITO TUTTI"
La musica e le luci avvolgono da pochi minuti (l'incipit è con "Ouv3rture", "Molotov" e "Bugia") che in una zona sulla destra del palco si agitano le luci dei cellulari (accadrà anche verso il finale un episodio simile): Lazza intuisce che qualcosa di anomalo è accaduto, blocca la musica e capisce che quacuno che si è sentito male: "Non possiamo riprendere finché non è ripristinata la sicurezza -dice- ma voi non perdete l'energia". Qualcuno lancia sul palco un pacchetto di sigarette, lui le guarda e dice che ha smesso ma poi, visto il protrarsi della sosta, una se la accende e qualche tiro lo fa. Più e più volte invita la sua gente a saltare, alzare le mani, cantare e trova un pubblico reattivo che in più di una circostanza ringrazia. Poi si guarda attorno, presenta la band e chiede "un applauso a chi è sul palco con me, è gente che ha studiato per esserci e sono tutti bravissimi". Non concede tregua, la sola ammessa e legittimata è per il cambio di set, fuori la band e dentro Drillionaire. L'anima Rap corrosiva di Lazza ogni tanto emerge e, come insegna questo genere musicale, non ci sono metafore: "Messaggio ai rosiconi per i record di "Sirio": abbiamo rotto il c**o a tutti!". Poco dopo si rivolge ai suoi fan più giovani, che, vi posso assicurare oltre a essere in tantissimi hanno seguito il concerto col telefono in mano, perdendosi tanta bellezza e tanta energia. Lazza lo sa e bonariamente ha ricordato loro che "diventare grandi è anche non filmare tutto oggi sembra che se non fotografi un piatto non lo hai mangiato". Insomma telefono in tasca e mani e gambe in levare. Si scivola verso il finale che ha un momento romantico sulle barre di "Piove" quando, magicamente, compaiono degli ombrelli tra il pubblico e sembra di essere nel mondo degli avatar di Mary Poppins. Il rush finale accoglie "Cenere", il pezzo sanremese, il più atteso. Una serata illuminante che mi ha confermato il talento non solo sul palco ma anche autoriale di Lazza. Due sole riflessioni. La prima riguarda proprio "Cenere": so quanto lavoro c'è dietro una scaletta, settimane di pensieri, spostamenti, cancellazioni e inserimenti ma mettere questo pezzo alla fine mi sembra una forzatura, io lo avrei ascoltato sulla chiusura del primo atto, quello con la band. Infine un pensiero sul concetto di tempo: perché su tutti i siti, compreso quello ufficiale di Parma Città della Musica, c'è scritto ore 21 e poi si comincia alle 21.40? Per esserci, puntuale, c'è chi è uscito prima dal lavoro, chi ha dovuto allestire una organizzazione famigliare complessa coinvolgendo nonni e baby sitter per i figli più piccoli, c'è chi è venuto da fuori Parma e tornare a casa un po' prima avrebbe fatto comodo, visto che oggi è giornata lavorativa. Solo in Italia l'orario di inizio dei concerti è a libera interpretazione. Anche gli artisti, per rispetto dei fan dovrebbero presentarsi sul palco all'orario fissato. Si chiama, per l'appunto, rispetto. Anche perché a portarci fuori dal tempo ci pensa la costellazione di "Sirio" col suo cantore Lazza.