Eman: “Segui i sogni perché quello che puoi immaginare puoi farlo”
MusicaDistratto è il nuovo Ep di questo eclettico cantautore capace di raccontare la quotidianità con parole semplici ma affilate. L'INTERVISTA
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Eman ancora una volta sa come emozionare, cantando di sentimenti usati come scudo contro le difficoltà di un mondo sempre più incerto. Tutto questo è racchiuso nell'Ep "Distratto" dove una storia d’amore diventa l’espediente narrativo sia per affrontare tematiche sociali come il precariato o le assurde difficoltà abitative dei grandi centri, ma anche per raccontare la resilienza dei nuovi trentenni, la libertà di fare grandi sogni anche in un monolocale di 20 metri quadrati.
Eman quando hai pensato di pubblicare “Distratto” e quanto il tuo profondo disincanto e la tua ironia sono lo specchio di questa epoca e di una generazione?
Tutti i brani sono stati scritti tra il periodo pre-pandemia e quello pandemico anche se nella situazione di fermo l’ispirazione non era molta. L’arte esce quando deve e mi rispecchio in questa società, sono una persona comune.
Tra i tanti brani che hai nel pc perché hai scelto “Distratto” come inedito?
Doveva andare a Sanremo anni fa e mi è rimasta lì con la sua anima pop e non vedevo l’ora di tirarla fuori, dunque è stata quasi una liberazione. Ha un’anima easy ma senso profondo.
“Un sognatore non risolve i problemi”: ma senza i sognatori avrebbe un senso vivere? Anche solo in 25 metri quadrati di sogni?
Per me i sognatori sono quelli che vanno oltre la fase onirica, sono quelli che danno vita ai sogni. Ogni volta che mi hanno detto che non si poteva fare qualcosa è accaduto e quando ho seguito i consigli di qualcuno ho viaggiato in salita. Io dico che se puoi immaginarlo puoi farlo.
Sei andato ad aspettare sotto casa il capo che vuole i progetti in due ore? A parte questo quanto è difficile oggi non fare entrare il lavoro nel privato?
E’ impossibile soprattutto se condividi la vita con una persona, è più dura per la parte del cielo femminile. Oggi si tende a credere sempre di essere straordinari quando non è così, bisogna prenderci il nostro tempo: 8 ore lavori, 8 dormi ne restano ancora 8 ore per vivere, mangiare e vestirsi ed è poco.
Sia in “Distratto” che in “Il Matto” compare una mamma: è una figura centrale nella sua narrazione?
Credo che lo sia centrale, non ci avevo mai pensato anche se non faccio molto caso a certi collegamenti. Richiamo qualcosa in tutti i brani, il tema centrale è focalizzare le emozioni.
Il tuo matto è l’evoluzione del Matto di Fabrizio de Andrè?
Magari. Un po’ sì però oggi è più consapevole e ha sempre quel punto di vista che noi non abbiamo mai. In questo periodo storico è bello mettere in ridicolo un po’ la centralità dei social, la vera felicità ha bisogno di sforzi più ampi ed è più interessante. Il mio matto descrive il punto di vista della persona semplice.
Sei vai troppo forte poi vivi a metà: siamo tutti dimezzati? Come il visconte di Italo Calvino? Già nel 1951 parlava dell’incompletezza dell’essere umano.
La visione dei geni si ripercuote nel tempo. E’ vero che ci si ritrova a metà; oggi c’è una corsa folle verso non si sa dove e la corsa fa perdere l’intensità della qualità. Penso anche alla Lentezza di Kundera che diceva che per vedere germogliare le cose belle ci vogliono centinaia di anni. Ogni cosa bella ha bisogno di una pausa e oggi l’uomo questo non lo fa.
“Cobalto” sembra un film: la sensazione è che si taglino le spese e non si lasciano le luci accese in nome di 15 giorni di vacanza. Siamo tristi e immobili come lo scoglio che fa da sfondo alla foto?
Non so se siamo tristi ma lo stiamo diventando, ci siamo dimenticati come essere felici. Oggi le foto neanche le guardi più, una volta ci facevi gli album.
Il tuo dolce far niente in cosa si realizza?
Ognuno ha il suo. E’ qualcosa che fa stare bene te e gli altri non lo capiscono. Il malessere di oggi è dover vivere al di sopra di un altro, cerchiamo sempre la superiorità. Se ci pensi costa meno andare a Londra che fare la spesa e quello che abbiamo ci sembra sempre poco.
Possiamo concludere dicendo che con la tua musica andiamo oltre il limite del giorno?
Assolutamente sì.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Siamo in tour e ora annunciamo finalmente anche quello invernale per recuperare il tempo perso in questi anni. In autunno mostrerò la parte meno solari, ho trovata la quadra con un trucco artistico.