Evra: "Basta paure, ora voglio mostrare la mia vera me"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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La giovane artista barese con l'Ep d'esordio "Ciò che cerco di nascondere" si mostra senza filtri, le sue canzoni sono il racconto schietto e chirurgico di una generazione. L'INTERVISTA

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Si intitola "Ciò che cerco di nascondere" l'Ep d’esordio di Evra, giovane artista barese che dopo le ultime release "Strade perdute" e "L’alba che tornerai", si mostra ora in tutte le sue sfaccettature emotive. Claudia Cuccovillo, in arte Evra, racconta la sua verità e non ha paura di svelarsi attraverso testi e musiche dal sound R&B anni Duemila dal tocco luminoso e moderno.

 

Claudia partiamo dalla storia dell’album? So che è stato un lavoro lungo ed è coinciso anche con una tua crescita umana oltreché artistica. Oggi quanto ti rappresenta?
Ho iniziato a lavorarlo in pandemia, ci ho messo circa tre anni per chiudere il lavoro. Non è nato subito, è frutto di sperimentazione, ci ho messo del tempo, tre anni per trovare la giusta chiave. Non avevo certezze in quel periodo, non sapevo come muovermi anche per essere chiusa in casa. La scrittura mi ha fatto fare chiarezza e crescere e alla fine del percorso ero un’altra persona. Ci sono dentro tante parti di me ma oggi mi rappresenta meno, è trascorso del tempo, sono già un’altra.
“Voglio dirti che non so reagire ma so fingere”: oggi per stare bene una regola di vita può essere se non puoi convincere confondi?
No. Vorrei riuscire a non fingere più e dunque a non confondere. La finzione è una reazione alla mia confusione, alle mie insicurezze personali. Non mostro chi sono e fingo ma voglio superare questa me.
Quando è l’ultima volta che hai cercato di nascondere qualcosa?
Tutti i giorni. E’ un processo complicato, è giusto che ci siano cose che restino nascoste. E’ la mia essenza che voglio emerga, temo ancora il giudizio.
Raccogliere gli stracci e mettere insieme i ritagli è ritrovare se stessi oppure è l’incapacità di staccarsi dal passato?
L’incapacità di ricostruirsi. E’ ammettere e accettare di essere stati male e avere toccato il fondo e non riuscire a rimettere insieme i pezzi. Soffro di nostalgia del passato, ci penso spesso e mi guardo indietro.
“Andiamo dove vuoi tu tanto lo sai non ho idee”: l’amore è affidarsi oppure è adattarsi?
Entrambe le cose. E’ importante avere una persona cui affidarsi e donare una parte di noi, ma se non ci si adatta non va bene. Anche tu devi sapersi adattare, è un compromesso difficile, è dura trovare equilibrio. Ecco perché può fare male.
Uno dei temi che compare di frequente nei tuoi testi è quello della notte: per te è salvifica oppure sveglia o demoni?
Ha accezione essenzialmente negativa, ho paura del buio. In “Strade Perdute” la valenza è positiva perché è il posto segreto di una coppia. In altri brani è la parte della giornata dove sto bene con me stessa e arrivano i fantasmi e ciò mi mette in difficoltà.
Un altro elemento è il tempo che più passa e più ti spoglia: il sentirti nuda, interiormente intendo, ti fa sentire poco protetta oppure ti trasmette energia? “Tu torni a prendermi la sera ma non è più sera” è straniante, sembra di essere in un labirinto.
Più il tempo passa più mi accorgo che la mia vita è cambiata e perdo i pezzi, mi spoglio in modo non positivo, mi sento disarmata. Il verso ricorda una persona che mi veniva a prendere la sera ed era una consuetudine, ora non c’è più ed è un loop dal quale non esco, la sera per me non esiste.
Chiudo la trilogia delle tematiche con l’assenza: sembra sempre che manchi qualcuno o qualcosa a partire da quando torni a casa e non c’è più lui né la casa.
Mi sento sempre un po’ incompleta, c’è un piccolo vuoto da colmare. Ci sentiamo irrisolti e forse questo ci porta a fare musica. La persona che è venuta a mancare mi rende zoppicante, sento di più il senso di vuoto. Non so se sono incompleta o irrisolta, è una sensazione che mi insegue da quando ero piccola.
Possiamo dire alla fine che non hai più niente da nascondere e hai dato forma al nulla?
C’è sempre qualcosa che è giusto nascondere, l’Ep mi ha permesso di rivelare anche a me stessa parti di me anche fragili. Ho visto come nemica la fragilità. Pian piano la mia vita acquisisce una forma anche se è ancora indefinita.
Che accadrà in estate? Si parte all’alba verso il mare?
Ci saranno eventi legati al progetto. Ci saranno alcuni feat più uno speciale per il pride con tema libertà. I live ci saranno, l’avventura con BMA sta andando bene e anche in fase di scrittura ci sono dei fermenti.

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