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Tommaso Bruno, una conversazione immaginaria scatena il Boogie: il video

Musica

Il video segue un flusso che va aldilà della razionalità e dei canoni dove il cuore ha la possibilità di divertirsi e ridere un po’ di sé medesimo.

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

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Prendo il sole e suono la chitarra per un Aloe, ironicamente messo al posto dell’amata, perché l’amore non è facile, dato che l’Aloe ha le spine e abbracciandolo ci si potrebbe bucare…Questo intero progetto è stato concepito e messo al mondo in poco meno di due giorni. Si chiama Boogie. Una mattina stavo ascoltando qualche sample, fino a che un sax ha catturato la mia attenzione e non ho potuto fare altro che improvvisare qualche barra di freestyle. Lo stesso freestyle che ho poi registrato e usato come voce principale della canzone stessa, pubblicata su etichetta Brutte Pieghe. Tutto quello che vedrete o sentirete è stato fatto da me: dalla produzione alla registrazione, mix e master, per quanto riguarda la canzone; riprese, montaggio ed editing, per quanto riguarda il video. Il brano è leggero ed ironico. Il testo invece non l’ho nemmeno scritto, è partito da una conversazione immaginaria con una ragazza, dove le spiego (in inglese) che non è facile innamorarsi oggi.

Infatti dopo averla fatta scendere da casa, precisamente dalle scale del suo palazzo, le chiedo semplicemente di venire a “giocare” con me. La cosa è però altrettanto difficile da dire schiettamente e quindi in preda a queste emozioni contrastanti, le dico solo “boogie”. “Sei mia, mio dio vorrei dirti che lo sei” esprime questo disagio nel comunicare amore, infatti nella realtà rimane solo un pensiero. Boogie è anche un voluto richiamo al buon vecchio jazz: nella strofa il sole viene definito “Jazzy come Miles (Davis)”. L’alone vintage che tenta di avvolgere tutto il brano è stressato al massimo soprattutto nel Video. Ho infatti utilizzato un effetto che richiama i film retro in bianco e nero, dove prendo il sole e suono la chitarra per un Aloe, ironicamente messo al posto della ragazza, per sottolineare anche la difficoltà dell’amarsi, dato che l’Aloe ha le spine e abbracciandolo ci si potrebbe bucare. Questo scenario viene alternato a un interno rustico dove ballo agitando una chitarra e fumo seduto su un divanetto a fiori. Per queste scene ho usato un effetto caleidoscopio, dove i colori vivaci distorcono le immagini creando un netto contrasto con l’altra sezione ed esaltando il ritmo incalzante del brano.

Ho pensato a creare un progetto genuino in cui credo particolarmente e di cui sono molto fiero essendo il primo lavoro interamente autoprodotto che propone un genere già sdoganato ma con una nuova personalità. Tutto il progetto in generale mira ad essere autentico e scanzonato, una scelta comunicativa e stilistica per creare un’estetica molto personale quanto criticabile. Essendo il mio ultimo fine l’espressione pura e di cuore, sono molto spesso trainato da un flusso che va aldilà della razionalità e dei canoni: in questo caso ho lasciato proprio al cuore la possibilità di divertirsi e ridere un po’ di sé medesimo. Spero che si possa percepire la mia passione per l’arte in tutte le sue forme e la spontaneità che ho cercato di esprimere cimentandomi nel linguaggio musicale che preferisco, non semplice, tra funk, urban e hip hop.