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Chiara Civello: "Sono Come Sono è il mio messaggio di libertà e resistenza"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Virginia Bettoja

Identità e coraggio, coraggio e voglia di essere se stessi. L'artista romana si prepara a vivere una estate in tour con le sue Chansons. L'INTERVISTA

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Se devo citare una artista italiana...internazionale il primo nome che mi appare in mente è quello di Chiara Civello. E la conferma giunge dal suo ultimo album, Chansons, e dal fresco tour Sono Come Sono che è un richiamo al titolo del suo ultimo singolo, pubblicato da Four Flies Records, un brano che è un inno

alla libertà di essere e di amare. Un nuovo spettacolo per la cantante, compositrice e polistrumentista italiana, dopo avere raccolto tra gennaio e febbraio un grande successo nella sua ultima tournée in Brasile, in cui Chiara Civello continua a propagare uno dei topos della sua carriera, la libertà di essere ciò che si è senza dover necessariamente appartenere a un genere o uno stile. Il suo è un repertorio di  canzoni che costellano il suo percorso artistico e di vita: dagli esordi a New York, alle collaborazioni brasiliane, alle riletture di canzoni del mondo e tutte le radici d'appoggio che l'hanno portata a essere quella che è oggi.

Chiara partiamo dalla storia di Sono come Sono: come è nata? Come ti sei avvicinata a questo brano di Sandra de Sàsu che in Brasile è un inno alla libertà?

La versione originale la senti in tutti i modi ed è del 1982 ed è diventato un grande inno contro il razzismo. E' stato scritto da Macao, compositore che vive in una comunità, come oggi si chiamano quelle che una volta erano le favelas, dopo essere uscito dalla galera, dove era finito ingiustanente; lo ha scritto davanti al mare. Ascoltando quel groove incredibile ci siamo convinti a darne una nostra versione. Abbiamo aperto a temi quali il bullismo, l'omotransfobia, il body shaming e gli abusi sessuali. Con Pippo Kaballà volevamo mandare un messaggio di speranza e non di condanna, la celebrazione dell’ibridazione e delle mescolanze che non dovrebbero dividere ma unire.
Non ti chiedo perché la hai pubblicata in questo periodo perché il tema che tratta non ha un periodo: ti mette tristezza che sia sempre attuale?
Da un lato sì però accende anche la resistenza. Il messaggio va ricordato per la reiterazione del concetto e non con la condanna.
Chiudi gli occhi e alzi un muro: il vero problema è che quando li riapri lo trovi davvero un muro…ci pensi ogni tanto?
Lo so. Ho cercato di rendere la canzone più figurativa possibile. L’interesse del singolo prevale sul senso della comunità. Sembra che la guerra sia il risultato di una follia, un singolo che innesca una fame ampia di potere. Ma è anche bello vedere realtà culturali sensibili che i muri non la fermano e il singolo, infatti, ha la libertà di costruirsi una vita. Poi volevo che ci fosse un tour dove mi sento libera e posso trascendere, fatto di un repertorio irripetibile con tanta improvvisazione. Nel concerto ci sono poi cose legate alla singola serata e dunque ripercorro le tante tappe della mia vita. A me interessa cantare quello che mi va e quando lo voglio.
Ai tuoi amici brasiliani cosa racconti quando ti chiedono che sta accadendo in Italia?
Purtroppo che non giriamo pagina noi, siamo governati da esaltati e il dialogo non sembra possibile. A me interessa il dialogo e a volte in Italia non si sente tanto. Vedo però una apertura nelle generazioni più giovani.
E loro cosa ti raccontano adesso che con Lula possono tornare a sperare?
E' tornato alla presidenza con una dichiarazione di crescita personale. Ha commesso degli errori e lo ha ammesso ma, ad esempio, è tornato l’interesse per il rispetto di quel polmone del mondo che si chiama Amazzonia e per le popolazioni indigene estinte, o quasi, per il lucrare del garimpeiros. C'è una cantante bahiana al ministero della Cultura dove prima c’era Gilberto Gil. Tutto questo mi sembra fantastico.
Che ruolo può avere oggi la musica nel cambiare la società? E credi che chi prometteva negli Anni Sessanta di cambiare il mondo con la musica e oggi ci ha lasciato questa situazione ci abbia venduto una illusione?
Il mondo è un organismo con tanti organi che devono armonizzarsi tra loro. Ogni organo deve remare nella stessa direzione, ti faccio un esempio umano: se si ferma il fegato tutto si indebolisce. La cultura è il polmone, è un organo vitale. Vendere sogni è una dinamica importante per il funzionamento dell’individuo, la realtà non è solo quello che vediamo ma anche quello che sentiamo. Il sogno può evocare il desiderio di migliorare.
La tua conoscenza delle lingue ti permette di confrontarti con qualunque mondo musicale: ce ne è uno che ti incuriosisce ma non hai ancora sfidato? Perché ogni tuo lavoro non è un progetto bensì una sfida. Insomma stai pensando al figlio di Chansons?
Ci sono mondi che mi interessano e penso al punk. Si può incorporare tutto: il baricentro e il punto poetico si sposta in là per raggiungere lo stato di allerta perfetto come lo definiva Proust. Io faccio questo, sposto la mia zona di conforto preservando qualcosa del passato. Ritraggo me stessa in un preciso momento, quella è la mia identità.
Oggi chi fa musica è schiavo di algortimi e numeri, si è perso il bello dell’ascolto spontaneo. Come camminando guardi sempre il cellulare e mai il cielo: tu che vivi in un’oasi felice come ti difendi dai tentativi di omologazione?
Ritraggo la mia autenticità e mi difendo così, però resto in ascolto e se la cosa corrisponde a dove sto col cuore accetto la sfida. Ma non ci sono misteri, un pezzo mi emoziona o meno fin dal primo ascolto.
In queste prime date che pubblico hai trovato? Affamato di musica, curioso, partecipe oppure è un pubblico che è presente ma è ancora segnato da quanto accaduto in questi ultimi anni?
Un pubblico scatenato, una partecipazione sorprendente. Un po’ più scomposto e un po' meno "smascherinato".
Cosa accadrà nelle prossime settimane? Torni a viaggiare oppure annuncerai nuove date del tour?
Il tour ha avuto recensioni molto belle e ha acceso una richiesta estiva, per cui riprenderò in estate e girerò l’Italia. Ci sarà ogni sera un ospite locale. Inoltre, come sai, lavoro su più fronti: ora vado a Londra e poi tornerò in Brasile.