Ai!: "Manuale Illusione racconta la nostra idea di bellezza spinta al massimo"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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Un album che non rispetta alcuna regola e dunque riesce a farsi amare in maniera totale. Il 6 maggio appuntamento live al Locomotiv di Bologna

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Fuori dagli schemi e fuori dal tempo. Dunque anarchico e affascinante. E' Manuale Illusione l'album degli Ai!. Registrato negli studi del Locomotiv Club di Bologna, è un concept di otto tracce, un’opera che prova a fare luce sulle “profondità prive di gravità”, consegnando all’ascoltatore ambientazioni notturne e sonorità eteree. Otto episodi in cui è la libertà di espressione a emergere come caratteristica principale: genere e durata dei brani non seguono le linee canoniche, lasciando spazio all’improvvisazione contaminata dalla tradizione cantautorale degli anni Settanta. Anche i testi contraddistinguono l’identità dell’album, presentando una lirica lontana dalla struttura pop e priva di ritornello.

Gabriele partiamo dalla storia dell’album e quanto registrare in una realtà come quella del Locomotiv, che ricorda un po’ il romano Folk Studio, abbia contribuito a rafforzare i vostri messaggi.
Manuale Illusione è un disco che nasce in primis per noi. Ci ha aiutato a trovare una nostra dimensione anche il luogo dove registravamo, essere a proprio agio è fondamentale. I brani nascono con l’improvvisazione: avevamo un canovaccio, ci siamo imposti dei passaggi obbligati ma come arrivarci era quell'improvvisazione fondamentale per dialogare con gli strumenti sempre in mano.
Il vostro è un album con molti spazi strumentali: per questo vi sentite fuori dal tempo o vi siete ripresi il tempo?
Era la primavera del 2020 e come tanti avevo le sabbie mobili sotto i piedi, il Locomotiv chiuso e ancora a volta la musica è arrivata a salvarmi. Parlando con Stefano Orzes (il batterista del progetto, completato da Luca Fattori alla voce, Dico Fone al clarinetto, sax e flauto traverso e Chie Yoshida alla viola, n.d.r..), che stava vivendo una situazione come la mia, ci siamo detti che appena si sarebbe potuto ci saremmo ritrovati in sala prove per condividere un viaggio personale e introspettivo; la musica ci ha dato equilibrio per buttare fuori tutto.
Rallenta il mondo intorno a me, si perdono le parole: è la vostra grande sfida, cioè quella di alzare il pensiero?
Abbiamo tutti 45 anni e abbiamo bisogno di contenuti. Qui ci abbiamo messo la bellezza spinta al massimo per quella che è la nostra concezione di bellezza. Abbiamo costruito una stratificazione di suoni spero innovativa e un cantato che seguisse un percorso nostro, un marchio di fabbrica.
Per altro il pensiero è centrale in Onde Concentriche: la voce è molto pop, almeno nell’incipit. E’ così che si mette ordine nel disordine che è dentro di noi?
Questo testo cerca di rappresentarci, se ci riduciamo all’osso siamo onde concentriche…siamo tornati alla musica composta da noi, siamo tornati al punto di partenza, mai mi sarei aspettato di comporre. La prima domanda che mi sono posto è: perché mi sono fermato?
Dissolta l’essenza splende pura l’apparenza. È il dramma di questa epoca?
La vetrina di noi stessi spinge per essere alimentata e perdi le cose più vicine, quelle che ci fanno stare bene. Dobbiamo alimentare il nostro percorso quotidiano, il resto è imbellettamento di noi stessi verso e per gli altri.
Cosa si celebra il 24 febbraio, titolo di una vostra canzone?
È il giorno in cui ho capito che non si poteva andare avanti. Big Thief che aveva appena fatto un live al Locomotiv e doveva suonare poi a Milano mi disse che rinunciava alla data milanese perché aveva paura. È un testo per i lavoratori dello spettacolo, per il sogno di un lavoro che si infrange, per lo smarrimento di sentirsi soli. Il nostro settore è stato il primo a chiudere e l'ultimo a riaprire, siamo stati abbandonati e da lì il senso di smarrimento.
Stato di confusione è una denuncia polita e sociale o interiore?
Entrambe le cose, si gioca sulla dualità. È liberazione e consapevolezza.
Stare nell’angolo per non cadere è resistenza o sopravvivenza?
Spero che sia resistenza, la sopravvivenza presuppone già un abbandono della speranza.
Per stare sopra le cose basta spegnere, ogni tanto, i pensieri e andare a camminare a piedi nudi al mare?
Sono fondamentali nella nostra vita quando si ha idea di avere raggiunto il massimo della fatica. Più si sta male e meno si riproduce la quotidianità. E' salvifico talvolta staccare e lasciare alle spalle la quotidianità che è una prigione.
Quale è l’ultima cosa che ti ha fatto gioire?
L’uscita del disco la considero un bel momento.
Alla fine possiamo dire che avete trovato il centro, che sia concentrico o meno?
Nella costruzione del disco e del suono lo abbiamo trovato. Ci ha dato soddisfazione sapere che il nostro suono è unico.
Con fiducia impara ad amarti: è questo il messaggio che vorreste lasciare alla posterità?
E’ un testamento emotivo per i miei bimbi. Cerco di trasmettergli la mia visione del mondo e come bisogna interpretarlo per riuscire a portare avanti un percorso e raggiungere gli obiettivi. Parlare con i figli è complicato, servono il momento, la stanza e il raccoglimento giusto. In una canzone significa, tutto questo, metterlo al sicuro. Quando vogliono sanno dove è.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Giorgio Canali aprirà con i Rossofuoco il nostro concerto del 6 maggio al Locomotiv. Il nostro booking Locusta sta poi lavorando su date per le prime due settimane di maggio. Ma non ci fermiamo e vogliamo anche l'estero.

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