Il mondo della musica è in lutto per la scomparsa di una delle figure più iconiche della storia del jazz e del fusion. Tra gli artisti con cui ha collaborato c’è anche Pino Daniele, insieme al quale compose "Bella 'mbriana", singolo uscito nel 1982
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È scomparso a 89 anni a Los Angeles il leggendario sassofonista e compositore statunitense Wayne Shorter, tra i più grandi della storia del jazz e del genere fusion. Era nato il 25 agosto 1933 nel New Jersey. Nella sua lunga carriera, prima col sax tenore e poi con il sax soprano, ha contribuito a definire il suono del jazz moderno grazie a composizioni che hanno lasciato il segno, come Footprints, Black Nile e Speak No Evil. Shorter è stato anche membro di alcune delle formazioni più importanti degli anni Sessanta e Settanta, come i Jazz Messengers di Art Blakey; il cosiddetto “secondo quintetto” di Miles Davis e i Weather Report, e ha stretto importanti collaborazioni con artisti anche lontani dal suo genere.
L’uomo, la personalità, il suono
Mr. Gone o Mr.Weird. Questi erano solo alcuni dei soprannomi ricevuti da Shorter, che si distinse per un uso innovativo degli strumenti, in particolare del sax soprano. “Essere originale, per me, significa esaltare quello che stai facendo in modo così profondo da arricchirlo: più riesci a essere originale e più è profondo il tuo confronto con l’eternità”, dichiarò una volta. La sua carriera fu in eterna evoluzione: dopo l’esordio a fine anni Cinquanta con i Jazz Messengers, leggendaria band del batterista Art Blakey, entrò nel "secondo quintetto" di Miles Davis, insieme al pianista Herbie Hancock, al contrabbassista Ron Carter e al batterista Tony Williams. Negli anni Sessanta cominciò anche il rapporto di collaborazione con la Blue Note Records, con la quale incise diversi dischi da solista (celebri i suoi Adam’s Apple e Speak No Evil) e sperimentò con Davis anche il genere fusion, (si ricordano a tal proposito In a Silent Way e Bitches Brew). Negli anni Settanta si lanciò in una nuova avventura, fondando il gruppo fusion Weather Report assieme al pianista Joe Zawinul e Miroslav Vitouš, con cui ebbe un enorme successo di pubblico. In questo periodo collaborò con alcuni artiste ed artisti celebri, come la cantautrice Joni Mitchell e il chitarrista Carlos Santana. Anche la religione ha fatto la sua parte nella vita di Wayne Shorter, segnata da quasi 50 anni di devozione al buddismo Nichiren, un ceppo giapponese del culto orientale. “Stavo sentendo parlare di buddismo, ma poi ho iniziato a esaminarlo e ho iniziato ad aprirmi e scoprire cosa stava succedendo nel resto del mondo invece che in Occidente”, ha dichiarato Shorter a NPR nel 2013. Anche per questo nel 2000 formò poi il Wayne Shorter Quartet, assieme al pianista Danilo Pérez, al bassista John Patitucci e al batterista Brian Blade, tutti artisti più giovani di lui. Nella sua carriera ha vinto 11 Grammy a cui si aggiunge uno alla carriera. Un viaggio lunghissimo che ben si riassume con una sua vecchia dichiarazione. “Abbiamo una frase nel buddismo: hom nim yoh”, dichiarò sempre a NPR nel 2013. “Il significato è chiaro: 'Da questo momento in poi è il primo giorno della mia vita'. Quindi metti il 100% nel momento in cui ti trovi perché il momento presente è l'unico momento in cui puoi cambiare il passato e il futuro”.
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I problemi di salute
Shorter aveva lottato con problemi di salute negli ultimi anni e dozzine di musicisti jazz, sia i collaboratori che generazioni di artisti che ha ispirato, come Terrace Martin, Kamasi Washington, Terence Blanchard, si sono stretti attorno al sassofonista attraverso concerti di beneficenza per aiutare a raccogliere fondi per aiutare a pagare le sue spese mediche.
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Il rapporto con Pino Daniele
Molto stretto fu anche il rapporto di Shorter con l’Italia: infatti fu più volte ospite dell’Umbria Jazz, che si tiene a Perugia ogni anno a luglio. I fan di Pino Daniele non possono invece dimenticare il cameo del jazzista in uno dei celebri brani del cantautore napoletano, cioè Bella 'mbriana, uscito nel 1982. Un brano che lo conquistò: “Ricordo che Wayne Shorter mi scrisse su un foglio di musica la melodia e sotto le note ci mise una frase che non potrò mai dimenticare: Da queste note tutti capiranno da dove vieni e il vento porterà le tue melodie in giro per il mondo”, ricordò Pino Daniele. Per lui Shorter ebbe parole di affetto nella sua ultima visita in Italia, al Ravello Festival del 2017: “Era il gitano di Napoli, un innovatore, un musicista a 360 gradi. Voleva cambiare la musica della sua città, peraltro città della musica. E l'ha fatto”.