Laura Pausini, concerto a Milano: "Oscar e Golden Globe? Meglio il Festival di Sanremo"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Dopo New York e Madrid il gran finale a Milano. Così l'artista di Solarolo ha celebrato i suoi trenta anni di carriera. IL NOSTRO RACCONTO

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Stesso giorno e (quasi) stessa ora. Laura Pausini il 27 febbraio del 1993 vinceva il Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) con La Solitudine e iniziava una carriera che la ha portata a diventare, attraverso la sua musica e la sua arte, una ambasciatrice dell'italianità del mondo. Per celebrare questo trentennale si è regalata, e ha regalato ai suoi fan, tre concerti in 24 ore: New York, Madrid e Milano e in ogni luogo ha ripercorso un suo decennio, in ordine cronologico. Nel capoluogo lombardo, che prevedeva un viaggio nell'ultimo decennio pausiniano, ha scelto il Teatro Carcano. E' stata accolta da amici dal fan club, da amici veri, da curiosi che sono riusciti ad accaparrarsi il biglietto (gratuito fino a esaurimento posti), da colleghi artisti, influencer e giornalisti, alcuni dei quali, come lei ha sottolineato dal palco "quelli importanti" (gli altri al Carcano almeno non in pé come in Veronica di Enzo Jannacci) ma seduti, la hanno accompagnata anche a Madrid.

Il primo ricordo è proprio a quel Sanremo: "Ero dietro le quinte con gli altri giovani e ho sentito una manona tirarmi sul palco, quella di Pippo Baudo, che annunciava la mia vittoria. Quello con la musica è il fidanzamento più lungo della mia vita, trent'anni. E davvero lo vivo come un amore. Poi i miei fan mi hanno insegnato a fare le pazzie e stavolta la faccio io con i tre concerti in 24 ore". Il rapporto con i fan torna più volte nell'arco dell'ora abbondante di concerto, vissuto da loro in piedi e con i cellulari in mano ininterrottamente. Laura Pausini ricorda che negli anni Novanta le arrivano le lettere "e mio padre mi ha insegato a essere educata e disciplinata, a rispondere. Poi sono arrivati post, i rapporti si sono fatti più stretti, molti facce che sono qui le conosco da sempre. L'immediatezza dei post mi ha permesso una maggiore intimità con loro, a volte mi hanno confidato storie terribili". E per sublimare l'unione di cuori parte il brano Simili.

laura pausini grammy

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Un altro momento è dedicato ai Golden Globe e alla nomination agli Oscar per il film La Vita Davanti a Sé. Ci sono una dedica a Niccolò Agliardi, suo autore di riferimento, e una a Sophia Loren, protagonista del film: "La canzone è Io Sì e la ho cantata in cinque lingue; è un brano che parla di inclusione". Il momento nostalgia arriva quando Laura Pausini riannoda i fili della sua vita: "Che avrei fatto se non avessi vinto il Festival? La ceramista o l'architetto e poi se avessi avuto fortuna sarei andata la sera a cantare in qualche pianobar. Nel 1993 ho iniziato a girare e a confrontarmi con un mondo diverso dal mio, che prima era ristretto alla mia Solarolo, che amerò per sempre, e ho conosciuto opinioni diverse: la mente se non la apri non serve a niente.

Sai non è scontato che dopo tanti anni i fan continuino ad ascoltarti, magari sbagli qualcosa e si allontanano. I miei no. Io adesso voglio tornare a sudare come quando avevo 16 anni. Ora inizia qualcosa di nuovo, è mezzanotte e vi regalo una piccola parte della nuova canzone. Voglio iniziare da capo ed essere ottimista dopo un periodo passato a pensare male. La canzone si intitola Un Buon Inizio. A proposito di musica mi ripeto che sì Oscar e Golden Globe ma il più importante è il Festival di Sanremo. E ora, come vi dico da trent'anni, andate a casa e fate l'amore".

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