L’uomo plutonico è spaesato nella realtà, è una figura senza meta che fa della sua lentezza il tratto tipico
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
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Raccontare in video l’esperienza della lontananza è stato un lavoro difficile e soprattutto è stato complesso capire come i personaggi e luoghi potessero rendere omaggio a un brano molto intenso nella sua poetica musicale. Tutto nasce di getto, la musica così come le immagini, senza pensarci troppo. Plutone rappresenta la solitudine di un pianeta lento ma imbevuto di caos e tormento. Una lontananza naturale, senza sforzi, lenta e decisa che è scandita dal riff incalzante della chitarra che accompagna la tecnica di ripresa delle immagini che sigla il giusto sodalizio con l’intensità del brano. L’uomo plutonico è spaesato nella realtà, è una figura senza metà che fa della sua lentezza il tratto tipico. Negli occhi del personaggio si corre veloce, i pensieri sono tanti e lasciano spazio alle mille inquietudini. Uno spartito emotivo vuoto dove la musica si scrive man mano che le immagini si susseguono.
Marco Marec, il regista, è riuscito a leggere la mia musica e a convertire tutto il tormento di cui è pervasa. Il personaggio sembra inseguire il nulla ma è proprio qui che si rivela la vera meta del viaggio: incontrare il ragazzo, riconciliarsi dove tutto è cominciato quando ho iniziato a sognare di diventare un musicista e cantante. Questa è la soluzione al male di vivere, alla realtà e alla società. Un ragazzotto pulito, camicia a quadri eviso spensierato che porta con sé un casco da astronauta che rappresenta la vera fuga, non quella nello spazio ma la fuga nel tempo e nella propria anima. Il corpo non è più fermo, comincia a muoversi e a lasciarsi trasportare dalla musica che si apre in un boato di liberazione. In tutti questi anni ho cercatosempre quel ragazzo e finalmente l’ho trovato. Alla fine il personaggio si sveglia, sembra tutto un sogno ma il ragazzo è ancora lì a indicargli la strada e laverità nonostante la realtà sia così bruscamente fredda, proiettata in un continuo presente affannoso eincomprensibile. Sono molto soddisfatto di questo sodalizio artistico, una sovrapposizione di realtà e sogno che caratterizza il mio rapporto con il regista. Io e lui non ci siamo mai incontrati ma semplicemente scambiati parole, pensieri e volontà telefonicamente. Lui per me è una voce elettronica e anch’io lo sono per lui ma sostanzialmente per me Marco Marec potrebbe anche non esistere. Può sembrare strano ma ci siamo talmente entrati dentro che il nostro rapporto artistico può tradursi nei due personaggi del video: io che ho bisogno del ragazzo per ricominciare e lui che immortala il momento umano di ricongiungimento.Voglio ringraziare Francesco Tedesco, il coproduttore del brano che mi ha messo in contatto con Marec. La persona giusta nella musica giusta; l’attore principale Roberto Maiello che ha donato la sua espressività intensa e la sua professionalità al videoclip. E poi la location: Napoli, la terra che mi ha cresciuto come uomo e come artista e che porto dentro al mio modo di essere e di guardare alle cose e al mondo.