Sananda Maitreya, arriva Welcome to The MadHouse, The Costa Rica Sessions! L'INTERVISTA

Musica
Federica Pirchio

Federica Pirchio

Il documentario voluto dal musicista racconta il dietro le quinte della preparazione di un concerto live. Lo abbiamo incontrato e conosciuto il modo di intendere la musica e il percorso di un artista che ha segnato il mondo della discografia anni ‘80/’90. Sananda è un musicista non convenzionale, per talento e per scelte di vita

L’appuntamento è negli studi di Sky Tg24, Sananda accompagnato dalla moglie Francesca ha tutto il fascino e il mistero della rockstar ma non l’atteggiamento, in modo quasi timido ci saluta gentilmente. Qualche parola di convenevole e inizia l’intervista. Gli chiediamo da dove nasca l’idea del docufilm Welcome to The MadHouse: The Costa Rica Sessions!. “Adesso siamo in un tempo nel quale le persone sono curiose, ci dice, vogliono vedere di più, vogliono sapere cosa accade dietro le scene. Ricordo quando ancora compravamo i film in DVD, tutti i DVD avevano al loro interno il dietro le quinte, perché è affascinante conoscere il processo, questo è il motivo per cui gli show con gli chef come Chef’s Table sono così popolari, perché la gente non vuole solo mangiare la torta ma anche vedere come si fa".

E continua: "Sono molto fortunato ad avere fan che da quasi 40 anni sono leali con me, sviluppi con loro una relazione intima in un certo senso. Ho cercato di essere più onesto e trasparente sul tipo di persona che sono. Non sono perfetto ma sono una brava persona, sincera… Ho pensato che le persone potessero apprezzare questo processo di lavoro così come, spero possano apprezzare della buona musica".

Sananda Maitreya, l'uomo e l'artista

Anche noi siamo curiosi di sapere di più, di conoscere cosa c’è e cosa c’è stato nel backstage della vita di una rockstar protagonista della musica anni ’80. Lui è stato il sex symbol di una New York che ballava sulle note di un rock dalle tendenze dance e pop. In quasi 40 anni di musica ha appassionato milioni di fan fin dall’esordio. Sue canzoni come  Dance Little Sister e Sign Your Name.

Lui era Terence Trent D'Arby, ha cambiato nome e vita: è Sananda, vive a Milano ed è un artista ancora di successo, un marito e un papà. Questa la sua carriera e questo il suo pensiero: “La mia spiritualità è molto semplice, mi identifico con i nativi americani ancestrali: noi crediamo che tutto sia vivo, che ogni cosa abbia spirito e che tutto possa comunicare nel senso che qualsiasi cosa viva in noi vive anche in natura, nella vita… La cosa importante nel condividere la musica è condividere il tuo spirito, perché veniamo ispirati dallo spirito di uno e dell’altro. Se una persona ha un buono spirito è la cosa che automaticamente condivide e che vuole condividere. Ho sempre visto la mia musica come un mezzo per condividere il mio cuore, il mio buon spirito. Come ho già detto, sono lontano dall'essere una persona perfetta ma credo che gli artisti esistano per portare la comunione di vita e spirito, per ricordare a tutti noi che siamo spirito e che lo spirito è la nostra parte migliore. Il nostro spirito ci sarà sempre, non morirà mai, il nostro corpo morirà un giorno, ma il nostro spirito continuerà a vivere.

Nella musica trovo la via di fuga, trovo la via di uscita da quel modo in cui pensiamo alle limitazioni della vita. Siamo stati cresciuti nella convinzione che la vita abbia limiti, la ragione per la quale la gente vuole bere o ballare è per valicare i propri limiti. Per me la musica è un modo per volare via dai limiti della mente ed è il modo per connettermi allo spirito". 

MILAN, ITALY - JULY 17: Sananda Maitreya performs on stage at Castello Sforzesco on July 17, 2018 in Milan, Italy. (Photo by Sergione Infuso/Corbis via Getty Images)

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Il successo, la rottura

“Dicono che quando arrivi in cima all’Everest sia un gran risultato ma la delusione è quanta spazzatura ci sia in cima alla montagna, devo usare questa analogia perché arrivare in cima alla montagna è stata la parte elettrizzante. Quando l’ho raggiunta, quando sono arrivato in cima all’Olimpo, ho realizzato che gli dei erano cattivi, l’inferno non era ciò che pensavo che fosse e non pensavo che valesse la pena fare le cose che altri volevano che io facessi per mantenere una posizione che mi dava da pensare “sono meglio di questo”. Mi dicevo: non voglio vendere la mia anima. Ho deciso che avrei trovato il mio spazio e avrei creato la mia montagna.

Non lo dico in senso religioso, ho sempre avuto una fede fortissima nella mia idea di Dio, ho sempre creduto che se fossi stato fedele allo spirito della musica allora lo spirito della musica mi sarebbe sempre stato fedele. Se avessi messo la musica al primo posto, non i soldi, non il sesso, non le droghe e non il rock and roll, se avessi messo la musica prima, ho sempre creduto che si sarebbe presa cura della mia vita, assicurandosi che avrei avuto una vita da onorare e rispettare”. Poi sottolinea: ”L’altra vita mi stava chiedendo di essere qualcun altro in modo da soddisfare altre persone che volevano controllare il mio destino. Le persone dicevano che ero molto arrogante, ma questa è la mia vita, questa è il mio viaggio, il mio regalo e lo voglio condividere con il mondo nel modo più puro possibile. Senza compromessi e se non devo fare compromessi non avrò compromessi".

 

La rinascita

 

"È stata dura, ma nascere è dura, sono stato con mia moglie durante la nascita dei nostri due figli Francesco Mingus e Federico Elvis e nascere è dura - continua - Ci sono stati tre anni in cui ero incastrato in due mondi, non ero completamente morto ma non ero vivo. Mi era chiaro, che quel vecchio nome che gli avevo consegnato (allo star system) non lo controllavo più, lo controllavano loro e loro mi dicevano chi era la mia persona, e io ho detto NO NO. Mi dicevano: sei stupido, nessuno lo ha mai fatto, nessuno è mai sopravvissuto così. Ma io non mi vedevo in quei termini. Se so che una cosa non è mai stata fatta, per me è una grande sfida, e io sarò quindi la persona che la farà. Prima di darmi un nome, le persone mi chiedevano dove prendessi tanta sicurezza. Mi dicevano: le tue possibilità sono una su un milione, tante altre persone vogliono avere successo. Ed io: beh io sono quell’uno su un milione.

Ho fatto cambiare l’industria (discografica), la prima volta con la musica, la seconda volta con la mia rinascita. Perché per tre anni sostanzialmente pregavo e meditavo su cosa fare. Il problema è che non credo nella morte e quindi non avevo paura di morire. Tutto ciò è pericoloso. Se non hai paura della morte e non vuoi vivere, è una situazione pericolosa. Sapevo però che avevo ancora cose da fare, sapevo che la storia non era finita, ho sempre pensato a me come qualcuno non che stesse vivendo un’esistenza ma che stesse vivendo una storia. Così dopo aver meditato ho avuto tre sogni e in questi sogni continuavo a sentire la parola Sananda. Tutte le volte nel sogno continuavo a guardarmi intorno, chiedendomi chi fosse Sananda ma il nome mi era familiare. Finalmente durante il terzo sogno, stavo camminando nei boschi con degli angeli, dal bosco, dalla foresta ho sentito il nome Sananda e così ho realizzato che SANANDA sono io! Gli angeli hanno iniziato ad applaudire".

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La famiglia, la musica e il senso della vita

 

“Quest’anno, in estate, saranno 20 anni che sono sposato (con Francesca). Come marito sono fantastico, non si può scegliere di meglio…(ride, ndr). Voglio essere oggettivo sono una brava persona ma sono un artista e noi siamo difficili, bisogna essere chiari! Non importa quanto sia buono il mio cuore o le mie intenzioni, la vita di un artista non è una vita facile, è una vita glamour ma c’è un prezzo da pagare. Non è facile, ma se è troppo facile non ti dà la stessa arte, se non ci sono delle prove /sfide il lavoro non ha la stessa anima, la stessa passione. L’anima viene dalla sofferenza, la grande creatività viene nell’accettare lo schifo e nel trasformare tutto ciò in qualcosa di più.

La madre di mia moglie all’inizio era molto scettica, perché ero una rock star… Ma comunque 20 anni dopo e dopo due nipoti, mi vuole ancora bene. Spesso con mia moglie ci diciamo che dobbiamo essere pazzi per essere ancora in grado di stare insieme.

Ho 60 anni ma ho ancora le stesse ambizioni di un uomo di 30, ambizioni creative intendo, non sono sicuro di essere pronto a essere felice, ma la cosa importante è che sono contento. Contento che la mia vita è esattamente dove deve essere, Ho ancora voglia, ho soddisfazioni abbastanza per trovare soluzioni. Perché una volta che ho trovato tutte le soluzioni, non c’è molto altro da fare. Se stai crescendo due ragazzi italiani, adesso hanno 12 e 10 anni, c’è molto da fare. Ma è proprio come deve essere, questo è l’unico motivo per il quale sono ancora sulla Terra, perché finché abbiamo delle cose da fare abbiamo uno scopo".

In ordine di tempo, il suo ultimo album si chiama Pandora’s play house, ma l’artista è già a lavoro su un nuovo disco: il numero 13 in studio, progetto che definisce intimo e romantico:

"Abbiamo canzoni con una gigantesca orchestra di 40 elementi, brani più intimi con un quartetto e l’altra metà dell’album sarà, almeno stando a quanto registrato fino adesso, io che suono. Io sono la band ma sarà incentrato su un lavoro acustico, tutto il progetto è molto intimo e romantico".

 

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