Sananda Maitreya, racconta la sua ispirazione in Pandora’s PlayHouse

Musica

Fabrizio Basso

sananda maitreya

Prepariamoci a un viaggio musicale che manifesta l'espressione incendiaria di questo artista e la sua capacità di sovvertire, allo stesso modo, le aspettative dei fan e dell'industria musicale. L'INTERVISTA

In questo lavoro che racconta del suo impegno e della sua determinazione, Sananda Maitreya ci invita a rimettere il focus su noi stessi senza essere schiacciati dal peso dei giudizi esterni e dalle ricadute o dai fallimenti, per riprendersi ciò che il destino ci ha riservato, la nostra fetta di paradiso! Pandora’s PlayHouse rende omaggio alle ispirazioni, ai mentori e agli affetti dell’artista, che racconta con il suo vissuto le lezioni che lo hanno reso protagonista di una delle carriere più uniche della storia della musica. Un artista multi-platino che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, la carriera di Sananda potrebbe riempire più di una vita e c'è chi dice che lo ha già fatto.

Sananda è molto coraggioso un doppio album in questo periodo.

Lo so ma guardo oltre. Sono molto felice e molto legato a questo progetto. Dentro ci sono io e mi auguro che le persone che lo ascoltano ricevano la stessa energia che ho percepito io quando lo ho scritto.
Ma perché un doppio album? E' l'era dei singoli, al massimo degli Ep.
La mia idea di partenza era di un cd singolo poi, in corso d'opera, mi sono reso conto che ho invocato lo spirito di Pandora il quale mi ha ispirato e mi ha portato a scrivere un album più ampio.
Traccia con il nome dell’album perché?
La canzone potrebbe essere the ballad of perché è la canzone che ho tenuto dentro di me per tanto tempo prima di inciderla. Dietro la canzone c’è una storia molto divertente.
Dove hai trovato la forza di scrivere questo album, per te molto importante, in un momento così difficile?
Pandora’s Playhouse è un’album ricco di energia positiva. Mi è stato facile trovare ispirazioe in questo periodo: è nei momenti più difficili che riceviamo più
ispirazioni. Quando attraversi momenti di crisi e momenti difficili produci energia che si trasforma in sensazioni e da lì germoglia nuova musica.
Equilibri rispettati, dunque?
La mia creazione ha rispettato le energie che abbiamo vissuto.
Come è nata la collaborazione con Irene Grandi?
Siamo in contatto da parecchi anni e sovente abbiamo parlato della possibilità di fare una collaborazione. Quando Irene mi ha contattato per cantare nell’album dei suoi 25 anni di carriera sono stato molto felice.
Per il brano con i The Avalanches come è andata?
E' arrivata la richiesta in un momento in cui io ero molto aperto alle collaborazioni e quindi è stato naturale. Il brano parla di dipendenze.
Cosa rappresenta per te Milano e come ti trovi in questa città?
Sento che Milano mi da tanta energia produttiva, è una città amica dell'arte, della musica, è ricca di energia produttiva. Mi sento sempre più italiano perché sono qui e giorno dopo giorno entro nella vostra cultura italiana.
E' stato difficile agli inizi?
Se io entro in una comunità e mi ribello alle sue regole, alle sue usanze, quella stessa comunità ha il diritto di mandarmi via. Se io vivo qui mi devo integrare.
Il brano Dont’ Break My Balls a chi è rivolto? Cosa ti “rompe” della quotidianità?
Non potrei mai rispondere a questa domanda con mia moglie seduta accanto, a volte una canzone ti arriva ed è così ovvia che ti chiedi perché non l’hai scritta prima. Lavorandoci ho pensato che tanti altri uomini potevano sentirsi esattamente nella mia situazione. Da immigrato, da outsider dico che non rompere le palle è il motto non ufficiale dell’essere italiano.

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