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Jovanotti, l'inno ottimista "Ricordati di vivere" è un fiore nel deserto

Musica

Manuel Santangelo

©IPA/Fotogramma

La nuova hit di Lorenzo Cherubini è un invito a non arrendersi e a non smettere di vedere ciò che c’è di bello intorno a noi. La canzone è uscita accompagnata da un evocativo videoclip, che mostra immagini girate in Niger per un’occasione speciale

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“Muovermi è un buon metodo per stare in equilibrio sopra a un filo”, canta Jovanotti nell’ultimo singolo Ricordati di vivere e non si sa se questo monito sia da intendersi solo per l’ascoltatore. A giudicare dalla mappa degli spostamenti recenti di Lorenzo Cherubini verrebbe da dare una risposta negativa, anzi il video di Ricordati di vivere sembra fatto apposta per risultare quasi un vademecum per immagini di quanto bene faccia spostarsi, viaggiare e focalizzarsi sull’orizzonte anche quando attorno sembra esserci solo il deserto.

Un fiore cresciuto nel deserto

Il videoclip di Ricordati di vivere è ambientato in Niger e vede alla regia l’ormai fido Giacomo Triglia, che ha collaborato con Jovanotti per Alla salute! e per lo speciale Sahara Jam. Le immagini sono state girate solo poche settimane fa, quando Jova è partito alla volta dell’Africa nelle vesti di invitato speciale del Festival de L’Aïr. Questo storico raduno dei popoli tuareg, che è tornato a svolgersi quest’anno a Iferouane, ha permesso all’autore di A te di potersi esibire con leggende locali celebrate anche a livello internazionale come l’amico Bombino o i padri del “desert blues” Tinariwen. Il live tenuto il 2 dicembre nel cuore del Ténéré sahariano serviva poi anche da volano per la partecipazione degli artisti all’iniziativa Sahara Peace Hubs “Una casa per le musiche del Sahara” con l’annuncio della costruzione di un centro per la musica a Niamey, capitale del Sahel. L’obiettivo finale dell’impresa è quello di preservare e valorizzare quella stessa “musica del deserto” cui Jovanotti ha sempre prestato grande attenzione, basti pensare alla partecipazione proprio di Bombino in Si alza il vento del 2015.

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Una madeleine proustiana della nostra infanzia

In Giappone i Power Rangers erano già un piccolo culto quando, nel 1993, si decise di adattare il format in America. La versione occidentale dei nostri eroi, quella che sarebbe poi arrivata poco dopo anche in Italia, differiva in diversi aspetti dalla controparte originale. Soprattutto alle nostre latitudini si decise di limitare (a volte tagliandole brutalmente) tutte le parti più violente e controverse dello show per renderle più adatte a un pubblico di giovanissimi. La mossa, per quanto discussa, pagò se pensiamo a quanto i Power Rangers divennero icone degli anni Novanta, producendo in contemporanea un’inedita e infinita quantità di merchandising. Guardare il trailer di Mighty Morphin Power Rangers: Once & Always 30th Anniversary Special significa accettare di trovarsi di fronte a una madeleine proustiana che ci ricorda quanto l’infanzia sia passata da un po’. La scelta di Netflix di anticipare la reunion con un video che sostanzialmente si limita a dirci quanto è stato bello ritrovarsi per i membri del cast, non fa altro che giocare sull’effetto nostalgia acuendolo.

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Il battito del sole detta ancora il ritmo

Sono anni ormai che Jovanotti vive, citando il suo ultimo brano, “con solo l’orizzonte come limite”. E anche il progetto del nuovo album Il disco del sole nasce proprio da un viaggio ormai durato più di due anni attraverso strade diverse (anche metaforicamente parlando). Chissà se pure Ricordati di vivere è, al pari di un’altra hit del disco come I love you baby, dedicata a “una ragazza che deve scalare una montagna, attraversare l’oceano a nuoto, baciare un rospo in bocca senza nessuna garanzia che si trasformerà in principe”. Potrebbe esserlo visto che il pezzo è soprattutto una raccomandazione a non fermarsi, anche quando gli impegni e in generale il peso dell’esistenza sembra pronto a schiacciarci. Le ultime canzoni sono nate, almeno a sentire Jovanotti, in un periodo in cui il sole pareva “l’unica cosa stabile ovunque mi trovassi, mentre tutto il resto vacillava”. Per questo forse la sua energia, quel “battito del sole” evocato già in passato, qui si sente davvero forte, quasi quella stella così importante dovesse farci oggi di nuovo da guida come accadeva agli antichi.

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Jova ama il sole ma lo rispetta, non si avvicina mai troppo a lui rischiando di bruciarsi: è ottimista ma non per questo ambisce a traguardi troppo grandi (che pure ha già in molti casi raggiunto). In apertura di Ricordati di vivere esprime subito il suo desiderio maggiore, che non è proprio quello di una classica popstar moderna, vogliosa di accaparrarsi premi e riconoscimento sociale: la voglia di Lorenzo Cherubini è quella di “vivere le cose che verranno, connessi col respiro e senza troppo affanno”. Per questo forse le sue opere sono così facili da trasmettere al pubblico, per questo anche inni motivazionali come Ricordati di vivere suonano credibili e meno scontati di quanto apparirebbero probabilmente in bocca a un altro cantante: Jovanotti non chiede di arrivare alla luna ma rimane piuttosto felicemente sotto, a farsi scaldare dal sole senza voli pindarici in programma: ci dice che si può ancora sperare in una felicità normale, senza per forza suonare ingenui o fuori dal tempo, e combattere per raggiungerla senza essere ossessionati dal fallimento. Sono passati svariati anni da quando, insieme al grande Pino Daniele, Lorenzo ricordava di “non calpestare i fiori nel deserto” evocando “un passaparola di suoni che unisce la gente, che cerca in questo deserto un pò d'acqua da bere e la trova”. Da allora lo stesso Lorenzo è molto cambiato ma non ha mai in fondo smesso di cercare le stesse cose, di sorprendersi come un bambino per ciò che è bello senza focalizzarsi troppo sul buio che c’è attorno: in tempi oscuri Jovanotti è il corrispettivo di uno di quegli integratori che promettono “di tirarti sempre su”, anche solo ricordandoti che c’è qualcosa per cui vale la pena tirare avanti.

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