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r()t()nda di thasup e Tiziano Ferro conquista le radio e appare negli album di entrambi

Musica

Manuel Santangelo

Foto tratta dal profilo Instagram @tizianoferro

Il brano che segna l’incontro tra gli esponenti di due diverse generazioni della musica italiana sta spopolando, dando la sensazione che tra i due artisti apparentemente distanti ci siano in fondo più punti di contatto di quanto sembrerebbe a un primo sguardo

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Ci voleva l’artista precedentemente conosciuto come Tha Supreme per mettere in bocca a Tiziano Ferro versi come “No props ai fake bro” e “Non stoppo sto joint”. Uno dei duetti più interessati e inaspettati nella carriera di entrambi gli artisti si ritrova nella tracklist dei due nuovi dischi di Ferro e Thasup, che hanno deciso di inserire la loro r()t()nda nei loro ultimi lavori c@ra++ere s?ec!@le e Il mondo è nostro.

Tanti dicono “Non me lo so spiegare” (questo connubio)

I fan (e le radio) sembrano aver apprezzato questo peculiare incontro artistico che appare quasi un crash generazionale tra un ambasciatore della Generazione Z e un figlio prediletto di quel periodo musicale a cavallo tra anni Novanta e Duemila. Tiziano Ferro è molto a suo agio nel mondo di Thasup, forse più di quanto sarebbe apparso lecito soprattutto ai commentatori che hanno dimenticato i suoi inizi. È d’altra parte così lontano il cantautore di Latina dal giovane Davide Mattei? Forse no, se si pensa a brani come Xdono e Xverso (che anticipavano anche nella resa grafica del titolo un vezzo tipico di Thasup) o Rosso Relativo, che mostrava una certa cripticità in quel ritornello dal significato aperto a interpretazioni ("Il tuo è un rosso relativo senza macchia d’amore. Ma adesso canterà dentro di te per la gran solitudine"). Sarebbe ora troppo coraggioso arrivare a dire che se Tiziano Ferro venisse fuori oggi sarebbe una specie di Thasup (e viceversa) ma sicuramente Ferro dimostra con questo feauturing di essere ancora un artista capace di aprirsi al nuovo, senza disdegnare mosse poco prevedibili come le ultime collaborazioni con il rapper romano o con Ambra Angiolini.

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Tiziano Ferro, come la rotonda del pezzo, non ha spigoli e la sua morbida voce si incastra bene su ogni beat. È stato bravo a capirlo Thasup che ha messo il suo classico suono quasi “gommoso” al servizio dell’autore di Ti scatterò una foto, il quale ha quasi trasformato con la sua voce quelle parole così ostiche da comprendere per molti in gorgheggi dal sapore gospel. Ma non è solo l'interprete di Latina a cercare di adattarsi a un nuovo universo musicale: anche Thasup con brani come questo (o il precedente uNa DiReZioNe giUsTa firmato insieme a Neffa), cerca riferimenti nella musica italiana e si avvicina sensibilmente alla forma canzone. Non è più solo un rapper ma un artista fluido, che usa quando serve gli strumenti e muove il suo progetto artistico in bilico tra confini mobili che si è in parte costruito apposta lui. La collaborazione alla base di r()t()nda è nata da uno scambio virtuale ma questo non sembra un limite, quanto piuttosto una naturale evoluzione delle cose nell’ambito di una musica che attraverso lo strumento computer nasce, fluttua e in larga parte viene pure promossa. Anche il testo nasce da questo humus, parlando di relazioni eteree e difficili da leggere che fanno proliferare i “fake bro” cui vanno garantite “no proprs”. r()t()nda nasce dall’incontro tra due solitudini, racconta di paranoie e della tendenza a pensare troppo, a rimuginare e macerarsi spesso davanti a uno schermo. Tiziano Ferro con questo brano prosegue il suo riavvicinamento al mondo urban, in cui aveva mosso i primi passi grazie ai Sottotono. Questi ultimi nei Novanta portavano un suono diverso da quello del grosso della scena hip-hop italiana del periodo, sporcando i beat di suggestioni soul e r&b. Un passo avanti coraggioso più o meno come quello che compie oggi Thasup, che innova proponendo un inedito mix di ingredienti. Il Supremo un alieno sul pianeta della musica nostrana, un freak quasi senza volto, e gli va bene così. Tutto fa parte del suo c@ra++ere s?ec!@le che fa dire anche a Tiziano Ferro “Il mondo e nostro”, almeno ancora per un po’.

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