Lory Muratti: "Torno per dirvi tutto e farvi fare i conti col vostro passato"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Nicola Chiorzi
Lory_Muratti_ph

Musicista, producer, scrittore e regista, ci racconta, in un libro e un disco che portano lo stesso titolo, storie in equilibrio tra ombra e speranza, morte e rinascita. L'INTERVISTA

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

Torno per dirvi tutto è il nuovo, intenso, coinvolgente doppio progetto di Lory Muratti. Al centro del libro e dell'album c'è il delicato tema del suicidio, visto e narrato come una scelta estrema in cui possono convivere dolore e speranza. Negli otto capitoli del libro così come negli otto testi delle canzoni che condividono i luoghi, le atmosfere e i personaggi, il musicista, scrittore e regista intreccia vissuto e finzione per raccontare una storia in equilibrio tra ombra e speranza, morte e rinascita. Sullo sfondo si alternano città e paesaggi mitteleuropei, tappe del viaggio dell’io narrante ma anche dell’artista, che per scrivere il romanzo e i testi dell’album si è recato a Praga, Vienna, Parigi e sul Lago di Bled in Slovenia presso il Grand Hotel Toplice.

Lory partiamo dalla complessità del progetto: album e libro quando tutti vanno a scarnificare l’arte. Come è nato il tutto? Non temi che la skip-generation possa sottrarre attenzione al tuo lavoro?
Lo penso ma continuo a fare questi percorsi di natura umana e viscerale che nascono in modo spontaneo. La mia formula è doppia e nasce anni fa quando da un racconto estrapolavo una canzone che era poi la sua versione più di pancia. Ora quell'idea la ho fatta crescere e il romanzo è diventato album. Ci penso alla poca attenzione che potrebbe trovare ma mi dico anche che è una buona selezione all’ingresso. Ho passato i vent'anni di musica e getti l'amo dove sai che peschi chi è preposto a quel tipo di lettura e di musica. Poi posso fare anche incursioni in maniera parziale ricorrendo a un singolo.
Partiamo dal romanzo: la figura del traghettatore ricorda un po’ Caronte…dove vanno le tue anime smarrite?
Non si capisce chi accompagna chi. Forse accompagnano lui in quello che è un dono obliquo che si realizza in queste figure che non sanno vivere ma neanche andarsene. Il suicidio accarezza il progetto e trasforma un tabù in un qualcosa di cui possiamo parlare narrandolo e si stempera nel dialogo e nella musica; quello che ci fa paura è più facile che accada se però si fa emergere con una dinamica da fiction narrativa è possibile portare la narrazione su un qualcosa che di solito omettiamo. In questo caso il protagonista non si riconosce più perché è mancato il padre.
Ecli e i nemici invisibili danno alla narrazione una nota assurda, direi quasi beckettiana: ti ritrovi?
Me la porto dietro da anni. Ci sono caratteristiche in quello che faccio che mi seguono da una vita: ho un piccolo universo letterario, Ecli, che viene da Eclissi, era già apparsa in Valido per Due, il mio primo libro. In generale incontriamo presenze non del tutto reali.
Nella presentazione dell’album ricorri al concetto di Mitteleuropa: esiste ancora? E’ mai esistita?
Esiste in certi contesti che sono più indietro, lì intravvedi ancora un po’ di quella sensazione. Non avendo vissuto gli anni Venti che ne sappiamo noi di quello che è stata? Io la ho intuita frequentando luoghi fuori dal tempo, incontrando personaggi assurdi.
Viola è un brano sliding door tra notti per naufragare e giorni per ricominciare: Viola è la confusione di oggi?
Assolutamente sì e c’è una forte componente nel brano e nel disco della confusione intesa come smarrimento di contenuti. Viola stessa è smarrita non solo dai tempi ma dall’esistenza che conduce, è una delle anime che chiedono l’aiuto del protagonista per andarsene.
Praga è la Moldava ma anche Malastrana, è magia e fascinazione: ti senti un alchimista della vita?
Difficile definirsi tale di certo la mia arte la vivo in maniera un po’ alchemica. Mi chiedo il senso di certe mie scelte che cominciano a diventare quasi irreversibili visto che ho varcato la soglia dei quarant'anni: a venti puoi rischiare sapendo che hai il tempo per rimediare. Ora invece devi sperare che tutto vada bene e si possa continuare. C’è anche il tema della sopravvivenza. L’equilibrio tra tutte le parti mi permette di essere quello che ho deciso di essere.
La follia di Vienna ti segue ovunque o è solo asburgica?
Lì la sento molto. La trovo algida nella sua follia. Ognuno si crea una sua immagine, legata all’immaginario e alle aspetttativ nei luoghi dove andiamo. A Vienna io sento che tutto può accadere, percepisco un ribollio sotterraneo e ballerino sotto una quiete apparente. La città respira e diventa protagonista dell’azione.
Ti inquietano, o emozionano dipende, di più le lettere mai scritte o quelle scritte ma mai spedite?
Quelle mai spedite: sono come il romanzo nel cassetto o il disco mai pubblicato. La vedi e ha un ruolo fisico e non è presente solo nella mente.
Alla fine ti sei dato una risposta alla domanda: dove è la nostra cultura?
Il quesito si è aggiunto sul finale ed è figlio degli accadimenti degli ultimi due anni. Noto una perdita di valore in ciò che siamo oltre che in ciò che facciamo. So di essere nostalgico ma percepisco una forma di decadenza. E’ un cambio di scenario, fatico a riconoscere la nostra cultura, che è anche una questione di sensibilità: che fine ha fatto, mi chiedo spesso.
Nell’insieme mi sembra un album di assenze, di vuoti, di fantasmi, di un senso vacuo dell’attesa come quello del capitano Drogo: è il solo modo per cancellare, simbolicamente, i tatuaggi che porti?
Il grande tema dell’assenza è fondamentale. Parlarne è il solo modo per riempire i vuoti dell’esistenza. Pensa ai protagonisti del Grande Gatsby che si chiedono come passeranno la vita. E’ un modo per cancellarne segni che rappresentano la dolorosa coscienza che la vita è un unicum di vuoti che si susseguono.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Il 5 gennaio esce un nuovo singolo, Gli Invisibili, che è impreziosito dal duetto con Cristiano Godano ed è legato a Praga, anche il video è stato girato lì. Poi salirò sul palco con una formazione modulare: prima saremo in due e poi si aggiungeranno altri musicisti e creeremo diverse situazioni live.

Spettacolo: Per te