Partendo dalla piccola Val di Sole, passando per X Factor, a distanza di due anni dal suo primo omonimo album, che ha superato i 3 milioni e mezzo di ascolti su Spotify, la giovane artista trentina torna con un nuovo, intenso lavoro. L'INTERVISTA
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In queste stanze piene è un viaggio di undici tracce in una casa disordinata accompagnati da Caterina Cropelli. Servono coraggio e trasparenza per aprirle quelle stanze, togliere la polvere e trovare i nuovi passaggi segreti. La fascinazione di questo album sta nel fatto che il non sapere dove andare spesso fa incontrare le persone giuste. Caterina, uno dei talenti più cristallini passati per X Factor (GUARDA LO SPECIALE) entra in sintonia con noi attraverso una scrittura allegorica e allegra, con melodie fresche di stanze finalmente areate, dove alloggiano orchestrazioni leggere, a volte elettroniche, a volte rivoluzionate da chitarre piene. Un viaggio tra leggerezza, empatia, sensibilità e consapevolezza, un turbinio di emozioni che confermano l’impronta delle canzoni di Caterina, che come un arcobaleno restano sospese tra la pioggia e il sole.
Caterina partiamo da quando è nata la necessità di entrare in queste stanze piene e come ci hai lavorato.
Nasce dal mio inconscio e dal fatto di volere realizzare un secondo disco, dopo quello che porta il mio nome, volendo io vivere di musica. Poi ho voluto togliere le aspettative, che magari sono solo mie e sono comunque un limite mentale e dunque ho scritto per me. Ma il bello di questo lavoro è che spesso le emozioni che descrivi combaciano con quelle degli altri.
Causa Affetto mi trasmette un senso di precariato tra l’anno in più, il meno coraggio e la casa in affitto: non è che l’affetto non sempre fa bene?
In questi due anni sono successe tante cose, le stanze si sono riempite. E’ un gioco di parole, ho compreso di avere relazioni amorose difficili, sono un po’ un un disastro in quell'ambito. Il problema sono io e devo avere più coraggio in generale, assumendomi delle responsabilità. Spesso l'esperienza della crescita non la usiamo nel modo giusto perché non ci togliamo del tutto dalle nostre gabbie, da piccoli si è più incoscienti. Bisogna avere più cura dell’affetto e io per prima devo dare un po’ di più.
Quando è stata l’ultima volta che hai parlato con la tua coscienza? E che vi siete dette?
Tutti i giorni ma la ignoro. Magari questa storia la risolvo nel prossimo disco. Dovremmo ascoltarci di più perché l’inconscio arriva prima di noi.
Dimmi una promessa che hai lasciato in un parcheggio.
C'è ma non la posso dire…è come fosse un sogno nel cassetto.
La domenica senza l’America è la sepoltura del sogno americano?
Probabilmente sì. Chissà da dove è uscita quella frase! Almeno il mio sogno americano finisce qua.
Povera Me: in questo periodo della tua vita sei coerente oppure illogica e predisposta a selfie alcolici? Poi in Non e Vero Che il braccio di ferro è tra colpa e ragione. Ti piace la lotta tra gli opposti? La risposta è in Abitudini dove dici di non avere le mezze misure?
Vivo un periodo un po’ particolare e faccio a cazzotti con me stessa. Da Ariete sono molta diretta e coerente ed è stancante combattere con me stessa. Ma cerco di aggrapparmi alla mia stessa coerenza che è sempre stata la mia ancora di salvezza. Che non significa non sbagliare ma dallo sbaglio bisogna imparare e non scivolare nel vittimismo. Ma a volte la mia coerenza latita.
Ti fa più paura l’idea di diventare grande o di invecchiare? Anche perché la verità è che ogni mattina ti svegli con una età diversa.
Ognuno di noi ha dentro età diverse ogni mattina che si sveglia. A volte me ne sento di più, altre mi dico che dovrei fare valere i miei 26 anni e non sentirmene dieci di meno.
Abitudini sembra una filastrocca. Per te sono confort zone o da sradicare?
Soprattutto confort zone poi gli strappi ci sono, fanno male ma per me sono definitivi. A volte per salvarti devi uscire da una situazione.
Come si corre nella vita senza carrozza e senza principe?
Senza distrazioni. Se sono felice la carrozza la rimedio, il principe è un po' più difficile.
Se per chiudere una storia ci vuole il doppio d’amore…per farne nascere una nuova quanto ne serve? E poi quando devi affrontare una discussione prima fai una doccia e ti prepari le risposte e le domande?
Ce ne vuole meno, è più facile farlo nascere un amore che che chiuderlo. In quegli anni è nato così tanto amore e bisogna dargli rispetto anche nel momento della chiusura. In realtà uno si innamora ogni giorno anche di un paesaggio. Poi è vero, io non sono brava a discutere e la risposta giusta mi viene sempre sotto la doccia, lì è tutto un potevo dire!
Cosa ti ha spinto a mettere nell’album la prima canzone che hai scritto nella tua vita, Sempre più Piccola?
Per il primo disco, quello col mio nome, mi è sembrata più acerba, nel tempo avevo scritto canzoni più mature. Quando ho ripreso a cantarla live mi ha fatto capire che faceva bene alle persone e ora ha avuto la sua occasione.
Se ora ti chiedo dove abiti, che indirizzo mi dai? Il trasloco interiore è terminato?
Il trasloco è sempre presente nella mia esistenza, sposto spesso gli organi vari, a partire dal cuore. Ora vivo a Trento.
Che accadrà nel tuo 2023?
Sono circondata da persone che lavorano per me col cuore. Desidero portare in giro i miei due album e ritagliarmi spazi per scrivere, leggere, guardare il mondo e descriverlo.