Green Day, ecco un'edizione speciale di Nimrod per festeggiare i 25 anni dell'album

Musica

Manuel Santangelo

©Kika Press

La band californiana celebra l’album che ha permesso una decisiva svolta nella carriera del gruppo. Il cofanetto, che contiene anche materiale inedito, fotografa perfettamente il momento in cui i Green Day decisero una volta per tutte di diventare “grandi”

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Si può festeggiare un album, anche se non ha rappresentato il tuo miglior risultato commerciale o il riconosciuto picco della tua carriera a livello artistico? Sì, almeno se il disco in questione è stato un punto di svolta per il tuo modo di fare e concepire la musica. Lo pensano anche i Green Day che hanno annunciato l’uscita di una special edition del loro lavoro dato alle stampe nell’ormai lontano 1997. Nimrod venticinque anni fa dimostrava che Billie Joe Armstrong e compagni potevano (e forse dovevano) distaccarsi una volta per tutte dal punk caciarone che li aveva contraddistinti. Fu un autentico turning point per la band californiana, che venticinque anni dopo è pronta a celebrare quei tempi.

One, 25 Guns

Il cofanetto per i 25 anni di Nimrod ha all’interno più o meno tutto ciò che si è soliti inserire quando si decide di compiere un’operazione del genere. Nimrod 25 - 25th Anniversary Edition include l’album originale, un cd con diverse demo inedite e la registrazione di un concerto tenutosi all’Electric Factory di Philadelphia il 14 novembre 1997, esattamente un mese dopo l’uscita dell’album. Tra le venti canzoni suonate durante quel live c’erano ovviamente brani presenti nell’ultima fatica discografica del gruppo ma anche vecchi successi, quasi a fotografare ancora meglio quanto i Green Day in quel periodo si trovassero ancora in mezzo a un guado. Anche i pezzi presenti nel cd di demo fotografano bene questa situazione, alternando brani abbastanza “classici” dei primi tempi del gruppo (l’inedito You Irritate Me) e cover di delicate ballate (si veda la riproposizione di Allison di Elvis Costello). La band era chiaramente ancora indecisa se continuare con un certo punk sguaiato o cercare nuove strade, come accadeva di fatto già in Nimrod. Se alla fine si decise di propendere in maniera definitiva per la seconda opzione fu anche per il successo quasi istantaneo del lavoro del 1997, che arrivò alla fine a essere certificato triplo platino negli Stati Uniti.

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It's something unpredictable but in the end, it's right

I Green Day decisero di smetterle di essere la classica band punk rock americana che faceva canzoni su party infiniti e spinelli quando capirono che quel filone si stava esaurendo. Il gruppo era esploso con Dookie ma già il più introspettivo Insomniac faceva capire che ripetere all’infinito la stessa formula non era nelle intenzioni dei tre ragazzi californiani. Possiamo dire oggi che si trattò di una mossa anche coraggiosa, perché compierla significò di fatto voltare le spalle a quella scena punk che li avrebbe bollato per sempre come “venduti”, ma quantomai necessaria. I Green Day non potevano giocare a fare i ragazzini festaioli per sempre. La loro stessa esistenza ormai li poneva di fronte alle difficoltà della vita adulta e, non a caso, avevano annullato a un certo punto le ultime date del tour di supporto a Insomniac proprio per tornare dalle loro famiglie. Il trio non sarebbe mai arrivato alle vette di consapevolezza e creatività dei loro idoli (i Clash) ma Nimrod certificò comunque la voglia di uscire definitivamente da una nicchia punk, proponendo singoli come Redundant (un pezzo decisamente più orientato verso il rock) e Hitchin'A Ride, che strizzava l’occhio allo swing. Se però oggi Nimrod è ricordato anche dai non fan del gruppo di Berkley buona parte del merito va tuttavia a una canzone in particolare.

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Another turning point, a fork stuck in the road. Time grabs you by the wrist, directs you where to go

Se siete nati negli anni Novanta probabilmente uno dei primi brani che avete provato a strimpellare con una chitarra è Good Riddance (Time of Your Life) dei Green Day. La canzone fu piazzata in chiusura del disco ma divenne la hit principale che trascinò il successo di Nimrod, arrivando da sola a  vendere 5 milioni di copie negli USA. Si trattava di un brano inedito per il gruppo, un momento acustico che era rimasto a lungo chiuso nel cassetto. Billie Joe Armstrong aveva composto Good Riddance ai tempi di Dookie, dopo essere andato a una festa a Berkley. “Un gruppo di studenti del college cantava canzoni passandosi una chitarra acustica – racconterà in seguito il frontman della band a Rolling Stone – Ho pensato ‘Accidenti, dovrei provare a comporre una canzone acustica’. Così ho composto questo pezzo che parla della mia ex ragazza e della fine della nostra storia”. Il pezzo piacque subito a tutti ma c’entrava poco con il sound della band in quel periodo e fu scartato, prima di venire ripescato durante le registrazioni di Nimrod. Quella canzone così malinconica, che iniziava proclamando: “Un altro punto di svolta, un bivio incastrato nella strada. Il tempo ti afferra per il polso e ti indica dove andare”, fotografava benissimo il momento della band. Da Nimrod in poi i Green Day avrebbero iniziato un percorso che li avrebbe portati a essere sempre più maturi e impegnati, arrivando a toccare l’apice del successo con l’iconico e caustico American Idiot. Nulla però sarebbe stato possibile senza quel momento di crisi che portò a una decisiva svolta venticinque anni fa. Ora i Green Day possono celebrare il “tempo delle loro vite” che invocavano un quarto di secolo fa senza rimpianti.

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