John Frusciante annuncia l'arrivo di due album da solista dopo un anno di fuoco con i RHCP

Musica

Manuel Santangelo

©Getty

Dopo i due album di successo con i Red Hot,  Frusciante è pronto a tornare da solo con due nuovi lavori più sperimentali. I e II usciranno nel febbraio 2023 e saranno figli delle nuove passioni musicali (e non) del leggendario chitarrista

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Che John Frusciante sia in uno dei suoi periodi di maggior creatività lo si era intuito. Racconta Anthony Kiedis che, dopo l’ultimo ritorno nei Red Hot Chili Peppers, il leggendario chitarrista era un fiume in piena di idee: “Continuava a tirare fuori spunti uno dietro l’altro, alla fine avevamo così tante canzoni che io dovevo pensare a dei testi da scrivere anche mentre tornavo a casa in macchina. Non era mai successo”. La straripante voglia di creare di Frusciante ha fruttato un ritorno in grande stile per i Red Hot, riportati in vetta alle classifiche con ben due album nell’ultimo anno. La vena da sperimentatore dell’artista non poteva però fermarsi a questi successi: “Dopo aver passato un anno e mezzo a scrivere e registrare musica rock, avevo bisogno di schiarirmi le idee”, ha confessato Frusciante che ha trovato una nuova valvola di sfogo nell’ennesimo coraggioso progetto solista. Il musicista ha annunciato che a febbraio 2023 usciranno due album, intitolati semplicemente I e II, che gli permetteranno di battere di nuovo strade inedite.

Un artista cresciuto

John Frusciante è rientrato nei Red Hot Chili Peppers nel 2019, compiendo una mossa che ha giovato sia alla band sia a se stesso. Oggi il chitarrista dice che l’ennesimo ritorno con i RHCP è stato “un modo terapeutico di ritrovare un equilibrio”. Un passo necessario anche per permettere la crescita del Frusciante artista solista che, dopo undici dischi e 7 Ep autoprodotti e registrati in casa, aveva bisogno di ritornare alle radici della sua musica. Senza il lavoro con i Red Hot, senza un ritorno a quel rock “che non era nemmeno più certo di saper suonare”, non sarebbero mai esistiti I e II.  Paradossalmente il musicista ha avuto bisogno di fare un passo indietro, mettendo il suo famigerato “Frusciante touch” a disposizione di un progetto più grande per ritrovare se stesso come artista. Come dice lui stesso: “Non importa quanto sei bravo, tecnico o veloce, la vera abilità del chitarrista è fare suonare bene la band”. Poter mettere da parte certe pulsioni egocentriche per semplicemente “far funzionare il gruppo” ha avuto alla fine risvolti quasi terapeutici.

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Una musica che cerca solo di esistere

Frusciante oggi è un artista maturo, lontano anni luce da quel ragazzo che agli esordi cercava costantemente di stupire perché non aveva “abbastanza fiducia” in se stesso. In I e II promette di non cercare trucchetti o sorprese per incantare il pubblico. L’idea alla base dei nuovi dischi è al contrario quella di proporre dichiaratamente una musica che “cerca solo di esistere e non tenta di di manipolare o afferrare l'ascoltatore in alcun modo”. Quelle incluse in questo album saranno tracce in grado di adattarsi al contesto e di suonare bene sia ad alto volume sia come sottofondo. Da come ne parla Frusciante, il primo riferimento che viene in mente per inquadrare le sue nuove composizioni è una certa musica ambient che ha prodotto capolavori come Music for Airports. Non è un caso che proprio Brian Eno sia stato citato tra gli ispiratori di I e II, assieme ad altri grandi nomi come John Lennon, Jimi Hendrix o il David Bowie di Station to Station. John Frusciante ha cercato spunti in ogni luogo, ascoltando inoltre anche compositori come Bernard Parmegiani o Chris Watson. La ricerca di nuove idee lo ha portato addirittura a studiare altri linguaggi come la pittura e la scultura, alla costante ricerca di una musica che riuscisse a coniugare concetti antitetici tra loro come movimento e immobilità. “Mi sono astenuto da cambi musicali improvvisi, soprattutto evitando sequenze di note e ritmi. In effetti, questa musica è stata composta da sequenze che non superano mai una singola nota, molti di questi brani sono realizzati seguendo un unico schema”, ha raccontato l’artista chiarendo definitivamente le sue grandi ambizioni artistiche.

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Frusciante stavolta non lascia, anzi raddoppia

La sicurezza che ha assunto negli anni gli hanno permesso di puntare davvero in alto, arrivando a sfiorare vette che egli stesso non credeva di poter raggiungere: “Ascolto musica come questa da quando avevo circa 13 anni, ma sentivo che farla era fuori dalla mia portata a causa della quantità di moderazione che immaginavo richiedesse. Una volta che mi sono ritrovato a fare questa musica, non mi è sembrata affatto una questione di moderazione. Volevo costruire un certo tipo di ambiente e sentire certi tipi di movimento, e sapevo quando era completo”, ha spiegato. I e II non raggiungeranno presumibilmente i numeri di vendita dei suoi lavori con i Red Hot Chili Peppers ma la sensazione è che a John Frusciante questo non interessi affatto: lui vive per la musica e sa benissimo che, senza la sua voglia di sperimentare, non esisterebbe quello che fa con la band e viceversa. Ogni aspetto alimenta l’altro. Forse il modo migliore per godersei John Frusciante è prenderlo così com’è, un artista che “contiene moltitudini” e che chiede solo di poter continuare a cerare arte “che cerca di esistere”.

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