I Red Hot Chili Peppers sono primi in classifica con due album diversi nel 2022

Musica

Manuel Santangelo

Con Return of the Dream Canteen la band californiana bissa il primo posto nelle classifiche americane, già raggiunto pochi mesi fa con il precedente album Unlimited Love. Un grande ritorno per Flea e soci che così diventano il primo gruppo a portare due lavori diversi in cima alle chart dal 2005

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Forse abbiamo sottovalutato John Frusciante. Non tanto come musicista, visto che nessuno si sognerebbe mai di metterne in dubbio le fantasmagoriche capacità alla chitarra. Più che altro la sensazione è quella di aver preso un po’ sottogamba il peso del suo apporto sulla creatività dei Red Hot Chili Peppers. L’uomo che con il nome leggermente storpiato è entrato nelle adolescenze di milioni di lettori di Jack Frusciante è uscito dal gruppo è probabilmente uno dei segreti del recente traguardo tagliato dalla band californiana: due dischi diversi in cima alle classifiche americane nello stesso anno, un successo che non si vedeva da quasi due decenni e che forse non sarebbe stato possibile senza l’ennesimo ritorno del chitarrista.

Tell me, baby, what's your story

I Red Hot Chili Peppers sono tornati alla grande dopo quasi un decennio di stasi. I'm With You del 2011 e The Getaway (arrivato cinque anni dopo) avevano ben performato in termini di vendita ma senza esaltare critica e pubblico. L’ultimo disco della band capace di sfiorare l’empireo risaliva ormai addirittura al 2006 ed era stato un progetto paradossalmente più ambizioso dei due che lo avrebbero poi seguito: il doppio album Stadium Arcadium. I RHCP sentivano la mancanza di qualcosa in grado di riaccendere di nuovo l’antica magia e non ci misero molto a capire quale fosse l’ingrediente segreto da riportare a casa: John Frusciante. Dopo un trionfale ennesimo ritorno live nel 2019, il virtuoso chitarrista completa ora il suo comeback tornando a proporre nuova musica con i vecchi sodali. Ci ha messo davvero poco per ricreare la stessa inimitabile alchimia del passato, quella che oggi porta risultati per alcuni ormai impronosticabili.

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A onor del vero quello di Frusciante non è stato l’unico grande ritorno nella famiglia dei Red Hot. In studio c’è infatti di nuovo a muovere i fili il leggendario Rick Rubin, già produttore di alcuni dei capolavori più importanti del gruppo a partire dal disco della svolta, Blood Sugar Sex Magik del 1991. Con questa formazione i Red Hot Chili Peppers hanno lasciato perdere sperimentazioni avventate e sonorità nuove, riportando indietro le lancette del tempo. Da quei mesi in studio sono nate una trentina di canzoni che poi sono diventate il corpus di due lavori diversi, usciti a pochi mesi di distanza ma con la stessa radice inconfondibile alla base: Unlimited love e Return of the Dream Canteen, i due mattoni che hanno sancito il grande ritorno di una delle ultime grandi rock band del Pianeta.

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Unlimited Love e Return of the Dream Canteen non sono dischi dal sapore inedito ma al pubblico è sembrato interessare relativamente, anche perché quel sound “liquido” e funk nel frattempo non è riuscito a copiarlo davvero nessuno. C’era forse bisogno nel mondo della musica di questo, di un gruppo ispirato in grado di presentare due dischi da quasi trenta canzoni in tutto, fregandosene delle logiche di mercato. Un album ad aprile e uno ad ottobre, come se non vivessimo in un periodo storico in cui il concetto di disco da ascoltare sembra essersi sciolto al sole della California. Tante canzoni registrate una dopo l’altra, senza che nessuna venisse percepita dalla band come una b-side. Il comunicato diramato dai Red Hot al momento del lancio di Unlimited Love suona a rileggerlo ora quasi come un manifesto programmatico: “Il fatto che noi quattro vagassimo in un tempo e in un luogo meno definiti del solito ha portato a più musica. La tenace scrupolosità di John nel trattare ogni brano ci ha aiutato a realizzare più materiale di quanto ne potessimo utilizzare. In un mondo in cui la pubblicazione di un singolo brano è lo standard, noi abbiamo deciso di pubblicare un doppio album. Ci sentiamo bene”.

Tutta la gioia profusa in questi lavori produce adesso un risultato storico: due dischi diversi al numero uno delle classifiche statunitensi nell’arco di un anno. Gli ultimi a raggiungere certe vette erano stati i System of a Down, autori della doppietta formata da Mezmerize e Hypnotize nel 2005. Si trattava però di opere decisamente diverse, per tematiche affrontate e anche per il momento in cui arrivavano nella storia della band. Oggi i Red Hot Chili Peppers si godono la loro ennesima resurrezione artistica, si sentono bene e noi con loro. D’altronde è difficile trovare un altro gruppo che non ti faccia sembrare l’adolescenza troppo lontana.

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