Il secondo brano estratto dal prossimo album The Return of the Dream Canteen è un palese omaggio a una leggenda del rock
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A volte le canzoni nascono in pochi minuti. È il caso di Paranoid dei Black Sabbath o di Rock and Roll dei Led Zeppelin, che la leggenda narra essere stata scritta in appena un quarto d’ora. A volte un brano può avere una gestazione breve perché magari l’ispirazione per crearlo nasce in un momento ben preciso (e sembra subito chiaro quale sarà il tema alla base del pezzo). Racconta il cantante Anthony Kiedis che il giorno dopo la morte di Eddie Van Halen, avvenuta il 6 ottobre 2020, Flea si sia presentato in studio con una linea di basso fantastica e che al resto del gruppo sia venuto automatico venirgli dietro. Dovevano lasciare un tributo a uno dei più grandi chitarristi della storia, era chiaro a tutti i presenti, ma non c’era ansia da prestazione in nessuno di loro. Tutto nacque in maniera naturale. Oggi, a due anni di distanza, possiamo finalmente ascoltare questo sentito omaggio che è stato intitolato semplicemente Eddie.
Red Hot for teacher
Eddie è il secondo estratto che anticipa l’album The Return of the Dream Canteen, in uscita il prossimo 14 ottobre. Il disco rappresenta un ritorno alle origini per i Red Hot Chili Peppers. Nel presentare la loro ultima fatica i membri della band hanno detto: “Siamo andati alla ricerca di noi stessi come abbiamo sempre fatto. Solo per il gusto di farlo, abbiamo suonato e imparato alcuni vecchi brani. In breve tempo abbiamo iniziato il processo di costruzione di nuove canzoni. Una bella chimica che ci ha fatto compagnia centinaia di volte durante il nostro percorso. Una volta trovato quel flusso di suoni e visioni, abbiamo continuato a lavorarci”.
I Red Hot per ritrovare l’alchimia migliore sono tornati ad affidarsi a Rick Rubin, il produttore dietro i loro maggiori capolavori, e hanno riportato di nuovo nei propri ranghi il chitarrista John Frusciante (quello che uscendo dal gruppo aveva ispirato anche il titolo di un romanzo generazionale).
Frusciante è al secondo album dal suo ritorno ormai tre anni fa e la sua partecipazione è decisamente importante in un brano che è prima di tutto un sentito grazie a un uomo che, con il suo strumento, sapeva fare magie.
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Eddie California
Flea aveva scritto un messaggio bellissimo all’indomani della scomparsa del grande artista: “Dio benedica Eddie Van Halen e il suo splendido cuore così creativo. Un ragazzo di L.A., un vero rocker. Spero che tu stia facendo una jam session con Jimi. Attraversa le porte e vai dall’altro lato, fratello mio”. Come ricordava il bassista dei Red Hot Chili Peppers, Van Halen era un ragazzo di Los Angeles anche se non era nato in zona. Poteva essere considerato, per sua stessa ammissione, la personificazione del sogno americano. Van Halen era arrivato in California con i genitori da Amsterdam ancora bambino e lì aveva avuto un primo avvicinamento alla musica, prima provando con la batteria e poi trovando il suo posto nel mondo con la chitarra.
Il brano Eddie racconta proprio la storia di questo ragazzino e “parla dei suoi primi giorni sul Sunset Strip” pur senza citarlo per nome e cognome. La canzone è anzi scritta come se a farci il resoconto di tutto fosse lo stesso giovane Eddie Van Halen, il quale nel ritornello chiede di essere ricordato in primis per la sua eredità musicale. “Alla fine, la nostra canzone non vuole far altro che chiedere di ricordare Eddie non perché è morto ma perché ha saputo vivere i suoi sogni più grandi”, hanno detto i Red Hot Chili Peppers. Un gruppo che ci piace anche perché sa omaggiare chi ha avuto il coraggio di sognare in grande.