Paola Bivona mette in musica la nostalgia in Nessuna Onda: il video

Musica

L'ide di queste immagini parte dall’idea di una persona sola nella sua casa/stanza, che aspetta qualcosa o qualcuno

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Il video di Nessuna Onda è diretto e montato da Margherita Cammelli per l’etichetta Shed626. Il lavoro nasce dall’idea di voler riportare nelle immagini la sensazione principale del testo del brano, ossia la nostalgia. Nostalgia per qualcuno o per qualcosa. Nostalgia per luoghi che forse non abbiamo mai visto, ma che avremmo voluto vedere. Emozioni che vorremmo provare ma che nemmeno un’onda, nonostante arrivi sempre a riva e a una meta ben precisa, non potrebbe mai farci provare. Con Mattia Salvadori, produttore del brano, abbiamo pensato a lungo a cosa avremmo voluto che uscisse fuori da queste immagini, cosa avremmo voluto comunicare visivamente. Fin da subito siamo stati molto allineati anche sull’estetica del progetto. Stavolta non ci interessava “raccontare” una storia, e non era così intuitivo mettere nero su bianco la tematica del brano. Abbiamo dato degli input a Margherita, che ci ha subito capiti, e insieme ci siamo messi a sviluppare il tutto.

Siamo partiti dall’idea di una persona, sola nella sua casa/stanza, che aspetta qualcosa o qualcuno. Non ci interessava il perché o dove, la cosa importante era che uscissero le sensazioni della protagonista e del brano. Margherita ci ha supportato anche con diverse intuizioni originali come quella di proporci di usare come elementi principali del video un vecchio proiettoree delle diapositive. Aiutandoci a caratterizzare e rendere visibile in qualche modo anche i miei gusti più vintage. In ogni scena io, che interpreto la persona in questione, guardo con nostalgia le proiezioni immaginando di ricordarmi di tempi lontani e vissuti (o forse mai vissuti). Ci siamo voluti soffermare sulle espressioni, sui dettagli della mia persona, su tanti particolari, proprio a voler dare poco significato al contorno, al contesto e all’ambiente circostante. Per noi era molto importante lasciare questo tipo di attenzione a chi vedrà il video. In questo ha giocato un ruolo molto importante anche il lavoro della makeup artist Serena Sbrana. Per quanto riguarda le luci, abbiamo preferito tenerle quasi “soffuse”, con molte ombre e solo dei tratti e fasce luminose a evidenziare soltanto alcune zone. Molto minimali, tutte esclusivamente artificiali, evidenziando pure il fatto che è sera. Questo perché volevamo far immergere chi lo guarda in una sensazione intima. Non è stato semplice riuscire a far venire a galla anche visivamente delle semplici idee che avevamo in testa. Secondo me, una delle vittorie del video sono senza dubbio le inquadrature. Margherita ha reso alcuni dettagli parte integrante della scena senza che sovrastassero il resto.Per esempio, la presenza del proiettore è costante: è il margine di alcune scene, è il riflesso sul mioviso in altre, sono le immagini proiettate su di me. Rispetto al videoclip di “Semplicemente” è tutto meno lasciato al caso, molto più ponderato. Alcune cose ben pianificate e altre arrivate da intuizioni sul set. Anche il montaggio di Margherita non è stato per niente banale. Non essendoci una storia da raccontare (come nel video di “Semplicemente”) cercare il coinvolgimento visivo è stato ben più difficile. Alla fine no isiamo molto soddisfatti di quello che è uscito, credo che rispecchi molto il brano, la sua natura, il progetto, spero piacerà anche a voi!

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