Elisa in concerto con Dardust: "A Natale regalate alberi, così si costruisce il futuro"

Musica

Fabrizio Basso

Pieno di emozioni con An Intimate Tour, progetto nato in estate (quasi) casualmente. LA RECENSIONE della prima data di BOLOGNA

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Elisa
e Dardust...e chi lo avrebbe mai sperato. Da una partecipazione dell'artista friulana a una serata benefica organizzata da Dario "grande cuore" Faini nella sua Ascoli Piceno è germogliato un progetto di una fascinazione unica. Si aggiungono a alla coppia Andrea Rigonat alle chitarre e poi agli archi Caterina Coco (primo violino), Alessio Cavalazzi (violino), Matteo Lipari (viola), Valentina Sgarbossa (violoncello) e Simone Giorgini (contrabbasso). L'inizio è avvolto da una atmosfera magica, dickensiano, e ha un avvio...Duality, vibrante e ruvido, che poi Dardust rende dolce e arriva Elisa di nero vestita, molto femminile, si siede e il piano di Dardust rende fucsia il palco mentre si levano le note di Come Te Nessuno Mai. La Silent Song è Promettimi, che è un vero atto d’amore e per aumentarne la sacralità chiede il primo aiuto al pubblico che non si fa cogliere impreparato.

Anche fragile ha un incipit poetico: tienimi su quando sto per cadere…la forza è fragilità che attraverso la voce di Elisa diventano emozioni. Ora si alza e allarga le braccia come una dea pagana per trasformare la debolezza in energia. E per restare nel rimeggiare è il momento di Una poesia anche per te cui segue Labyrinth: qui gli archi ci trascinano in questa canzone dolcissima che trasforma Elisa, sul finale, in un gesticolante direttore di un coro di 1750 persone, tante sono quelle che colmano l'Europauditorium di Bologna. Con Un filo di seta negli abissi cala in sala il silenzio per questa canzone melanconica che cerca dove si è rotto il filo che ci univa. Gli arrangiamenti trasmettono quella giusta sensazione nervosa che popola gli abissi dove non c’è coraggio perché si è perso. No Hero è un gemma di world music che il pubblico apprezza e canta estasiato dagli acuti di Elisa. Ora si sale in alto, si dispiegano le ali del cuore con L'anima vola che plana su di noi come una carezza e sviluppa un coro da stadio: "Bologna sento la vostra energia arrivare qui! Qualcosa che non c'è ce la mostra raccolta, quasi piegata sulla sedia, poi allarga le braccia e pare uno sparviero dell’anima.

Virginia Bettoja

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L'invito adesso è scatenarsi, suggestione che raggiungerà l'apice nel finale quando buona parte del pubblico si assiepa festante sotto il palco, e lo fa con la sua Seta: "Balliamo un po’", urla e poi si trasforma in una ballerina di charleston, una soubrette da avanspettacolo ironica e sensuale. Il sipario si chiude e quando si riapre ci accoglie Dardust, quasi wagnerianamente. Partendo dal suo fresco e creativamente libertino doppio album Duality ci fa attraversare le quattro stagioni partendo dall’inverno. Circa dieci minuti di una bellezza stordente, con un finale tra snap e mani e piedi che battono. Eppure sentire (un senso di te) ci restituisce Elisa per il secondo atto dell'An Intimate Tour che attraverso un gioco di luci trasmette una voglia di vita immensa. "Andiamo a Sanremo ma non quest’anno": con queste parole Elisa presenta O forse sei tu e che emozione questa vertigine che non fa più paura. Ricorda che Se piovesse il tuo nome nasce qui, scritta da Calcutta e Dardust. E' sempre più padrona del palco. Con Luce (tramonti a nord est) ricorda che "torniamo a Sanremo" e come il vento tra gli alberi…parlami! Geniale Gli ostacoli del cuore. Con un avvio quasi country che poi vola su livelli sonori da Teatro della Scala. Il finale è della sua stagione anglofona ma la lingua del Bardo si Stratford on Avon non è un ostacolo: prima c'è Stay e poi Together, dove il piano di Dardust si fa tempestoso con suoni cupi e netti, quasi geometrici come solo lui sa creare. E c'è un dolce ricordo di Faron dei Prefab Sprout. Il finale è festivo con una commovente Stille Nacht, Heilige Nacht: Elisa è seduta al piano con Dardust e anche un po’ "molesta" nel saltellare su qualche tasto a d’altra parte è Natale e ci sta che madame Toffoli faccia per qualche secondo la Grinch. Poi si alza ma entrambi restano sotto un cono di luce per quello che è un piccolo capolavoro che il pubblico ascolta ammutolito. Il commiato è con A modo tuo: "Questo è il mio ultimo messaggio di sostenibilità per quest’anno, regalate alberi, piantatene...è un modo importante per prendere tempo e per darne alle generazioni future. Questo ultimo messaggio è per tutti, non può più essere solo per i bambini come nell'idea originaria della canzone…Bologna sempre avanti a modo tuo!".

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