Niccolò Fabi, esce l'album Meno per Meno: "Racconto le stagioni della vita con coraggio"
MusicaVenerdì 2 dicembre esce in doppio vinile, CD e digitale il nuovo progetto artistico dell'artista romano. Celebra i suoi 25 anni di carriera. Pur non essendo un disco live, l’origine del progetto ha il suo motivo ispiratore nel concerto dello scorso 2 ottobre all’Arena di Verona
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Il sorriso è figlio della melanconia. Ne genera sempre di nuova. E questa progenie si respira per l'intero album Meno per Meno di Niccolò Fabi, che ospita dieci canzoni, sei già sentite mentre quattro sono nuove, e oltre a testimoniare un nuovo momento artistico dell'artista romano, che proprio sul crepuscolo dell'ultima estate con un concerto monstre all'Arena di Verona ha celebrato i suoi 25 anni di carriera, evidenzia il lungo e accurato lavoro di orchestrazione, e in alcuni casi di riscrittura realizzato insieme al maestro Enrico Melozzi e alla sua Orchestra Notturna Clandestina. Perché come spiega Niccolò Meno per Meno "ha una storia a sé. Non è uguale ai suoi predecessori. Non corrisponde alla creatività espressa in una unità di tempo, ma a una unità di suono che ha avuto nel concerto all’Arena di Verona il suo motivo ispiratore. Senza quel concerto non sarebbe mai esistito. E non è un disco live.
Quelle esecuzioni sono state solo per chi era presente. Unire poi il mio mondo sonoro all'orchestra notturna clandestina ha permesso a quattro canzoni di sbocciare e non di dovere attendere anni per mostrarsi". Insomma, sembra quasi un viaggio dall'isola che non c'è alla musica che non c'era e ora c'è.
Niccolò Fabi, che oggi ha 54 anni, non teme di esprimersi su quanto di terribile sta accadendo nel mondo, dalla guerra in Ucraina, agli scontri Iran fino ai mondiali di calcio dove la libertà viene fermata al confine e se lo passa viene imprigionata: "La mia paura non è avere pensieri e neanche prendere e sostenere posizioni. Non commento neanche se un artista debba esprimere le sue idee. Quello che non mi convince è un artista che esprime militanza con una foto sui social e magari la foto precedente lo mostra durante un concerto. Non sostengo questa formula ma per questo non mi ritengo meno militante. Preferisco altri tipi di militanza a quella social. Si parla tanto di istituire l'albo dei critici quando chiunque in rete può esprimere il suo giudizio, riducendo autorevolezza e portata". Rientrando in ambito musicale e riflettendo sui quattro inediti, il pensiero va a un album intero di canzoni nuove: "Da anni penso sempre che ogni disco sia l’ultimo. Poi arriva una bella canzone ed è un momento prezioso che trasmette una sensazione quasi di immortalità. E' meraviglioso. Certo ho ancora voglia di provarci, ma fare un disco con dieci inediti è impegnativo. L’ascolto ora è più frammentato dunque penso di più a mettere in condivisone scenari. Ma posso assicurare che non pubblicherò mai qualcosa che non mi gratifica". Quello che è certo, dopo avere pre-ascoltato tre volte Meno per Meno è che Fabi esorcizzi temi quali la paura e la libertà "che avevo in testa da anni. Essere liberi di fare qualcosa non è facile. Sono tutti temi su cui ho riflettuto durante la pandemia. Poi la mia voce sottile ha reso temi tristi più leggeri: non ho il fisico dell’esistenzialista, non ho la voce di Ivano Fossati e Fabrizio De André". Ma ha quella sottile melanconia ungarettiana da trincea che ti fa restare attaccato alla vita. Sempre.